Scanno

La spilla abruzzese dell’orafo Di Rienzo sul Pallio del Papa

15 Ottobre 2025

Donata a Benedetto XVI durante la storica visita a Sulmona ora rispunta dopo 15 anni sulle sacre vesti di Leone XIV

SCANNO. C’è un frammento d’Abruzzo che domenica scorsa ha brillato in piazza San Pietro, sotto gli occhi del mondo intero. Durante la santa messa presieduta da Papa Leone XIV per il Giubileo della Spiritualità mariana, sul Pallio Pontificio del Santo Padre sono comparsi due spilloni d’argento dorato, realizzati a mano dal maestro orafo Eugenio Di Rienzo, titolare dell’omonimo laboratorio di Scanno. Un segno discreto ma profondo, che racconta la fede, la tradizione e la maestria di un territorio capace di custodire il bello anche nei dettagli più piccoli. «È stata un’emozione grandissima», racconta Di Rienzo, «sapere che il Papa ha indossato gli spilloni che avevo realizzato anni fa, in occasione della visita di Benedetto XVI a Sulmona nel 2010. Allora li avevo creati come segno di fede e di identità del nostro territorio, mai avrei immaginato di rivederli sul Pallio di un altro Pontefice». L’opera, raffinata e ricca di simboli religiosi, è interamente lavorata a mano nel laboratorio di famiglia, fondato negli anni Cinquanta dal padre Nunziato, figura storica dell’oreficeria scannese, scomparso sei anni fa. «La mia è una tradizione che nasce da lontano», afferma, «mio padre mi ha insegnato che ogni metallo ha una voce, basta saperla ascoltare. Ho continuato quel percorso, cercando di unire l’arte orafa abruzzese alle esigenze contemporanee. Credo che in ogni gioiello ci debba essere un’anima, un significato che va oltre il valore materiale». Gli spilloni, utilizzati per fermare il Pallio Pontificio, rappresentano uno dei simboli più solenni del ministero papale. La loro forma sobria e armoniosa riflette l’essenza della spiritualità cristiana, in cui l’ornamento diventa espressione di servizio e di grazia. «Il Papa li ha indossati come segno di semplicità», racconta l’artista, «un gesto che mi ha colpito. È il modo più alto per dire che anche la bellezza può essere povera, essenziale, vicina alla gente». Il maestro ricorda con affetto il momento della creazione: «Li realizzai per la visita di Benedetto XVI del 4 luglio 2010. Fu un evento straordinario per Sulmona, una giornata di grazia. Gli spilloni furono pensati come dono simbolico, un gesto di riconoscenza della nostra comunità verso il Santo Padre». Il contatto con il Vaticano, spiega Di Rienzo, avvenne «in modo naturale, grazie alle relazioni nate in occasione del Giubileo celestiniano. Da allora è rimasto un legame spirituale, più che formale. Vedere oggi Papa Leone XIV indossarli è come se il tempo si fosse chiuso in un cerchio perfetto». Nel suo laboratorio, tra strumenti antichi, lime, martelli e pietre preziose, Eugenio Di Rienzo continua a creare opere uniche, sacre e contemporanee. Ogni oggetto nasce da un disegno, ma anche da un pensiero. «Il mio lavoro» spiega «è la mia vita. Non si tratta solo di creare oggetti preziosi, ma di trasmettere qualcosa di profondo. È questo il dono più grande che l’artigianato possa offrire». Oggi la sua bottega è punto di riferimento per l’oreficeria artistica abruzzese, un luogo dove la tradizione si rinnova ogni giorno. «Mi piace pensare» conclude «che in ogni mia creazione ci sia un po’ della nostra terra, dei suoi colori e della sua luce. Se anche un piccolo frammento di quel mondo è arrivato fino a Roma, sul cuore del Papa, allora il mio lavoro ha trovato davvero il suo senso».