La Regione Abruzzo boccia la legge sul fine vita. Monta la protesta: «Atto irresponsabile»

Voto contrario della maggioranza. D’Amico: "Inascoltate le richieste di migliaia di cittadini”. Il Pd: "Brutta pagina di politica". Il Movimento 5 Stelle: "Destra dice no al diritto di scegliere". L’Associazione Luca Coscioni: "Competenza applicata dalla Toscana dove è operativa". Fratelli d’Italia: “Bene l’Abruzzo, il governo non calpesta la dignità e la vita”
L’AQUILA. Il Consiglio regionale dell'Abruzzo ha bocciato il progetto di legge sul fine vita. La legge è stata bocciata con i voti della maggioranza di centrodestra, che ritiene si tratti di un tema di competenza nazionale, mentre il centrosinistra ha votato sì. Il progetto di legge d'iniziativa popolare, per la prima volta utilizzato nell'assemblea abruzzese, è nato dalla campagna “Liberi Subito” dell'associazione Luca Coscioni.
REAZIONI
IL PD. "Quella di oggi è una brutta pagina per il Consiglio Regionale d'Abruzzo e per la politica tutta: di fronte a una proposta di legge sul fine vita attesa, condivisa, urgente e sostenuta da un'ampia e significativa iniziativa popolare, la destra ha scelto ancora una volta la strada del comodo temporeggiamento". Lo dichiarano il segretario regionale del Partito Democratico, Daniele Marinelli, con la responsabile Diritti del Pd Abruzzo, Marielisa Serone, e il Gruppo Pd in Consiglio regionale, dopo la bocciatura della legge regionale sul fine vita, all'ordine del giorno della seduta odierna. "È un comportamento grave, un insulto a tutte quelle persone e famiglie che ogni giorno affrontano la sofferenza senza tutele, senza certezze, senza una legge che riconosca il diritto fondamentale alla libertà e alla dignità fino all'ultimo istante della vita" aggiungono. "Il centrodestra ha dimostrato, ancora una volta, incapacità di affrontare con coraggio e responsabilità i grandi temi civili del nostro tempo - proseguono gli esponenti del Pd - Ha preferito nascondersi, forse intimorito più dalla paura di perdere consenso che di dare il via a un'iniziativa civica di enorme significato. Ma le sofferenze delle persone non possono divenire campo neutro della politica né essere giudicate com'è accaduto per bocca di qualcuno oggi in aula: la proposta di legge sul fine vita non è né ideologica né divisiva, ma nasce dalla necessità concreta di offrire un quadro normativo chiaro, umano e rispettoso per chi affronta condizioni di sofferenza irreversibile. Era ed è il tentativo, civile e responsabile, di colmare un vuoto che la politica ha il dovere di affrontare, senza più delegare tutto alle sentenze della Corte Costituzionale". Oggi il Consiglio regionale d'Abruzzo, continua la nota del Pd, "ha perso un'occasione storica. La bocciatura è una resa morale, un arretramento sul piano dei diritti civili, che però non arresta la mobilitazione a favore di questa battaglia di iniziativa popolare, che, quindi, coinvolge la società e le istituzioni. La dignità non può aspettare, come dimostra la storia di Daniele Pieroni, scrittore pescarese che ha usufruito della scelta resa possibile dal fatto che risiedeva in Toscana, unica Regione che ha espresso tale indirizzo".
MOVIMENTO CINQUE STELLE: "Con un voto che tradisce la volontà di oltre ottomila cittadine e cittadini, oggi, in Consiglio regionale la maggioranza di destra ha bocciato la proposta di legge per dare regole e tempi certi alla scelta libera e consapevole di gestire il proprio fine vita da parte di persone affette da patologie gravi e irreversibili". Lo dichiarano i consiglieri regionali abruzzesi del Movimento 5 Stelle Francesco Taglieri ed Erika Alessandrini che definiscono la legge "una proposta di civiltà, che avrebbe colmato un vuoto normativo drammatico, affossata per ragioni puramente ideologiche, senza alcun rispetto per il dolore e la dignità delle persone malate, pur essendo un diritto già stabilito dalla Corte costituzionale". "Siamo davanti a una sconfitta per l'Abruzzo, ma soprattutto per chi vive ogni giorno dentro una sofferenza che non lascia scampo. La destra ha scelto scientemente di ignorare il grido silenzioso di chi chiedeva solo il diritto di poter scegliere e ha voluto mandare al macero 8.119 firme di cittadini protagonisti di un prezioso momento di democrazia".
