La famiglia Pomilio tra genio, creatività e frammenti di storia 

Il ritratto di una stirpe di eclettici ingegneri e inventori e delle loro imprese, dalla Cartiera Celdit all’Aurum 

CHIETI. Una dinastia di ingegneri, inventori, creativi, progettisti, industriali. Quella dei Pomilio, famiglia abruzzese che ha intrecciato per decenni le proprie sorti a quelle della regione, è una storia che affascina e stupisce, di quelle che ci si potrebbe scrivere un libro. E infatti, così ha fatto Maurilio Di Giangregorio, in un volume che raccoglie le vicende degli undici fratelli Pomilio, seguendoli dal paese di Archi, nel Chietino, fino a Francavilla al Mare, dove in un sontuoso mausoleo sono sepolti quasi tutti i componenti della famiglia.
Una cavalcata attraverso gli anni tra la fine dell’età giolittiana e gli anni del boom economico, in cui le avventure degli eclettici fratelli si intersecano tra di loro e si sovrappongono alle vicende economiche abruzzesi e meridionali.
La storia della dinastia, come si diceva, affonda le radici ad Archi dove il 16 luglio 1843 nasce Domenico Livio Giuseppe Pomilio. I genitori, Donna Diana Lannutti e Don Massimo Pomilio, sono discendenti di famiglie notabili del paese e Livio si laurea presto in ingegneria, diventando poi direttore tecnico dell’amministrazione provinciale di Chieti: suo il riassetto della rete viaria che collega con oltre 600 strade tutti i centri abitati della provincia.
Domenico Livio si sposa con Giuseppina Cortese, signorina di ottima famiglia napoletana, e insieme crescono ben undici figli: due femmine, da avviare a buoni matrimoni, e nove maschi, che invece si laureano tutti. Anzi, seguendo la naturale propensione della famiglia per una approfondita e seria educazione, dopo la laurea fanno tutti anche periodi studio all’estero, tra Germania, Svizzera e Francia, cosa che era abbastanza inusuale all’epoca.
OTTORINO E
LA PASSIONE PER IL VOLO
Ottorino si laurea a Napoli in ingegneria industriale ed elettrotecnica. Si specializza a Parigi e, rientrato in Italia, viene nominato capo dell’Ufficio Tecnico del Battaglione Aviatori. Dopo aver stabilito nel 1913 il primato italiano di volo in altezza si dedica alla sua più grande passione, la costruzione di aerei, lavorando con il fratello Carlo e con un altro genio abruzzese dell’ingegneria aereonautica, Corradino D’Ascanio, padre della Vespa e dell’elicottero. I tre costruiscono 300 aerei al giorno per la Real Casa Savoia e lavorano anche oltreoceano, ma alla fine del conflitto Ottorino abbandona gli Stati Uniti e il suo sogno di convertirsi all’aereonautica civile per dedicarsi esclusivamente alla chimica, con i fratelli Ernesto e Umberto.
UMBERTO E L’IDEA
PER PRODURRE CELLULOSA
Anche Umberto si laurea a Napoli, ma in ingegneria chimica, e si specializza poi in Germania. A Napoli fonda l’Elettrochimica Pomilio, dove fino al 1918 produce cloro per le armi chimiche usate durante la Prima Guerra mondiale. Alla fine del conflitto, Umberto decide di riconvertire l’azienda utilizzando il surplus di produzione di cloro per l’estrazione della cellulosa, mettendo a punto insieme al fratello Ottorino il cosiddetto “metodo Pomilio”, con cui riesce a produrre cellulosa dalla paglia e dallo sparto libico, facendo a meno del costoso legno. Apre, sempre insieme a Ottorino, una cartiera a Chieti, la Celdit (Cellulosa d’Italia) dove trovano impiego, nel dopoguerra, oltre mille dipendenti, tra cui molte donne.
Umberto sposa Sabatier Mariê Edmêe Celine Genevievê, figlia del premio Nobel per la chimica Paul Sabatier, con la quale ha un unico figlio, Mario, che muore tragicamente sui Pirenei all’età di 15 anni. Nel 1953, il Cai di Chieti intitola allo sfortunato ragazzo il Rifugio sulla Maiella.

AMEDEO
L’ALCHIMISTA ILLUMINATO
Amedeo, laureato in economia in Svizzera ma anche appassionato di infusi e liquori, è conosciuto come il creatore dell'Aurum, l’ambrato liquore a base di agrumi.
Nel pregevole stabilimento dove l’ampio ferro di cavallo progettato dal grande architetto fiorentino modernista Giuseppe Michelucci si incastra con gli archetti dell’ex Kursaal, si sprigionano gli aromi dell’Aurum, della Cerasella e della Mentuccia imbottigliate nelle caratteristiche bottiglie tondeggianti di Murano impreziosite dalla tipica etichetta in stile Liberty.
Convinto sostenitore del valore delle regioni come collante dell’idea di nazione, Amedeo fonda l’Unione delle Genti d’Abruzzo, con cui afferma un vero e proprio atto di fede verso il territorio e le tradizioni locali, fonti di potenzialità da sfruttare per la rinascita della regione.
Amedeo Pomilio, imprenditore illuminato ante litteram che chiama i suoi operai “collaboratori”, rende la fabbrica di Pescara anche un luogo di cultura e arte, che ospita concerti e recital di artisti come Arturo Toscanini, Renata Tebaldi, Aroldo Tieri.
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