ABRUZZO

La Consulta: stop a sette anni di rottamazioni Soget

La sentenza della Corte costituzionale colpisce la società di riscossione che opera in molti comuni per multe, Ici e tributi. Ora i contribuenti interessati (dal 2000 al 2006) rischiano di vedersi chiedere imposte, sanzioni e interessi

PESCARA. La Soget, società di riscossione che opera anche in Abruzzo, sui tavoli della Corte costituzionale per una questione legata alla rottamazione delle cartelle fiscali. Una sentenza cancella di colpo le tre rottamazioni di milioni di cartelle nate fra 2000 e 2006 per Ici, Tarsu, multe e altri tributi locali sparse in centinaia di Comuni fra i quali anche quelli abruzzesi di cui si occupava/a la società di riscossione.

Il caso interessa le società di riscossione come Soget sorte da Equitalia ed è definito dal quotidiano Il Sole 24 Ore una "dotta disquisizione giuridica su un tecnicissimo tema fiscale". La stessa sentenza rende illegittimo, per gli stessi Comuni e gli stessi anni, lo stralcio delle mini-partite fino a mille euro. E anche la vecchia cancellazione dei debiti ante-2000 decisa nel 2003.

La sentenza è la 51/2019 (presidente Lattanzi, relatore Antonini) depositata venerdì. I giudici costituzionali, impegnati a decidere sulla legittimità di una norma che proroga fino al 2032 i termini entro i quali gli agenti della riscossione devono comunicare agli enti creditori l'addio alle vecchie cartelle ormai impossibili da incassare, si sono posti una domanda cruciale: le società scorporate da Equitalia, e attive nella riscossione dei tributi locali, sono equiparabili all'«agente della riscossione»? La risposta è netta, e negativa. Perché queste società «non fanno parte del sistema “pubblico” della riscossione». E le conseguenze sono a catena. A loro non si applica la maxi-proroga delle comunicazioni di inesigibilità, che era il tema diretto del contendere. Ma nemmeno le tre rottamazioni e gli stralci che, come spiegano puntualmente le varie leggi che si sono succedute per chiudere in maniera agevolata i rapporti con il fisco, riguardano «i carichi affidati agli agenti della riscossione» (si veda per esempio, da ultimo, l'articolo 3, comma 1 del decreto fiscale 119/2018).

Quali le conseguenze? "Le cartelle stralciate o rottamate rinascono dalle proprie ceneri", commenta il quotidiano di Confindustria, "i contribuenti interessati rischiano di vedersi chiedere imposte, sanzioni e interessi. Il tutto in un caos gestionale quasi irrisolvibile. Perché i debiti rientrati in gioco sono antichi, e spesso di basso importo unitario. Ma sono tanti, e la loro riscossione ridiventa obbligatoria. Perché chi gestisce entrate pubbliche deve renderne il conto e sopportare importanti responsabilità anche erariali".