Comunicato Stampa: “Noo Giulia!!! L’amore non basta”, il volto nascosto della violenza e la forza di chiamarla per nome

Se l'amore non basta, allora cosa ci resta? Questa domanda, che aleggia nelle pieghe più intime del romanzo "Noo Giulia!!! L’amore non basta" di Gabriella Marchese , pubblicato dal Gruppo Albatros il Filo , si insinua pagina dopo pagina con l'insistenza dolceamara di ciò che non si può ignorare. L’opera di Marchese si costruisce su un’impalcatura quotidiana fatta di ritorni e ferite, di slanci improvvisi e nostalgie taciute, dove il tempo si spezza e si ricompone nei dettagli. E lo fa con uno stile che restituisce al lettore il tremore emotivo delle scelte che cambiano la vita.
Il romanzo si apre su un'estate del 2011. Giulia, la protagonista, parte per una vacanza in Puglia con la sorella e i nipoti, un ritorno alle origini, nella terra in cui ha trascorso le estati dell’infanzia. Nella città in cui vive ormai da tanti anni rimane Angelo, il fidanzato di sempre, uomo pacato e gentile, simbolo di quella stabilità rassicurante che però, proprio in quanto tale, comincia a scricchiolare sotto il peso di qualcosa di più urgente.
In Puglia, Giulia incontra Rocco, una figura dirompente e magnetica, con cui da adolescente aveva vissuto un breve amore , rimasto però in sospeso. Rocco è cambiato: da ragazzo gracile e affettuoso è diventato un uomo sicuro, dal passato tormentato. Inizia così una danza fatta di sguardi, silenzi, memorie corporee e parole non dette. Gabriella Marchese costruisce con abilità la tensione affettiva tra i due, come un filo che si tende lentamente tra desiderio e senso del dovere.
La direzione del romanzo cambia all’improvviso con l'arrivo di una notizia devastante: il padre di Giulia è gravemente malato. La morte del padre è narrata con un pudore struggente ed è dopo quel lutto che Giulia comincia a cambiare per davvero , rendendosi conto che l’amore che Angelo prova per lei non è più sufficiente.
Rocco, dal canto suo, non è un principe azzurro. Ha un passato burrascoso, con problemi con la legge e amicizie sbagliate. È un uomo che ha saputo riconoscere Giulia anche dopo dieci anni, che la cerca, la rincorre, la desidera. Ma quel desiderio, a poco a poco, si rivela essere qualcosa di più ambiguo: un bisogno di possesso , una sete di controllo . La sensualità che pervade il loro rapporto si carica di zone d’ombra via via più evidenti. Rocco non accetta il rifiuto, la tensione tra attrazione e paura si fa sempre più palpabile e Giulia si ritrova a camminare sul crinale sottile tra ciò che potrebbe essere amore e ciò che comincia a somigliare a una forma di violenza emotiva .
In Rocco, tutto ciò che fino a quel momento era stato interpretato come un gesto d’amore si trasforma in controllo e minaccia: la sua presenza diventa sempre più invasiva, ma niente accade all’improvviso. Marchese sceglie un tempo lento la cui trasformazione impedisce di distinguere chiaramente il confine tra l’incanto e l’incubo . È un libro che si costruisce sui non detti, su ciò che Giulia cerca di nascondere alla propria famiglia, forse per vergogna e insicurezza, o forse per non causare un altro dolore a un nucleo già prostrato dal lutto. L’autrice segue i pensieri, i sensi di colpa e le negazioni della protagonista, il desiderio di “salvare” l’uomo che la sta lentamente isolando dal mondo. Il libro mostra come la violenza non sempre si incarna subito nel gesto più estremo, ma può essere un abbraccio che stringe troppo, una mano che guida “per il tuo bene”, una voce che grida “sei mia”.