Per Alessandrini e Taglieri, "quella bocciata oggi non era una forzatura politica, ma un testo che si limitava a regolamentare l'accesso al suicidio medicalmente assistito nei casi già riconosciuti dalla Corte Costituzionale. La destra ha preferito l'oscurantismo rifugiandosi nelle false argomentazioni della competenza nazionale e non regionale insieme all'impugnazione della legge regionale della Toscana che, pur essendo stata impugnata, non è stata sospesa, ma resta a tutti gli effetti valida e vigente. L'Abruzzo avrebbe potuto altrettanto". "L'ipocrisia vista oggi in aula è quella della stessa maggioranza che, per mesi, ha rallentato l'iter della legge: sedute rinviate, audizioni ignorate, discussione relegata in fondo all'agenda. E ora, con un voto che sa di accanimento ideologico, ha detto no non solo a questo testo, ma alla libertà di scelta, alla dignità del vivere e del morire, al rispetto per la volontà popolare, scaricando le proprie responsabilità su un fantomatico testo depositato in Senato".
FRATELLI D’ITALIA. "Dal Consiglio regionale dell'Abruzzo arriva una chiara e netta bocciatura al progetto di legge sul fine vita. Accolgo questa decisione con grande soddisfazione perché è in linea con i valori da sempre difesi dal governo Meloni e Fratelli d'Italia. I diritti inalienabili non sono materia di competenza regionale. I diritti inalienabili, di cui primo diritto quello della vita umana, sono un riconoscimento fondamentale della persona, che lo Stato difende e deve difendere. La vera emergenza oggi è garantire equo accesso alle cure, soprattutto alle cure palliative che la legge n.38/2010 dello Stato già dispone. Il suicidio non è una risposta. Nostro dovere, come legislatori, è infatti quello di garantire ai malati ogni cura e assistenza necessaria. Il governo Meloni non permetterà che la dignità umana e la vita umana vengano calpestate". Lo dichiara il deputato di Fratelli d'Italia e responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito, Maddalena Morgante.
ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI. "Il Consiglio regionale d'Abruzzo si è dichiarato incompetente a normare ciò che il Servizio sanitario regionale già è obbligato a fare: dare risposta a chi chiede di essere aiutato a morire. La decisione presa dalla maggioranza è un atto di irresponsabilità nei confronti delle persone malate e dei medici, privati di ogni garanzia sui tempi e sulle modalità per chiedere e ottenere l'aiuto alla morte volontaria". E' quanto dichiarano, in una nota, Marco Cappato e Filomena Gallo, tesoriere e segretaria nazionale dell'Associazione Luca Coscioni, dopo la bocciatura della proposta di legge sul 'fine vita' in aula, oggi pomeriggio all'Aquila. "La competenza regionale è stata correttamente applicata dalla Regione Toscana, la cui norma è perfettamente operativa, pur essendo stata impugnata dal Governo - precisano Cappato e Gallo - La questione continuerà a gravare anche sul Servizio sanitario abruzzese, che ha comunque il dovere di rispettare la sentenza 'Cappato-Dj Fabo' della Corte costituzionale intervenendo 'prontamente' come stabilito dalla stessa Corte nel 2024. Un 'dovere' dimostrato anche dalle numerose condanne subite dalle Asl che si sono rifiutate di farlo". "L'assenza di scadenze definite per legge determina lunghi tempi di attesa, come i due anni attesi da Federico Carboni e Laura Santi. Come 'Associazione Luca Coscioni' continueremo ad aiutare le persone che lo chiederanno a far valere i loro diritti, a denunciare nei tribunali i ritardi nelle risposte del Servizio sanitario e ad aiutare anche materialmente chi ne ha diritto a ottenere l'autosomministrazione del farmaco per il 'suicidio assistito' anche in Abruzzo. Ringraziamo le 8.119 persone che hanno reso possibile, con la loro firma, il dibattito sulla legge regionale 'Liberi Subito' e tutte le consigliere e consiglieri regionali che non hanno nascosto la testa sotto la sabbia e che erano pronti a esprimersi nel merito".