Il Cerasuolo d'Abruzzo sposa la cucina sarda con muggine e zucca

Il Baldovino doc 2024 di tenuta I Fauri è il miglior rosato dell'anno ed è stato protagonista a Cagliari. Di Camillo: "Un vino di struttura e leggerezza con una sua eleganza"
CAGLIARI. Una degustazione con un assaggio in anteprima in Sardegna del miglior rosato dell'anno. Fresco del riconoscimento da La Guida dei Vini d'Italia del Gambero Rosso, il Cerasuolo d'Abruzzo Doc Baldovino 2024 è stato protagonista di un food pairing tra la Sardegna contemporanea a tavola e l'Abruzzo in vigna da cucina.eat, bottega-bistrot di Alessandra Meddi, in piazza Galilei a Cagliari. Lo chef Gianmarco Gessa ha creato fregula con muggine, crema di zucca e aglio nero per questo rosato dalla decisa personalità, fresco, minerale, con sentore dolce amaro di ciliegia e anche fragola, note spinte di acidità, con accenti pungenti che si smorzano sorso dopo sorso.
"Un vino di struttura e leggerezza con una sua eleganza", ha spiegato Valentina Di Camillo, vignaiola, assieme al fratello Luigi, enologo della cantina, quarta generazione alla guida dell'azienda di famiglia, tenuta I Fauri, a Strada Corta, tra le colline attorno a Chieti, zona di produzione di tre doc d' Abruzzo, Cerasuolo il più celebre, Montepulciano e Trebbiano. L'abbinamento tra la zucca, prodotto di stagione, e il Cerasuolo d'Abruzzo è stato vincente. Freschezza, acidità e mineralità hanno esaltato e allo stesso tempo bilanciato gli aromi delicati e dolci di questo prodotto di stagione così come ben accompagnato il gusto deciso del muggine smorzandone la grassezza.
Valentina e Luigi hanno dato una svolta e un nuovo profilo alla storica azienda sposando nel 2021 il biologico e puntando sul Cerasuolo per sollevarne l'asticella, rimarcarne l'identità, rafforzarne le radici e farlo uscire dall'ombra del più famoso Montepulciano. "È il vitigno che meglio racchiude l'anima delle vigne di Abruzzo con richiami alle brezze marine come alle altitudini. Le nostre vigne stanno tra il massiccio montuoso della Maiella e l' Adriatico. Un vino che sa di casa, non c'era tavola dove non mancasse il fiaschetto di Cerasuolo", racconta all'Ansa Valentina Di Camillo. La sua è una storia di passione e determinazione, di attaccamento alle sue radici e alla sua terra con una visione contemporanea.
Enologa, esperta di marketing e comunicazione, ha mosso i suoi primi passi "in un mondo declinato al maschile. Non avevo mai visto una donna fare il vino, l'ambiente - confessa la vignaiola - non mi ha incoraggiato, per di più i miei, una famiglia di contadini da generazioni, erano preoccupati di sottrarre mio fratello e ancor più me, la figlia, alle fatiche dei campi. Dapprima ho preso la laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, poi il richiamo alla mia terra, a questi filari, è stato forte, mi sono laureata in enologia e sono entrata a far parte dell'azienda. Ho trovato la mia strada proprio a Strada Corta, tra queste colline teatine".
Il pensiero di Valentina va a sua bisnonna Concetta: "Fu lei ad indirizzare mio padre all'acquisto del terreno di Francavilla al Mare dove ci sono le vigne di Montepulciano che dedichiamo al Cerasuolo, perché la zona è nota per la produzione di fragole e pomodori. Un terreno sciolto, di sabbia, molto povero, ma che a suo parere avrebbe regalato un'uva di straordinaria qualità. Aveva ragione".
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