Tagli alle riserve naturali, 18 sindaci vanno in Regione

Dimezzati i fondi alle aree protette: un milione in meno. Il caso in commissione Vigilanza
L’AQUILA. Un milione di euro in meno rispetto al 2023. È un taglio pesante quello assestato alle riserve naturali abruzzesi: due anni fa, le 25 riserve, dal mare alla montagna, potevano contare su quasi due milioni di euro di fondi concessi dalla Regione Abruzzo (1.929.926 euro). Quella torta, adesso, si è dimezzata: 1.139.963,39 con un ulteriore ribasso di altri 180mila euro, tagliuzzati per potenziare l’aeroporto d’Abruzzo. E il caso finisce al centro della prossima seduta della commissione Vigilanza in programma giovedì, dalle ore 10 a Palazzo dell’Emiciclo all’Aquila.
SINDACI SENZA SOLDI
In audizione, il presidente Pd Sandro Mariani ha chiamato 18 sindaci rimasti senza soldi per gestire le aree protette. Tra i convocati ci sono i sindaci di Casoli, Penna Sant’Andrea, Popoli, Morino, Raiano, Rosello, Vasto, Torino di Sangro, Atri, Pollutri, Carsoli, Avezzano, Villalago, L’Aquila, Sante Marie, Rocca San Giovanni, Ortona e Roseto degli Abruzzi. A spiegare i motivi di un taglio verticale che innesca un altro scontro politico, l’assessore regionale al Bilancio Mario Quaglieri di Fratelli d’Italia, l’assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente della Lega, il direttore del dipartimento Bilancio Fabrizio Giannangeli e il direttore del dipartimento Agricoltura Elena Sico.
CHI SONO I TAGLIATI
Le riserve interessate dai tagli dei fondi sono: Monte Genzana Alto Gizio, Abetina di Rosello, Borsacchio, Bosco di don Venanzo, Calanchi di Atri, Cascate del Verde, Castel Cerreto, Gole del Sagittario, Gole di San Venanzio, Grotta delle Farfalle, Grotte di Luppa, Grotte di Pietasecca, Lago di Penne, Lago di Serranella, Lago di San Domenico, Lecceta di Torino di Sangro, Marina di Vasto, Monte Salviano, Pineta Dannunziana, Punta Aderci, Punta dell'Acquabella, Ripari di Giobbe, Sorgenti del Fiume Vera, Sorgenti del Pescara e Zompo lo Schioppo. A guidare il fronte della protesta c’è il consigliere regionale Alessio Monaco di Alleanza Verdi e Sinistra, sindaco di Rosello, paese che si vede ridurre i fondi per la gestione dell’Abetina, area protetta istituita nel 1997 che si estende fino a lambire la provincia di Isernia.
ASSE CON IL PD
«Le riserve», dicono i consiglieri Pd Dino Pepe e Antonio Blasioli, «sono presidi ambientali che già erano costretti ad operare con fondi limitati e personale ridotto all’osso – benché rappresentino una risorsa imprescindibile per la tutela della biodiversità, la ricerca scientifica e il turismo sostenibile – e ora si sono visti privati persino del minimo sindacale». E i consiglieri Pd annunciano una protesta che potrebbe portare al blocco delle sedute di commissione e consiglio regionale: «Occorre ripristinare immediatamente il fondo nella sua interezza, rispettando gli impegni presi non più di quattro mesi fa, dalla maggioranza in conferenza dei capigruppo», dicono Pepe e Blasioli, «la disastrosa gestione della sanità regionale non può ripercuotersi né sui cittadini né sulle risorse naturali della Regione, che andrebbero piuttosto valorizzate in ottica turistica e ambientale. Se la giunta regionale e la maggioranza non ristabiliranno immediatamente i fondi destinati alle riserve e alle aree protette regionali, siamo pronti a mettere in campo un’azione di ostruzionismo, ad oltranza, dura e determinata, sia in commissione che in consiglio regionale. Porteremo questa battaglia fino in fondo, senza arretrare di un passo, perché è in gioco la tutela del nostro patrimonio naturale e il rispetto delle comunità che da anni lo difendono con impegno e responsabilità».
«NIENTE FONDI EUROPEI»
Secondo l’opposizione, le risorse per le aree protette si poteva trovare nei fondi europei: «La misura specifica destinata alla tutela della biodiversità e al miglioramento degli ecosistemi naturali – con una dotazione finanziaria di oltre 8,5 milioni – avrebbe potuto rappresentare», spiegano Pepe e Blasioli, «un’occasione concreta per rafforzare le connessioni ecologiche, migliorare la qualità degli habitat forestali, ridurre il rischio di incidenti con la fauna selvatica e investire in una gestione sostenibile nei contesti naturali più vulnerabili, invece, ancora una volta, si è scelta una strada miope e parziale: sono stati privilegiati i parchi, ignorando del tutto le riserve e le aree protette regionali. A ciò si aggiunge una ulteriore quota di circa 2 milioni di euro che la giunta ha destinato ai Comuni per la gestione dei Siti Natura 2000, ma anche in questo caso con una distribuzione che esclude sistematicamente le riserve regionali».