Industria, la ripresa è lontana

Segnali positivi nel terzo trimestre ma le previsioni non sono buone.

L’AQUILA. L’industria abruzzese cresce su base trimestrale ma perde terreno rispetto al 2008, mentre le previsioni degli imprenditori per i prossimi sei mesi hanno il segno negativo. L’indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere (3º trimestre 2009), condotta dal Cresa, il Centro regionale di studi e ricerche economico sociali delle Camere di commercio d’Abruzzo, evidenzia segnali negativi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con una flessione di tutti i principali indicatori economici: la produzione scende del 16,5 per cento, il fatturato del 16,4 per cento. In calo anche il fatturato estero (-21,7%) e l’occupazione, ferma a -4,9 per cento, fatta eccezione per una lieve crescita all’Aquila. L’indagine, dice il Cresa, ha messo a nudo «le debolezze del sistema manifatturiero abruzzese, che pur crescendo, nel terzo trimestre rispetto al primo periodo dell’anno, perde posizioni nel raffronto con lo stesso periodo del 2008».

Un arretramento nell’anno che tocca, seppure in misura differente, un po’ tutti gli indicatori: produzione, fatturato, export, ordini esteri e occupazione, che a livello congiunturale, dopo un lungo periodo di decremento interrotto nel trimestre precedente, continuano comunque a crescere nel trimestre anche se con intensità inferiore. Nonostante il momento congiunturale positivo, se si considera l’andamento su base annua si osserva che il sistema industriale regionale, che nel trimestre precedente aveva ridotto il gap rispetto all’analogo periodo 2008, riprende a perdere terreno. L’indagine del Cresa, condotta tra luglio e settembre 2009 su un campione di 382 imprese operanti in Abruzzo, con almeno dieci addetti evidenzia come la produzione industriale, a fronte di una crescita del 4,1% rispetto al trimestre precedente, ha sperimentato un calo del 16,5% nel confronto con l’analogo periodo 2008.

Il fatturato ha fatto registrare un incremento del 3,6% su base trimestrale (export: +7,4%) e una diminuzione del -16,4% su base annua (export: -21,7%). Gli ordinativi provenienti dal mercato nazionale e da quello estero aumentano rispettivamente del 4,9% e del 1,4% rispetto al periodo aprile-giugno e subiscono un decremento del -14,2% e -26,9% nel confronto con il III trimestre dell’anno precedente. L’occupazione è stabile su base trimestrale (0,1%) e in calo (-4,9%) su base annua. «Le piccole e medie imprese», ha sottolineato il direttore del Cresa, Francesco Prosperococco, «sono le realtà industriali meno affette da crisi di natura strutturale.

Le grandi imprese continuano ad avere, invece, un buon andamento su base trimestrale. Sotto il profilo tendenziale, invece, mostrano performance decisamente peggiori rispetto alla media regionale con l’unica eccezione dell’occupazione». L’analisi per settori di intervento premia l’alimentare, il metalmeccanico, il chimico-farmaceutico e l’elettronico. Male tessile, legno e lavorazione dei metalli. Teramo è l’unica provincia che vede una contrazione dei principali indicatori. Chieti fa registrare importanti cali di produzione (-27,0%), fatturato (-27,8%), fatturato estero (-32,1%), ordini interni (-25,9%) ed esteri (-37,1%) mentre le altre province presentano variazioni negative di assai minore intensità. Negativo l’andamento dell’occupazione su base annua in tutta la regione. Solo L’Aquila mostra lievi segni di crescita (+0,3%).