Il Parco a isole piace a Confindustria

Primavera: l'unica soluzione possibile. Ma Confesercenti e Costituente la bocciano

PESCARA. Confindustria è sicura: il documento discusso in consiglio regionale sul Parco della costa teatina rappresenta una sintesi efficace delle posizioni che si contrappongono in merito alla possibile perimetrazione. La Costituente "Vogliamo il Parco" - rete di associazioni e persone - lo è altrettanto: «Con quella cartina il ministero per l'Ambiente avrà uno studio ufficiale sul territorio da cui partire per fare rapidamente la perimetrazione, dopo aver inevitabilmente gettato nel cestino l'ultima proposta indecente e leopardata del ragionier Febbo». Ricomincia dov'era finita la polemica attorno al caso del Parco nazionale della costa teatina che il 30 diventa operativo. Con una certezza. Che la proposta dell'assessore Mauro Febbo (Pdl) - presidente del Tavolo di coordinamento degli enti locali - approvata dalla maggioranza in consiglio regionale non è nulla di nuovo. Nel senso che la cartina è la stessa disegnata nel 2010 della Provincia di Chieti nel progetto speciale della Via Verde (l'ex tracciato ferroviario).

Questa ipotesi, che l'assessore ha detto di voler portare comunque al ministero, vede una perimetrazione limitata alle attuali aree protette, un parco diffuso lungo la costa, «un parco a isole». Francavilla è fuori, così come sono esclusi i Ripari di Giobbe a Ortona e la Marina di Vasto. Un'idea che non va giù all'opposizione di centrosinistra, tantomeno alla Costituente che aveva ipotizzato una perimetrazione più larga, e neanche alla Confesercenti che in una nota ribadisce che «la sola unione delle riserve non basta». «Bisogna tutelare un'area che comprenda i territori con qualità ed emergenze preziose e spesso uniche e i servizi che gli operatori turistici già danno in queste aree», sostengono Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti, e Simone Lembo, responsabile turismo sostenibile Confesercenti, «noi siamo per una perimetrazione utile ed essenziale, che valorizzi il grande potenziale della Costa dei Trabocchi e possa contare, nel sostegno al turismo ed alla commercializzazione dei prodotti della filiera agro-alimentare, sul marchio di Parco nazionale».

Per il presidente di Confindustria Chieti Paolo Primavera il documento discusso in Consiglio rappresenta «una sintesi efficace delle posizioni». «La giusta esigenza di tutela delle riserve naturali può convivere con la altrettanto necessaria salvaguardia delle numerose attività produttive e manifatturiere presenti nell'ambito costiero, e che costituiscono un imprescindibile elemento di sostegno dell'economia e dei redditi delle popolazioni residenti», sostiene, aupiscando comunque che «al di là delle beghe politiche», la soluzione proposta possa trovare «attuazione rapida e concreta». «Se il Parco deve esistere esso deve rappresentare una opportunità e non un vincolo; non dimentichiamo che interessa comunque aree fortemente urbanizzate, e spesso anche destinate ad attività manifatturiere industriali ed artigianali», continua, «ciò che occorre evitare», conclude riferendosi al possibile arrivo del commissario, «è la totale delega allo sviluppo a possibili soggetti esterni». A questo punto la parola passa ai Comuni. I sindaci domani sono chiamati dal Pd a esprimersi a Chieti e allo stesso tempo sono attesi da Febbo. «Li accoglierò uno a uno», ha già detto l'assessore.

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