Il ministero blocca le trivellazioni in mare

Non passa il pozzo Elsa 2 davanti a Punta Aderci. Esultano ecologisti e associazioni
VASTO. La piattaforma Elsa 2 non ispezionerà il mare al largo di Vasto alla ricerca del petrolio. Lo ha deciso la commissione per la verifica dell'impatto ambientale del ministero dell'Ambiente. Il pozzo della società irlandese Petroceltic srl sarebbe dovuto sorgere a 7 chilometri (3,8 miglia marine) dalla riviera e da Punta Aderci, su un tratto di mare profondo circa 33 metri con fondale prettamente fangoso. Minimi, secondo la valutazione della stessa società, gli effetti del pozzo sull'interferenza visiva, geomorfologica, ecosistemica e territoriale delle zone costiere circostanti.
Valutazione che, evidentemente, non ha convinto i tecnici del ministero. La relazione inviata dalla Petroceltic ha infatti ricevuto parere negativo dalla commissione perché risulterebbe carente in ordine a diversi importanti fattori. Tra questi, «un'accurata e dettagliata analisi dei sedimenti di fondo nell'area di appoggio della piattaforma, con particolare riguardo alla presenza di metalli pesanti di origine sia naturale che artificiale». E non convince «l'analisi degli impatti causati dal rumore prodotto nella fase di perforazione sui mammiferi marini». L'analisi proposta dalla Petroceltic è risultata lacunosa in diversi punti fondamentali del progetto. Come quella sui rumori. La bocciatura da parte del ministero fa esultare gli ambientalisti e gli attivisti del No al petrolio.
«Dopo l'accantonamento del Centro Oli di Ortona, e la bocciatura del pozzo di Ombrina Mare a San Vito», commenta la ricercatrice italo-americana Maria Rita D'Orsogna, «si dimostra ancora una volta quanto siano importanti la partecipazione civica e l'attivismo intelligente dal basso, oltre a un'opinione pubblica ben informata».
Sono state 36 le osservazioni arrivate al ministero contro Elsa 2. A cominciare da quella di Assoturismo-Confesercenti, che raccoglie oltre 1500 imprese abruzzesi. «Le inadempienze dei petrolieri e le osservaziodi associazioni, Comuni e cittadini» sottolinea Daniele Zunica, presidente di Assoturismo-Confesercenti, «hanno consentito di bloccare questo ulteriore tentativo di sfruttamento del mare abruzzese. Il risultato è un importante incentivo a partecipare alle decisioni che investono il futuro dell'Abruzzo. Risultato storico», rilancia il direttore regionale di Confesercenti Enzo Giammarino, «che dà un occasione in più alle piccole e medie imprese del turismo di tutelare il proprio lavoro in quello che sta per diventare il nuovo Parco nazionale costiero. Non bisogna però abbassare la guardia: entro settembre, si dovrà istituire il Parco e non bisogna rimandare neppure di un giorno questa scadenza». Tra gli altri altri sostenitori del No, diversi Comuni come Lanciano, Silvi, Fossacesia, Miglianico, Torino di Sangro e Francavilla al mare, la Provincia di Chieti, la Conferenza episcopale abruzzese e molisana (Ceam) e ll'arcidiocesi di Lanciano-Ortona.
Numerosi anche i privati e altre associazioni come Confcommercio Chieti, titolari di Bed& breakfast, società sportive. Sul tavolo del ministero anche le osservazioni della D'Orsogna e del capogruppo regionale dei Verdi Walter Caporale. Ma sono ancora tanti i No al petrolio che inonderanno, nelle prossime settimane, tutte le sedi istituzionali italiane ed europee. Proprio nei giorni scorsi, a Lanciano, sono state presentate 50mila firme contro il petrolio raccolte dalle associazioni Nuovo Senso Civico e comitato Difesa dei Beni Comuni. Nella petizione, si chiede la revoca di tutti i permessi di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Abruzzo e nel mare antistante le nostre coste.
Valutazione che, evidentemente, non ha convinto i tecnici del ministero. La relazione inviata dalla Petroceltic ha infatti ricevuto parere negativo dalla commissione perché risulterebbe carente in ordine a diversi importanti fattori. Tra questi, «un'accurata e dettagliata analisi dei sedimenti di fondo nell'area di appoggio della piattaforma, con particolare riguardo alla presenza di metalli pesanti di origine sia naturale che artificiale». E non convince «l'analisi degli impatti causati dal rumore prodotto nella fase di perforazione sui mammiferi marini». L'analisi proposta dalla Petroceltic è risultata lacunosa in diversi punti fondamentali del progetto. Come quella sui rumori. La bocciatura da parte del ministero fa esultare gli ambientalisti e gli attivisti del No al petrolio.
«Dopo l'accantonamento del Centro Oli di Ortona, e la bocciatura del pozzo di Ombrina Mare a San Vito», commenta la ricercatrice italo-americana Maria Rita D'Orsogna, «si dimostra ancora una volta quanto siano importanti la partecipazione civica e l'attivismo intelligente dal basso, oltre a un'opinione pubblica ben informata».
Sono state 36 le osservazioni arrivate al ministero contro Elsa 2. A cominciare da quella di Assoturismo-Confesercenti, che raccoglie oltre 1500 imprese abruzzesi. «Le inadempienze dei petrolieri e le osservaziodi associazioni, Comuni e cittadini» sottolinea Daniele Zunica, presidente di Assoturismo-Confesercenti, «hanno consentito di bloccare questo ulteriore tentativo di sfruttamento del mare abruzzese. Il risultato è un importante incentivo a partecipare alle decisioni che investono il futuro dell'Abruzzo. Risultato storico», rilancia il direttore regionale di Confesercenti Enzo Giammarino, «che dà un occasione in più alle piccole e medie imprese del turismo di tutelare il proprio lavoro in quello che sta per diventare il nuovo Parco nazionale costiero. Non bisogna però abbassare la guardia: entro settembre, si dovrà istituire il Parco e non bisogna rimandare neppure di un giorno questa scadenza». Tra gli altri altri sostenitori del No, diversi Comuni come Lanciano, Silvi, Fossacesia, Miglianico, Torino di Sangro e Francavilla al mare, la Provincia di Chieti, la Conferenza episcopale abruzzese e molisana (Ceam) e ll'arcidiocesi di Lanciano-Ortona.
Numerosi anche i privati e altre associazioni come Confcommercio Chieti, titolari di Bed& breakfast, società sportive. Sul tavolo del ministero anche le osservazioni della D'Orsogna e del capogruppo regionale dei Verdi Walter Caporale. Ma sono ancora tanti i No al petrolio che inonderanno, nelle prossime settimane, tutte le sedi istituzionali italiane ed europee. Proprio nei giorni scorsi, a Lanciano, sono state presentate 50mila firme contro il petrolio raccolte dalle associazioni Nuovo Senso Civico e comitato Difesa dei Beni Comuni. Nella petizione, si chiede la revoca di tutti i permessi di ricerca ed estrazione di idrocarburi in Abruzzo e nel mare antistante le nostre coste.
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