L'Abruzzo diviso sul Parco

Gli ambientalisti rilanciano: «Un'occasione storica di sviluppo»

PESCARA. A 4 giorni dall'incontro di Roma in cui l'Abruzzo dovrebbe indicare la perimetrazione del Parco della Costa teatina, i sindaci dei comuni coinvolti sono divisi e vanno in ordine sparso con Regione e Provincia. Chi spinge è la Costituente degli ambientalisti: «E' un'occasione irripetibile». La loro nuova «carta» è una proposta di sviluppo dell'agricoltura sostenibile nel Parco.

L'incontro di martedì al ministero dell'Ambiente sarà importante, ma non decisivo. Certo è che, se ci fosse uno schieramento compatto e condiviso degli otto comuni (Ortona, San Vito, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Casalbordino, Torino di Sangro, Vasto e San Salvo, con Villalfonsina e Pollutri alla finestra) l'iter che accompagna la nascita dell'area - il 30 settembre è la data ultima - subirebbe un'accelerata. Invece, così, a Roma i tecnici del ministero stenteranno a credere ai loro occhi quando la "non scelta" degli amministratori locali lascerà loro "carta bianca", su indicazioni frammentarie e autonome richieste.

È su questo scenario, disegnato dopo dieci anni d'inerzia in modo scombinato, che la Costituente "Vogliamo il Parco" - del quale propone la denominazione dei Trabocchi - composta, sì, da ambientalisti, ma anche da piccoli imprenditori del turismo e dell'agricoltura, si muove ritenendo che il Parco sia un'occasione per lo sviluppo dell'Abruzzo.

L'associazione ritiene che il dibattito acceso di recente («Parco sì, Parco no») sia fuorviante e basato in gran parte su una sostanziale disinformazione che ha finito con il coinvolgere le amministrazioni locali. «Si è sostenuto che la costituzione di un'area protetta lungo la costa possa rappresentare un vincolo e un freno allo sviluppo e in particolare dell'agricoltura per la quale sono stati presentati scenari apocalittici, di chiusura dei frantoi, di paralisi delle colture, di espropri delle campagne e così di seguito quando invece è tutto il contrario».

Da una parte gli agricoltori "vecchio stampo", cacciatori, costruttori, investitori senza scrupoli (anche magnati russi?). Dall'altra residenti, piccoli produttori e imprenditori. Per «riportare la questione nei suoi giusti termini», la Costituente presenta la sua proposta su agricoltura e parco, basata su esperienze positive già collaudate altrove. «Il documento», spiega Fabrizia Arduini, «si pone come base di riflessione, aperta a ogni contributo positivo». «Un'area costiera protetta significa il rilancio di un turismo di qualità, la creazione di un mercato privilegiato per i prodotti agricoli», afferma Alessandro Bucciarelli, presidente degli operatori biologici Verde Abruzzo onlus. A chi sostiene che non tutti i residenti della costa sono favorevoli al Parco, la Costituente risponde che sono diecimila gli abruzzesi che l'hanno contattata e dato sostegno: «Il sindaco di Torino di Sangro dice che ha fatto una sorta di referendum in cui sono prevalsi i no? E che valore ha un referendum pubblico, in cui chi firmava lo faceva sotto lo sguardo di tutti? E poi sono sempre e solo 700 firme contro 3mila».

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