Il governo impugna la finanziaria

11 Marzo 2011

Stop all'assunzione dei precari, censurato il rinvio delle gare per l'acqua

PESCARA. Il Consiglio dei ministri ha impugnato ieri davanti alla Corte costituzionale otto articoli della legge finanziaria regionale (la numero 1/2011), continuando quel contenzioso istituzionale che sta minando una parte cospicua dell'attività legislativa della Regione, costringendola a tornare con testi di modifica a provvedimenti già licenziati. Ultimo caso la legge sul centro oli (modificata con la supervisione del governo), ma anche la 31 del 2010 sulla rete fognaria e sulle acque reflue (impugnata perché prevedeva limiti diversi dal codice dell'ambiente per le fognature che raccolgono anche acque industriali) che ieri il ministro Raffaele Fitto ha comunicato di aver accolto dopo la modifica concordata tra la Regione e il tavolo tecnico dei ministeri.

Le impugnative che interessano la finanziaria toccano vari aspetti dell'attività dell'esecutivo ma non la parte contabile e ieri l'unico a manifestare una certa soddisfazione era l'assessore al Bilancio Carlo Masci: «Nessun capitolo tra quelli impugnati riguarda i nostri uffici. Per noi è un risultato importante, perché nonostante tutte le polemiche e le condizioni difficilissime siamo riusciti a chiudere il bilancio senza fare ulteriori debiti».

Le norme bocciate più importanti riguardano il personale, la gestione dei servizi idrici e le concessioni dei trasporti locali.

In particolare il governo considera costituzionalmente illegittima la norma che prevede «la progressiva stabilizzazione del personale regionale», perché in contrasto con la legge 244/2007 (che prevedeva il termine del programma di stabilizzazione al 31 dicembre 2010), e con la Costituzione rispetto ai «principi di ragionevolezza, imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione».

L'assessore regionale al Personale Federica Carpineta spiega che la norma impugnata non è uscita dai suoi uffici ma richiama una legge della precedente amministrazione, rispetto alla quale «come immaginavamo non vi sono più spazi». L'unica strada per i precari è dunque quella di partecipare ai concorsi banditi dalla Regione ma aperti a tutti. «Procederemo nei limiti di spesa consentiti», dice l'assessore Carpineta, «a fare concorsi a tempo indeterminato riconoscendo un punteggio in più al personale precario della Regione».

L'altra norma impugnata dal governo riguarda il ciclo idrico, affidato alle cure dell'assessore Angelo Di Paolo. Nella finanziaria il consiglio regionale ha disposto la proroga dell'affidamento delle concessioni agli attali gestori, perché «le peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale, specie quello montano, nelle condizioni date non permettono in linea generale un efficace e utile ricorso al mercato tra concorrenti per l'affidamento delle gestioni».

E' insomma la difesa dell'acqua pubblica contro l'ingresso dei privati. Il governo contesta questa posizione, considerandola lesiva della «competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza».

La resistenza della Regione a mettere a gara alcuni servizi viene censurata anche con l'impugnativa dell'articolo 63 della finanziaria regionale nella quale si stabilisce la proroga al 30 giugno 2011 delle concessioni del servizio pubblico locale di trasporto. Anche in questo caso il governo ritiene che la Regione stia violando la competenza statale sulla concorrenza.

Nel comunicato di Palazzo Chigi si precisa comunque che «d'intesa con la Regione», è stato «individuato un percorso che potrebbe portare alla modifica delle parti impugnate della legge e, all'esito, alla conseguente rinuncia all'impugnativa».

Tra le altre norme censurate (vedi tabella in alto) ci sono anche i compensi dei co.co.co. della protezione civile regionale, la revisione di tasse e canoni; il piano Ater per lotta all'abusivismo nelle case popolari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA