ll piano del Governo e i tagli all’Abruzzo: meno 14 milioni alle Province per i lavori sulle strade. Ecco le conseguenze

I quattro presidenti pronti alla battaglia, previste ulteriori sforbiciate (70% in meno) entro il 2026. Cosa può accadere: meno manutenzioni, blocco di appalti e cantieri soprattutto nei piccoli centri
Quasi 14 milioni di tagli in un anno. A tanto ammonta la sforbiciata che il Governo impone alle Province abruzzesi per la manutenzione delle strade. A rischio collegamenti fermi da anni, svincoli promessi per migliorare la viabilità dei piccoli centri e che, a questo punto, potrebbero non vedere più la luce. Oltre all’ordinario, in perenne crisi strutturale. Con i quattro presidenti delle Province sul piede di guerra. Sulla carta si prevedono tagli del 70% da qui al 2026, stando ai calcoli dell’Unione Province d’Italia. Significa che da 19,8 milioni circa ne arriveranno solo 6. «Una situazione che comporterebbe il blocco di cantieri già programmati» dice il presidente dell’Upi Abruzzo, Angelo Caruso, che sottolinea come «la prospettiva di una significativa riduzione delle risorse per la sicurezza e la manutenzione straordinaria delle arterie stradali, imposte dalla Legge di bilancio e dal Milleproroghe, destinate agli enti locali, pone di fatto alcune criticità che meritano attenzione e maggiore condivisione».
I TAGLI PER PROVINCIA Nel dettaglio, a Chieti spetterebbero circa 4 milioni di euro in meno, all’Aquila 4,1 milioni, a Pescara 2,3 milioni mentre a Teramo 3,3 milioni. Una notizia che mette a rischio tutto il lavoro che i quattro Enti stanno portando avanti insieme ai 305 comuni abruzzesi. La conseguenza più ovvia è quella di dover ridurre drasticamente buona parte degli interventi programmati e già approvati nei mesi scorsi. Ma non è tutto. Non potendo contare più su fondi già da tempo concessi, probabilmente si dovranno bloccare anche una parte dei lavori in corso.
L’APPELLO A SALVINI «Comprendiamo le difficoltà legate alla finanza pubblica», ha aggiunto Caruso, presidente anche della Provincia dell’Aquila, «ma proprio per questo chiediamo con senso di responsabilità l’apertura di un confronto costruttivo con il Governo e con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, per individuare soluzioni che non mettano a rischio la sicurezza dei cittadini e lo sviluppo dei territori. Le Province non chiedono privilegi, ma strumenti adeguati». Ma c’è di più. Lo studio dell’Upi ha allargato la lente anche al 2028, prevedendo nei prossimi quattro anni una riduzione complessiva che in Abruzzo ammonterebbe a circa 24 milioni, con le risorse per le strade che passeranno da 49,6 a 25,8 milioni di euro, il 48% in meno.
IL RISCHIO SICUREZZA «Ci troviamo a gestire chilometri di strade con poche risorse» attacca Ottavio De Martinis, presidente della Provincia di Pescara «questi tagli sono una mannaia che preoccupa tutti. Abbiamo scongiurato la chiusura di alcune strade più volte, facendo salti mortali per reperire risorse ma ora siamo arrivati al limite. Ma il rischio vero è la sicurezza per i cittadini oltre ai collegamenti con territori già devastati dallo spopolamento. Quello che chiediamo è un tavolo di confronto per trovare una diversa soluzione». Di situazione drammatica parlano anche il presidente della Provincia di Teramo, Camillo D’Angelo, e di Chieti, Francesco Menna. «Il Governo continua a ignorare il ruolo fondamentale delle amministrazioni provinciali nella gestione della rete stradale» spiega Menna «dimostrando una totale mancanza di attenzione verso le esigenze delle comunità locali. Chiediamo un immediato ripensamento di questa decisione. Ci batteremo con forza per difendere il diritto dei nostri territori a infrastrutture sicure ed efficienti e non permetteremo che le esigenze delle nostre comunità vengano sacrificate sull'altare delle scelte politiche miopi e ingiuste del governo e di Fratelli d'Italia”. In serata intanto la notizia che la premier Giorgia Meloni ha ricevuto a Palazzo Chigi il presidente nazionale dell’Unione delle province d'Italia, Pasquale Gandolfi, per affrontare l’emergenza. Ma la strada sembra essere tutta in salita. E piena di buche.