Nino Santilli, 82 anni

ABRUZZO

Lutto nel mondo della scuola, muore l'ex provveditore Nino Santilli

E' deceduto a Campo di Giove, i funerali domani a Pescara. Il ricordo del presidente del consiglio regionale Sospiri: "E' stato l’emblema della scuola abruzzese"

PESCARA. Lutto nel mondo della scuola abruzzese. E' venuto a mancare oggi all'età di 82 anni l'ex provveditore regionale agli studi Nino Santilli. 

Entrato nella pubblica istruzione nel 1964 ne ha ricoperto per diversi anni il vertice regionale. Una passione, quella per il mondo della scuola, che ha diviso con il fratello Sandro, ex provveditore provinciale.

I funerali sono in programma domani, mercoledì 19 luglio, a Pescara nella chiesa della Visitazione di Zanni, alle ore 11,30. A seguire è prevista la cerimonia a Campo di Giove, suo paese natale, dove la salma sarà tumulata. In un primo momento era emerso che i funerali si sarebbero svolti direttamente a Campo di Giove. Oltre al fratello Sandro, lascia la moglie Fernanda e i figli Marco, Giampiero e Andrea. 

“Nino Santilli, provveditore regionale della Pubblica istruzione, è stato l’emblema della scuola abruzzese, la figura più rappresentativa, assieme al fratello Sandro, quest’ultimo provveditore provinciale, di quel mondo di aule, banchi, istituti, docenti, collaboratori scolastici, studenti, che ha segnato la storia del nostro Abruzzo". Lo ricorda con queste parole il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri. "La sua scomparsa odierna lascia un vuoto di sapere, di conoscenza, di cultura, che pure dovremo essere bravi a colmare ricordando la sua eredità. Alla famiglia esprimo il cordoglio e la vicinanza miei personali e di tutto il Consiglio della Regione Abruzzo”.

“Santilli era la scuola – ha ribadito il Sospiri – che a partire dal 1964 non ha mai abbandonato, assicurando un impegno, una dedizione, una passione straordinari, oltre ogni misura. E anche dopo la pensione ha continuato a dedicare se stesso al mondo dell’istruzione, non facendo mai venire meno il proprio know how, la propria irrinunciabile esperienza, come una presenza discreta, ma tangibile, continuando a dispensare i propri consigli a tutta la nuova classe dirigenziale nelle cui mani ha lasciato la sua scuola. Uomo interessato, partecipe, mai indifferente a ciò che accadeva nel mondo dei giovani, sia alle generazioni che ha visto crescere e di cui mi onoro di far parte, sia alle nuove generazioni, capace di catapultarsi dal mondo della carta all’universo digitale, di comprendere le esigenze della transizione informatica e pronto a coglierne gli effetti e i lati positivi. La sua preoccupazione principale è sempre stata quella di coinvolgere i giovani, i ragazzi, di far capire loro quanto fosse importante studiare, conoscere, sapere, e assorbire esperienze. Il dolore della sua perdita può essere arginato solo dalla consapevolezza dell’immenso patrimonio culturale che ci ha lasciato e di cui dovremo saper fare buon uso”.