Gli aiuti per l'Ucraina raccolti dalla guardia di finanza di Pescara (foto Giampiero Lattanzio)

GUERRA

La Finanza spedisce aiuti umanitari, dall'Ucraina richieste di armi e giubbotti anti proiettile

Le fiamme gialle di Pescara raccolgono beni di prima necessità, nell'Aquilano arrivano altri profughi. Imprenditori e politici abruzzesi raccontano: "Amici e parenti che sono sul fronte ci hanno chiesto di aiutarli con le armi". A Pescara richiesta l'attivazione di un conto corrente

L'Abruzzo aiuta il popolo ucraino. Anche il comando provinciale della guardia di finanza di Pescara, insieme al reparto aeronavale, si unisce all'abbraccio all'Ucraina. Questa mattina nella chiesa greco-cattolica di rito bizantino del Santissimo Sacramento per l'Adorazione dì via dei Bastioni, il comandante delle fiamme gialle di Pescara colonnello Antonio Caputo, con un'aliquota di finanzieri e una folta rappresentanza ucraina che vive a Pescara, ha organizzato un momento di solidarietà con il popolo ucraino, raccogliendo, tra i militari del comando di Pescara, beni di prima necessità e fondi da consegnare oggi stesso al parroco ucraino don Dimitri.

All'evento di questa mattina hanno partecipato anche cittadini dì nazionalità russa come occasione dì unione. "Quello di oggi - ha detto il colonnello Caputo - è un momento di fratellanza verso il popolo ucraino e ringrazio per questo don Dimitri che è oggi al nostro fianco. In questi giorni c'è stato un moto spontaneo per manifestare in maniera concreta un piccolo grande aiuto per chi vive un momento di difficoltà. Solidarietà e fratellanza vuol significare anche carità e ringrazio tutti per la partecipazione per questo primo gesto di vicinanza nei confronti anche della comunità ucraina pescarese". "Grazie ai finanzieri per la loro immensa generosità - ha detto don Dimitri. Grazie anche ai miei ragazzi, fratelli, che hanno capito che camminando uniti contro le ostilità, è possibile intonare insieme un inno alla pace. Aspettiamo e preghiamo oggi per la pace che arrivi al più presto".

Continua nel frattempo la raccolta di medicine, vestiti e quant'altro a Pescara, in piazza Unione, sotto al palazzo del consiglio regionale. Gli organizzatori segnalano che c'è anche qualcuno che vuole partecipare con soldi in contanti e/o tramite bonifico. Pertanto chiedono la possibilità di attivare un numero di conto corrente in quanto non vogliono assolutamente prendere soldi. Chi può dare consigli può telefonare al numero 331.8434674

La Asl provinciale dell'Aquila si sta organizzando per accogliere i profughi dall'Ucraina: ieri una decina di persone sono state ospitate in case private nel comune di Tagliacozzo, in accordo con il sindaco, Vincenzo Giovangnorio, e una quindicina di persone a Fagnano Alto dove il primo cittadino, Francesco D'Amore, ha aperto i moduli abitativi provvisori che erano stati costruiti dopo il terremoto del 2009 dell'Aquila. Queste persone devono rispettare cinque giorni di quarantena per il Covid. In seno all'azienda sanitaria si sta attivando una rete di assistenza per verificare le condizioni di salute e fornire assistenza e per effettuare tamponi ed eventualmente vaccini anti Covid. "Ci aspettiamo un flusso di cittadini che fuggono dalla guerra e ci stiamo organizzando per l'assistenza insieme alle altre istituzioni, prima fra tutte la prefettura" spiegano fonti interne alla Asl guidata dal direttore generale, Ferdinando Romano.

All'Abruzzo è arrivata anche la richiesta di armi. "Ci servono armi e giubbotti anti proiettile". E' questa la richiesta che si sono sentiti recapitare per telefono alcuni imprenditori e rappresentanti istituzionali abruzzesi da parte di amici e conoscenti che si trovano in Ucraina. Non viveri o medicine, quindi, ma gli strumenti per organizzare la resistenza dopo l'attacco della Russia da parte dei civili. Le istanze, naturalmente, non possono essere soddisfatte trattandosi di privati cittadini e istituzioni pubbliche. "Siamo rimasti frastornati, direi sconvolti, da quanto ci è stato chiesto - spiega un imprenditore non citato dall'agenzia Ansa - sono richieste che vengono da persone che fino a qualche giorno fa vivevano in città e territori tranquilli, praticamente europei. Tutto questo ci deve far riflettere sulla portata e le conseguenze di questa assurda guerra che è arrivata a casa nostra".