Inchiesta rifiuti pericolosi, dalle intercettazioni spunta la figura di un ex magistrato

L'operazione Spiderman era sfociata in 8 arresti e 22 indagati. La Procura incalza gli arrestati e chiede spiegazioni sul contenuto di alcune conversazioni telefoniche

LANCIANO. Un ex magistrato compiacente. E’ la figura che, a sorpresa, spunta dalle intercettazioni della Procura di Lanciano nell’inchiesta sullo smaltimento di rifiuti speciali senza essere trattati. Martedì mattina l’operazione Spiderman era sfociata in 8 arresti e 22 indagati.

E’ stato il pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Rosaria Vecchi, a dare alle indagini una sterzata inattesa. Tant’è che tra le contestazioni mosse agli indagati nell’interrogatorio di garanzia di mercoledì mattina in carcere, c’era un passaggio specifico: il contenuto di alcune intercettazioni ambientali e telefoniche nelle quali gli accusati fanno riferimento, senza mai pronunciarne il nome, a un ex magistrato della Procura frentana come amico stretto e persona sulla quale contare per non avere problemi. E qualcuno, a quelle domande, ha risposto a mezza bocca, altri hanno farfugliato qualcosa.

Insomma, secondo le accuse, una conoscenza importante: quanto bastava per farsi forte nel prosieguo dell’inchiesta, avviata fin dal 2004, con la compiacenza anche di Riccardo Di Mascio e di Claudio Leccese, funzionari della polizia privinciale che dichiaravano il falso sui controlli. Un’amicizia forte, quasi un vanto per chi, secondo la Vecchi, aveva avviato un florido traffico di rifiuti inviati nelle discariche di Cerratina di Lanciano e nella Vergine di Taranto, senza che fossero preventivamente trattati e, spesso, con codici d’ingresso agli impianti diversi da quelli per i quali c’era l’autorizzazione allo smaltimento.

L’altro ieri il giudice per le indagini preliminari, Francesca Del Villano Aceto, e il pm Vecchi, hanno ascoltato nel carcere di Villa Stanazzo di Lanciano Giorgio Nicola Di Florio, 63 anni, legale rappresentante della ditta Di Florio, con sede a Cerratina; Andrea Fassone, 39 anni, organizzatore delle attività di smaltimento rifiuti per la Di Florio e per la Sistema 2000; Anna Linda Di Paolo, 54 anni, compagna di Di Florio e rappresentante legale della Sistema 2000; Vincenzo Cocca, 60 anni, chimico. «Siamo innocenti», hanno detto i quattro quasi in coro. Di conseguenza i loro avvocati hanno chiesto la revoca della misura cautelare in carcere e dei domiciliari.

Per gli inquirenti a reggere le fila del traffico di rifiuti erano Di Florio e Fassone. Falsificando formulari e analisi, grazie alla rete di collaborazione di dipendenti, chimici, autotrasportatori e rappresentanti delle discariche, ricevevano rifiuti speciali come fanghi, vernici, stracci con sostanze chimiche, resti di lavorazioni industriali senza che fossero trattati. Evitando così di pagare l’ecotassa alla Regione Abruzzo per 454.656,55 euro e alla Regione Puglia per 29.891,42 euro. Un giro di affari sui 3 milioni di euro bloccato dai carabinieri del nucleo ecologico.