Linfedema, patologia post tumorale che mette a rischio 1.200 abruzzesi l'anno

I dati diffusi in occasione del convegno internazionale a Francavilla. Colpisce in particolare le donne, provoca gonfiori agli arti . L'Associazione Resilia: "La Regione recepisca la normativa sull'assistenza"

PESCARA. «Sono oltre 1.200 l'anno, in maggioranza donne, i cittadini abruzzesi a rischio Linfedema, una patologia post-tumorale che può rivelarsi gravemente invalidante». Così Ettore Cianchetti, responsabile dell'Eusoma Center di Ortona, questa mattina in conferenza stampa (nella foto in basso) insieme a Maria Antonietta Salmé, presidente dell'associazione Resilia e Stefano Maceroni, presidente regionale dell'Associazione italiana fisioterapisti.

«Il linfedema è una patologia che può essere di origine genetica o di tipo secondario, ossia derivante da patologie tumorali trattate chirurgicamente con asportazione di linfonodi - spiega Salmé -. Noi ci soffermiamo sul secondo caso, che in Italia colpisce circa 150mila persone, su 350mila complessivamente alle prese con questa patologia».

Tra i principali fattori d'incidenza figurano l'obesità e più in generale l'eccesso di peso. I sintomi sono gonfiore alle braccia o alle gambe, forti dolori agli arti, ma anche infezioni che si manifestano con rush cutaneo, febbre altissima e lesioni della cute. «Consiste in una difficoltà di drenaggio della linfa dell'arto - evidenzia Cianchetti -. Ad esempio il braccio tende a gonfiarsi, fino a diventare veramente eclatante, tanto è vero che in alcuni casi si parla di elefantiasi».

Il governo, nel 2015, ha inserito il Linfedema nel glossario dei Livelli essenziali di assistenza, prevedendo una serie di tutele per i pazienti che ne sono affetti. «In particolare alcuni cicli di linfodrenaggi e la fornitura di tutori elastici, che sono importantissimi per contrastare questa patologia - evidenzia Salmé -. Questi dettami normativi, tuttavia, sono stati recepiti soltanto da alcune Regioni, tra le quali non figura l'Abruzzo. Chi è colpito da Linfedema ha bisogno di cure, continue e regolari, per tutta la vita - continua la presidente di Resilia -. Cure che, come è stato calcolato, costano dai 14mila ai 16 mila euro l'anno e pochissimi possono permettersi».

Sabato 7 e domenica 8 settembre, presso l'auditorium dell'Hotel Villa Maria di Francavilla al Mare, si terrà un convegno internazionale, organizzato da Resilia, Italf e Aifi, che rappresenta uno dei momenti di confronto più importanti, su scala europea, sul tema del Linfedema: interverranno autorità internazionali, tra ricercatori, chirurghi, radioterapisti, oncologi ed esperti del settore fisioterapico-riabilitativo. Il professor Hakan Brorson, del Lymfodemcentrum Lunds dell'Università di Malmo, terrà una Lectio Magistralis su Fisiopatologia del Linfedema e lipolinfosuzione. «Siamo lieti di partecipare a quest'evento, di livello internazionale, che peraltro domenica coinciderà con la Giornata mondiale della fisioterapia - conclude Maceroni -. Il fisioterapista è la figura di riferimento nella cura del linfedema, per cui i siamo i primi attori nell'intervento a favore di questi pazienti».