Il sindaco di Teramo indagato per un tombino

Brucchi: "E' la prima volta che mi accade, ma ho già risolto il problema". L'inchiesta aperta dalla procura dopo l’esposto di un cittadino per lo sversamento di liquami

TERAMO. Il sindaco Maurizio Brucchi indagato per un semplice tombino.
Il primo cittadino a dicembre, ma la notizia è stata diffusa solo nella giornata di ieri, ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito di un’inchiesta aperta dal sostituto procuratore Roberta D’Avolio sullo sversamento di acque nere dai pozzetti di sollevamento di un sottopasso a Piano d’Accio.

Con l’amministratore è indagato anche l’architetto Stefano Mariotti, dirigente del settore ambiente del Comune. «E’ il primo avviso che ricevo», ha detto Brucchi, «il problema si è già risolto. Poteva risolversi tre mesi fa con un semplice decreto penale, ma mi hanno spiegato che l’autorità giudiziaria ha valutato che il reato ambientale è stato commesso da un ente pubblico».

Il pm, dopo gli avvisi di garanzia, ha avviato nuove indagini per ricostruire nei particolari tutta la vicenda. L’inchiesta della procura è scattata dopo l’esposto presentato da un cittadino proprietario di alcuni appezzamenti di terra che si trovano nella zona e che lamentava la presenza di liquami sui suoi terreni. Per questo l’uomo si è rivolto alla procura con una segnalazione.

La vicenda risale ad alcuni mesi fa, quando un’abbondante pioggia intasò il pozzetto di deflusso delle acque provocando uno sversamento di acque reflue in un vicino corso d’acqua. «Sotto il profilo ambientale», precisa in una nota l’amministrazione comunale, «non ci furono conseguenze perché le acque sversate non risultarono inquinate. In ogni caso è stata avviata una indagine per valutare se l’amministrazione comunale abbia agito causando un danno che potrebbe eventualmente essere delineato in ammenda penale». L’amministrazione, inoltre, precisa che «il Comune ha già predisposto i documenti e una relazione tecnica con cui ricostruisce tutta la situazione».

Nella nota l’amministrazione comunale teramana sostiene che «nel luogo dove si è verificato lo sversamento si è già intervenuti due volte dopo l’episodio: una prima per spurgare l’area (dalla quale è emerso che il pozzetto in questione era di fatto diventato non un canale di deflusso delle acque nere ma una fogna mista) e una seconda per condurre un blocco di sistema che, di fatto, ha ripristinato la situazione e impedirà ora il ripetersi dell’episodio».
Brucchi si dichiara tranquillo su tutta la vicenda. «In ragione di tutto questo», dice il primo cittadino di Teramo, «e in forza della documentazione disponibile ritengo di potere considerare la vicenda come organica all’attività di un pubblico amministratore e sono tranquillo sul suo esito».

(d.p.)

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