«I localismi frenano la crescita»

Chiodi a politici e imprenditori: strategia unitaria per la regione.

PESCARA. La Regione ha una strategia per riavviare la macchina dello sviluppo. Lo ha assicurato il presidente della regione Gianni Chiodi intervenendo ieri alla presentazione del libro dell’economista Giuseppe Mauro “Dalla globalizzazione al localismo”.

«Una Regione senza strategie», ha spiegato Chiodi «non solo non ha futuro ma non ha nemmeno ragion d’essere» ha spiegato agli studenti che affollavano l’aula magna dell’università di Pescara. «Non è un mistero che l’Abruzzo abbia uno dei peggiori tassi di infrastrutturazione in Italia relativamente alla rete ferroviaria, a quella portuale ed a quella aeroportuale. Pertanto», ha affermato Chiodi, «la firma dell’Intesa quadro con il governo da sei miliardi di euro da spalmare su 10-15 anni rappresenta il raggiungimento di un obiettivo molto importante, ma troverà un’applicazione concreta solo sulla base di progetti cantierabili. In questa direzione va il progetto della Pedemontana Abruzzo-Marche da 600 milioni di euro che è stato appena trasmesso al Cipe».

Un’altra strategia chiave del governo Chiodi è quella che passa attraverso l’accordo con il ministero per lo Sviluppo Economico che prevede un “master plan” di risorse di oltre un miliardo di euro. Ma non solo, ha aggiunto il Presidente: «Il nostro disegno di governance complessivo punta anche sulla riduzione del numero di Asl da sei a quattro, al considerevole assottigliamento del numero delle Ipab che passerà da 200 a 15 amministratori ed alla riduzione delle Comunità montane, ma soprattutto farà leva su un sistema di welfare meritocratico che andrà sostenere chi ha veramente bisogno».

In relazione alla ristrutturazione degli ospedali, il presidente della Regione ha spiegato che «non servirà tanto a ridurre i costi, quanto a migliorare la qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie. A tal proposito», ha continuato «intendiamo potenziare i grandi ospedali non per penalizzare quelli di ridotte dimensioni ma per offrire ai cittadini abruzzesi una sanità di più elevata qualità».

Ma perché la strategia abbia buon fine occorre discontinuità col passato, ha detto Chiodi. «Il localismo esasperato degli ultimi anni è stato a dir poco miope», ha sostenuto Chiodi «perché anche se può rappresentare una ricchezza da un punto di vista culturale, sotto il profilo gestionale è stata un vera e propria iattura. Oggi, se si vuole generare nuovo sviluppo, bisogna attivare una rete di attori locali ed extra locali sempre più ampia che superi almeno i confini provinciali. Inoltre, se è vero che la politica è chiamata a cambiare marcia, anche gli imprenditori dovrebbero uscire dalle logiche corporative che alla lunga finiscono per penalizzare il territorio».

Sul superamento del localismo ha insistito anche l’assessore allo Sviluppo Economico Alfredo Castiglione «Ogni provincia abruzzese ha le sue vocazioni», ha detto, «ma bisognerà lavorare secondo un’ottica regionale, superando qualsiasi localismo e Abruzzo sviluppo può assolvere a questa funzione di organizzazione di queste istanze». All’incontro sono intervenuti anche il direttore di Confindustria regionale, Giuseppe D’Amico, il segretario regionale della Uil, Roberto Campo, ed il direttore del Dipartimento di Economia e Storia del Territorio della d’Annunzio, Piergiorgio Landini.