Il gip: l’ex prefetto agiva al limite del cinismo

Nuove intercettazioni dall’inchiesta di Napoli. Preoccupata per la presenza di microspie l’indagata voleva far bonificare dalla polizia il suo ufficio nella caserma della Finanza

L’AQUILA. «Pervicacia» e «cinismo». Ma anche strane idee, come quella di far bonificare dalla polizia il suo ufficio dentro la caserma della Finanza. Non c’è solo la telefonata-choc della Iurato con le risate grasse quando, parlando al telefono con il collega Francesco Gratteri, ricorda il suo primo giorno all’Aquila, nella città «che non c’è», il consiglio del padre di andare a deporre «subito» una corona di fiori alla Casa dello studente e quel «mi misi a piangere» che per gli aquilani rappresenta l’ennesimo tradimento, stavolta da una donna delle istituzioni. La personalità dell’ex prefetto dell’Aquila Giovanna Maria Rita Iurato (58 anni) e degli altri indagati nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza a Napoli è «caratterizzata da comportamenti pervicaci e talvolta al limite del cinismo». Lo scrive il gip Claudia Picciotti nell’ordinanza con la quale ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per la stessa Iurato e per il prefetto Nicola Izzo, ex vicecapo della Polizia. Nell’ordinanza, il gip esprime «un giudizio negativo» sulla personalità degli indagati e, citando la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Procura di Napoli, critica le risate della Iurato nella telefonata intercorsa il 28 maggio 2010 con l’ex capo dello Sco Gratteri. Il gip, in particolare, ha fatto riferimento alla finta commozione davanti alle macerie della Casa dello studente. Inoltre, per il gip, sussistono sia il rischio di reiterazione dei reati sia quello di inquinamento probatorio.

NUOVE INTERCETTAZIONI. La Iurato, da quanto si evince dall’ordinanza, era stata allertata da un colonnello dei carabinieri e aveva condiviso i timori per l’eventuale presenza di microspie con l’ex capo della Direzione anticrimine centrale della Polizia Francesco Gratteri, con il quale aveva anche esaminato l’ipotesi di una bonifica del suo ufficio. Questa la conversazione intercorsa il 28 maggio 2010 tra Iurato e Gratteri, che di lì a poco passeranno a parlare della «falsa commozione». Gratteri: «Ti volevo solo chiedere questo...è una perplessità che mi è venuta in mente, tu sei dentro una struttura?». Iurato: «Si!» Gratteri: «Ovviamente l’unico....puoi parlare?». Iurato: «Tranquillo». Gratteri: «L’unico di cui puoi sospettare è il proprietario della struttura». Iurato: «No, perché non è così...». Gratteri: «Brava». Iurato: «...perché la struttura al momento è un porto di mare dove ci sono tutti di tutti». Gratteri: «Ho capito però nel tuo ufficio non è che entra il primo che arriva, insomma». Iurato: «A me il colonnello dei carabinieri mi ha detto che...». Gratteri: «Eh però allora aspetta un attimo. Allora mi permetto di darti un suggerimento, perché non vorrei...». Iurato: «Certo». Gratteri: «Perché siccome là arrivano...noi facciamo tutto quello che vuoi: il tuo ufficio, tutti gli uffici...». Iurato: «No, no solo il mio ufficio...». Gratteri: «(incomprensibile) tutto quello che vuoi, però siccome siamo in una struttura militare...ed è una questione delicata, secondo me lo devi dire a Sandro Valeri». Iurato: «Eh». Gratteri: «Perché eventualmente ne parli con il Capo, capito perché, non so se mi spiego? Lì coloro che ti ospitano potrebbero pure risentirsi, io mi risentirei, capito?...». Dopo qualche minuto i due tornano a discutere dell’opportunità che personale della Polizia compia una bonifica in una caserma della Finanza. Gratteri: «Tu hai...cioè là deve...arriva la polizia, in una caserma della Finanza con valigie e valigette, per fare la bonifica al prefetto, che sta in una struttura della Finanza! È un po’ antipatica come cosa, no, Gianna». Iurato: «Comunque guarda...». Gratteri: «Perché tu ovviamente, è che io che sono del mestiere che ti dico? Ti dico, se qualcuno l’ha messa qualcosa, l’ha messa con la compiacenza della Finanza».

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