L’Abruzzo economy summit tra energia e sviluppo del territorio

30 Settembre 2025

Dalle fragilità di un modello basato sulla dipendenza estera alla cultura come motore di rigenerazione. Il calo demografico e la sostenibilità del sistema sanitario sono stati al centro del dibattito con esperti

Le grandi trasformazioni economiche in atto, che interessano l'Abruzzo e l'intero Paese, il tema dell’energia e le fragilità di un modello basato sulla dipendenza estera. E ancora, l'avvento dell'Intelligenza artificiale che sta "ridisegnando le economie e gli equilibri politici e sociali internazionali", il calo demografico e la sostenibilità del sistema sanitario, la cultura come motore di rigenerazione, con lo sguardo rivolto all'Aquila capitale italiana della cultura 2026. Tanti e variegati i temi della quinta edizione dell’Abruzzo Economy Summit, che si è svolto a Pescara. Un appuntamento, organizzato dalla società Mirus, che pone l'Abruzzo al centro delle sfide energetiche, demografiche e industriali. Ne ha analizzato prospettive e criticità, con nomi di altissima caratura, studiosi, politici, scienziati, economisti, giornalisti. Energia, demografia, industria, cultura e scenari globali si sono intrecciati in un mosaico che restituisce l’immagine di un territorio consapevole delle sfide e pronto a misurarsi con i grandi cambiamenti del nostro tempo. Il summit ha affrontato anche il futuro dell’automotive, tema decisivo per la Val di Sangro, cuore della filiera abruzzese. La sfida è duplice: salvaguardare occupazione e produzione nazionale e, al tempo stesso, guidare una transizione ecologica che non si limiti all’elettrico, ma che sperimenti strade parallele come biocarburanti e idrogeno. Una riflessione che ha intrecciato aspetti industriali, ambientali e politici, ribadendo il ruolo centrale dell’Abruzzo in questo comparto. Il tema della transizione energetica ha assorbito un'ampia parte della discussione. «L'eolico offshore in particolar modo, le rinnovabili sono essenziali per il mix energetico. Devono essere sicuramente supportate da tecnologia, quindi dai nuovi inverter e quant'altro per evitare che accada qualcosa come in Spagna. Ma sono assolutamente utili, anche perché basti pensare che oggi fare una domanda su ChatGPT consuma circa 34 watt-ora. Significa 10 secondi di televisione accesa«, ha spiegato, nel suo intervento, Riccardo Toto, direttore Generale Renexia Spa, «significa oggettivamente che l'energia continuerà sempre a essere necessaria e ne servirà sempre di più. Molti studi dicono che dai 300 a 3 watt-ora di oggi si passerà, nell'arco di vent'anni a 600».

Ma come si fa a produrre questa energia? «Dal nostro punto di vista», ha sottolineato Toto, «le rinnovabili devono per forza di cose avere un ruolo e, in particolar modo, l'eolico offshore che non occupa e non consuma territorio, debba avere effettivamente un ruolo preponderante rispetto a quelle che sono il futuro delle energie rinnovabili. Noi in questo momento abbiamo due progetti principali: uno nel canale Sicilia da 2,8 gigawatt, che può dare energia a circa 3 milioni e mezzo di famiglie italiane, e uno negli Stati Uniti da 1,7 gigawatt. Sono progetti a cui teniamo particolarmente perché rispettano il territorio e che vengono a valle di un confronto continuo con il territorio e con tutti i vari stakeholder. Solo con l'eolico offshore, in Italia, si potranno fare fino a 15 gigawatt circa: significa che potrà avere un impatto sull'economia italiana con un valore aggiunto di 45 miliardi, se fatto naturalmente con le dovute regole e nei dovuti modi. Dal nostro punto di vista questo è possibile farlo ad un costo assolutamente accessibile».

«L’Abruzzo con le proprie eccellenze può beneficiare appieno del volàno economico proveniente dal nuovo mercato energetico europeo», la sintesi di Massimiliano Tacconelli, VP Nuclear&amp e Big Science Director Walter Tosto Spa, «per esportare la nostra eccellenza però, abbiamo bisogno di una sinergia tra istituzioni pubbliche e private. È necessario potenziare le vie del mare, i ponti, i porti e ripensare a una scuola non vicino ma dentro le aziende».

Per Agostino Scornajenchi, amministratore Delegato di Snam «il gas è fondamentale per sicurezza e competitività». «Nel corso di questi anni è stato posto – forse con eccessiva enfasi e senza tenere in sufficiente considerazione la regola della tecnica – l’accento sulla transizione energetica, immaginando di poter sostituire dall’oggi al domani fonti che tuttora costituiscono un elemento fondamentale del sistema produttivo e di consumo», ha evidenziato Scornajenchi, «perché più che di transizione preferisco parlare di integrazione energetica, dove tutte le componenti del mix concorrono allo stesso obiettivo, e le molecole si integrano con gli elettroni dando continuità di fornitura. Il gas naturale è utile perché affidabile e programmabile, è presente sempre, ovunque, ed è sicuro. Non c’è nessuna tecnologia che da sola possa fare la differenza e il gas, oltre ad essere una delle soluzioni più sostenibili da usare, è anche quella che spesso consente e abilita la sinergia fra le altre». Nel corso dell'Abruzzo Summit economy si è discusso anche di nucleare «che può diventare un tassello strategico della sicurezza nazionale: Per decenni abbiamo affidato il nostro mix energetico ad un'eccessiva dipendenza dall'Estero", secondo Luca Mastrantonio, amministratore delegato di NucItalia, «come fonte stabile il nucleare potrà favorire la penetrazione delle fonti rinnovabili in una formula complementare e non competitiva. Uno dei compiti di NuclItalia sarà identificare la tecnologia nucleare più adatta a soddisfare i fabbisogni del sistema energetico italiano».