Inviati gli atti del Parco, Febbo ignorato

Spedite perimetrazioni e adesioni al ministero dell'Ambiente senza consultare l'assessore

PESCARA. Il ministero dell'Ambiente non concede proroghe, né sconti al Parco della costa teatina. Aveva detto che il 30 sarebbe stato l'ultimo giorno utile per la Regione per consegnare le indicazioni di perimetrazione della riserva e così è stato. Ieri i tecnici del ministero hanno fatto la spunta della documentazione pervenuta e hanno quindi avviato, come prevede la legge, l'iter per l'istituzione del quarto parco nazionale in Abruzzo. Già, perché la documentazione, richiesta nelle settimane scorse sottoforma di ultimatum, alla fine è arrivata anche se non tutta tramite la Regione, cioé l'assessore regionale Mauro Febbo (Pdl) incaricato di coordinare il tavolo degli enti locali. A pensarci sono stati quei Comuni di centrosinistra che avevano chiesto le dimissioni dello stesso Febbo e che evidentemente non si sono fidati fino all'ultimo dell'assessore che aveva detto di essere contrario al Parco.

È stato così ad esempio per Fossacesia, per Casalbordino, per Vasto e per i comuni come Lanciano, Mozzagrogna, Cupello, Frisa e Francavilla, che hanno più recentemente deliberato l'adesione al Parco e manifestato l'intenzione di voler rientrare nei suoi confini.

Febbo ha, da parte sua, fatto recapitare a Roma ciò che gli era nel frattempo arrivato da Ortona (amministrazione di centrodestra) e San Salvo (la cui amministrazione è commissariata) e i "no al Parco" espressi dai consigli comunali di Rocca San Giovanni e San Vito (entrambi di centrodestra) e Torino di Sangro (centrosinistra). Nei giorni scorsi si era comunque preoccupato di consegnare al ministero la cartina del parco con la perimetrazione a "isole" e che è stata votata in consiglio regionale.

Sta ora al ministero dell'Ambiente ricomporre i tasselli di questo complicato mosaico tutto abruzzese. E di fornire, una volta desunto il quadro, gli elementi formativi sullo stato del procedimento alla Presidenza del consiglio.

Il Parco infatti sarà istituito con un apposito decreto dopo che sarà convocata la riunione con gli enti locali interessati e con la Regione. Febbo ha già detto che sarà quella la cartina di "tornasole", nel senso che il ministero si troverà di fronte, secondo l'assessore, 4 comuni contrari al Parco e 4 favorevoli. E che nel frattempo lui continuerà a fare pressione sui deputati del Pdl affinché sia cancellata la legge istitutiva del parco. A Febbo rispondono la Costituente "Vogliamo il parco" e il consigliere regionale dei Verdi Walter Caporale. «I Comuni che hanno perimetrato sono 5 contro 3, senza contare le nuove richieste di adesione», fa notare Luciano Lorenzo della Costituente, «ben diverso poi è il rapporto se si considerano gli abitanti a favore, circa l'84 per cento dei residenti interessati». Secondo la Costituente, per i Comuni che hanno scelto di non indicare le zone da perimetrare vale la proposta della Regione in consiglio regionale: «Una proposta che comprende gli stessi Comuni del no».

Caporale ribatte che il progetto del parco "a isole" di Febbo «è un mostriciattolo che non tutela nulla di più di quanto lo sia già, grazie alle riserve ed ai siti d'interesse comunitario della costa. Il ministero non può accettare un parco non parco», conclude.

Al ministero per l'Ambiente per ora preferiscono tacere. Si lasciano sfuggire solo che il caso del Parco della costa teatina sorto in Abruzzo è paradossale. D'altra parte a Roma sono già stati chiari nel corso della riunione del 6 settembre scorso. Quando dissero che se le carte sulla perimetrazione non fossero state ritenute adeguate e sufficienti sarebbe stato necessario nominare un commissario che avrebbe sentito i comuni e disegnato i confini. Eventualità questa che segnerebbe una sconfitta per l'Abruzzo e il tavolo di coordinamento il cui obiettivo era e rimane proprio quello di evitare a tutti i costi l'arrivo di un commissario.

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