CORNAVIRUS

L'Abruzzo resta zona rossa, per ora

Il presidente della Regione chiede una deroga per domani al ministero dopo che aveva fatto scattare l'ordinanza sulle restrizioni prima che lo facesse il governo. Mostra i nuovi dati ma la discesa del contagio viene ritenuta troppo lenta. La prossima scadenza è per giovedì 10, una via di mezzo può essere trovata su lunedì 7

PESCARA. L'Abruzzo resta zona rossa, per ora. Almeno fino a giovedì 10 dicembre, quando cioé scade la classificazione dei 14 giorni del governo a prescindere dall'ordinanza con la quale la Regione aveva voluto anticipare le restrizioni _ su tutto il territorio regionale _ e che in teoria scadrebbe domani, giovedì 3. A meno che avvenga una sorta di miracolo, di questi tempi sempre più rari, sulla concessione di una deroga che il governatore Marco Marsilio (Fratelli d'Italia) torna a chiedere per venerdì 4 zona arancione al ministro per la Salute, Speranza, in base a quelli che in una nuova diretta facebook definisce "dati reali" sul contagio e sulla pressione ospedaliera dei ricoveri. Pressione che con l'attivazione finalmente prossima di 200 posti letto in diverse province dovrebbe diminuire essendosi la curva del virus nel frattempo normalizzata in Abruzzo attorno ai 514 casi positivi (fonte Regione) al giorno. La trattativa è aperta. Però, a parere del ministero e degli esperti del ministero, la diffusione, sì, ha rallentato ma troppo lentamente. Per cui sarebbe meglio aspettare prima di far riaprire negozi e ristoranti.

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Attualmente l'Abruzzo è tra le cinque regioni e province autonome in zona rossa. Le altre sono Toscana, Valle d’Aosta, provincia autonoma di Bolzano e Campania. E ad alzare tutti i parametri c’è la provincia dell’Aquila, dove i contagi restano elevati, i posti letto carenti, i tracciamenti sballati. Ancora troppo alta anche la percentuale dei ricoveri nelle terapie intensive (media alzata sempre dall’Aquilano). Dati che rappresentano un problema per la deroga a retrocedere in zona arancione da questa settimana. Mentre per Natale (forse dal 21, le trattative sono in corso, ndr) si sta ipotizzando una zona gialla, ma con rigide misure, in tutta Italia.

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E Marsilio, che sa di avere creato delle aspettative con le dichiarazioni degli ultimi giorni sul passaggio alla zona arancione, ora torna a chiedere "una valutazione più possibile e più ancorata ai dati reali", riferendosi alla decisioni che vengono prese a livello nazionale solo il venerdì sera per poi applicarle di lunedì. "Quando si tratta di passare in una fascia di maggior rischio, la relativa classificazione avviene immediatamente, mentre il processo contrario comporta non meno di 21 giorni, almeno stando all’interpretazione e all’applicazione del Dpcm del 3 novembre che ne ha fatto il Ministero", ripete il presidente abruzzese confermando di andare avanti con le trattative: "Pensiamo di poter produrre tra oggi e domani dei dati che dimostrano come l'Abruzzo, che già venerdì scorso era stato classificato come appartenente alla categoria "arancion", mostri dati ancora migliori rispetto alla settimana scorsa e quindi riteniamo che non sia necessario continuare a farlo perdurare in una zona rossa dalla quale è evidentemente uscito", afferma Marsilio. Quali dati? "Indice Rt all' 1,11, tasso di occupazione delle terapie intensive al 40% e tasso di occupazione di posti letto in area critica al 48%". Chissà, forse una via di mezzo può essere individuata ta nella data di lunedì 7 dicembre.

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