La Bper ha scelto Lanciano. Guiderà l’Area Adriatica

Il direttore Serafini coordinerà anche le filiali molisane e del sud delle Marche All’Aquila, nell’ex Carispaq, una struttura commerciale e un Comitato territoriale
PESCARA. La Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper) ha scelto Lanciano: avrà sede nel capoluogo frentano la Direzione territoriale Adriatica, una delle nove zone in cui è stata divisa l’Italia al termine di una riorganizzazione che ha portato la capogruppo ad assorbire i vari istituti acquisiti negli ultimi decenni. In Abruzzo, come si sa, l’incorporazione ha riguardato due banche storiche come la Bls e la Carispaq e quindi il ballottaggio era tra Lanciano e L’Aquila: «Abbiamo scelto la zona nella quale si realizza la maggior parte dei volumi, com’era logico, ma non c’è nessuna volontà di trascurare L’Aquila», spiega il direttore generale del gruppo Bper, Fabrizio Togni, «il capoluogo rimarrà sede di un’area territoriale e resteranno tutte le strutture commerciali esistenti, oltre a un Comitato territoriale formato da personalità locali, a cui spetterà tra l’altro di decidere le erogazioni di liberalità per l’intera Area adriatica».
Togni ieri era in Abruzzo per spiegare a istituzioni e imprenditori la filosofia della svolta, che sarà operativa dal 24 novembre. Ad accompagnarlo c’era Guido Serafini, scelto come direttore per la nascente Area adriatica, mentre l’attuale direttore dell’ex Carispaq, Tarcisio Fornaciari, rientrerà a Modena presso la capogruppo. Serafini, che viene da Bls, guiderà una rete piuttosto importante, che comprenderà 112 filiali (in tutto la Bper ne ha 793) distribuite non solo in Abruzzo, ma anche in Molise e nel sud delle Marche, con circa 700 dipendenti. Nella nostra regione la quota di mercato nella raccolta di depositi è del 14%, la più rilevante accanto a quella del gruppo Tercas- Caripe, ormai posseduto dalla Banca Popolare di Bari. Oltre all’Aquila, le sedi territoriali dell’Area Adriatica saranno a Pescara, Campobasso e nella stessa Lanciano, non più ad Avezzano. Serafini sarà coadiuvato da un vice-direttore vicario, che avrà anche la responsabilità dei mercati.
Togni ha sottolineato che la nuova strutturazione consentirà alla Bper di offrire una maggiore autonomia al management che opera in loco, secondo il progetto di banca federale che troverà un’ulteriore affinamento nel piano industriale che dovrebbe essere presentato a inizio 2015. In particolare l’istruttoria del credito avverrà in diretto raccordo con la capogruppo modenese, consentendo tempi di risposta più rapidi e motivati. Quanto alla situazione attuale, il direttore della Bper ha lanciato un nuovo appello agli imprenditori, affinché riprendano la voglia di investire su progetti sostenibili: «Purtroppo manca la fiducia, proprio in un momento in cui sul mercato c’è abbondanza di liquidità e finanziare le aziende che lo meritano non sarebbe un problema. Ma noi siamo convinti di avere ancora margini di crescita in queste zone e un’organizzazione più snella ci aiuterà sicuramente».
Come tutti i grandi istituti, la Bper è in attesa degli esiti degli stress test imposti dalla Banca Centrale Europea per verificare la solidità del sistema creditizio in caso di ulteriore peggioramento della situazione economica. Recentemente una simulazione di Mediobanca ha indicato che la banca emiliana, che ha ormai le dimensioni di istituto nazionale, non dovrebbe avere problemi a superare l’esame degli ispettori di Francoforte. Ne sapremo di più nella seconda metà di ottobre, quando Mario Draghi renderà note le “pagelle” per tutta Europa.