Gabriella Marchese scrive con una lingua pulita, diretta, emozionale . Il suo stile si fa specchio della protagonista: mai manierato, mai compiaciuto, ma sempre sincero. In certi momenti, il romanzo prende la forma di un diario, in altri di una sceneggiatura affettiva. I dialoghi sono credibili, vivi, come anche le scene familiari, che ci avvicinano sempre di più alla sensibilità di Giulia.
Il testo è accessibile in maniera trasversale, che si presta a una lettura emotiva . Il lettore, più che assistere a ciò che accade, lo sente tanto quanto la protagonista. Potremmo dire che si costruisca su una grammatica dell’empatia, che si sviluppa attraverso la progressiva erosione delle certezze di Giulia, sulle quali sarà presto possibile costruirne di nuove. È uno stile che invita alla partecipazione , che non mostra ma accoglie. In questo senso, la scrittura di Gabriella Marchese si inserisce in quella linea della letteratura che non ha bisogno di effetti speciali per restituire la densità dell’esistenza.
In filigrana, si avverte anche una riflessione sulla solitudine : quella che si prova anche stando in coppia, che ci abita quando perdiamo qualcuno che amiamo e che ci obbliga a reinventare la nostra storia. Quando la vita ci espone al dolore o ci mette davanti a uno specchio che non avevamo chiesto, e ci troviamo a riscrivere la nostra identità con le mani tremanti, come fa Giulia quando capisce che l’amore non basta. In questo senso, “Noo Giulia!!! L'amore non basta” è anche un romanzo sul silenzio : quello imposto da chi prevarica sull’altra persona, come anche quello più sottile e profondo delle domande che non osiamo fare e delle verità che lasciamo incastrate tra le righe di un dialogo interrotto. Silenzi che pesano come macigni, che urlano più delle parole, che tengono sospesi i legami o li frantumano. Marchese li coglie e li lascia respirare, con una scrittura che, nel non detto, trova la sua eco più sincera.
Il testo ci consegna anche una riflessione sottile sull' identità femminile e il suo spazio nell'immaginario contemporaneo. Giulia non è l’eroina impeccabile dei romanzi di formazione, né l’archetipo tragico della vittima. È, piuttosto, una figura sospesa, che cerca sé stessa nella tensione continua tra desiderio e dovere, tra l'adesione a ciò che le è stato insegnato e fedeltà a ciò che sente. Sbaglia, mente, si lascia attrarre dall’ombra e dal rischio: ma in questo suo disordine esistenziale c’è un’ urgenza di verità che la rende profondamente credibile. L’autrice sceglie una protagonista in fieri, che si costruisce più nel dubbio che nella certezza. Il coraggio, sembra dirci l’autrice, non è quello di chi sceglie sempre la strada giusta, ma di chi accetta di non sapere e di muoversi tra le pieghe della confusione e delle contraddizioni.
Gabriella Marchese affronta anche il delicato tema della maternità , che per la protagonista si configura come un atto di riscatto e riappropriazione della propria identità. In Giulia, l’essere madre si intreccia con la necessità di costruire un’identità nuova, spezzando le catene del passato senza rinnegarlo.
Con una fermezza ineludibile, Gabriella Marchese ci consegna una storia che scuote, interroga e mobilita le nostre coscienze. “Noo Giulia!!! L’amore non basta” è un romanzo che ha il coraggio di dire ciò che spesso si tace: che l’amore, da solo, non salva . Che la violenza può nascondersi sotto abiti insospettabili, e che il primo passo verso la libertà è chiamarla per nome. L’autrice lancia un messaggio preciso: si può ricominciare. Si deve, anche quando tutto sembra spezzato e la paura ha già scavato le sue tane e, soprattutto, non bisogna voltarsi dall’altra parte, per non lasciarsi convincere che sia normale vivere nella paura. Il libro tende la mano a tutte le Giulia (e ai Giulio) che esistono, chiedendo responsabilità a chi osserva e tace. Ci invita a restare vigili e a ricordare che, se l’amore non basta, allora è tempo di affermare il diritto di esistere interi , senza paura.
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