Abruzzo

Marsilio e il caso delle promozioni in Regione: «Stipendi adeguati, l’opposizione ha una logica mafiosa»

19 Maggio 2025

Così il presidente della Regione Abruzzo spiega le “promozioni” di tre dirigenti: «Il mio staff è al lavoro 14 ore al giorno, non gode e non godrà di privilegi». E sbotta: «Attacchi volgari»

L’AQUILA. «Garantiscono il complesso funzionamento della macchina amministrativa». «Lavorano anche 14 ore al giorno». Quindi «nessun privilegio». E l’opposizione in consiglio regionale applica una «logica mafiosa delle vendette trasversali». Così il presidente Marco Marsilio difende in modo fermo la scelta di “promuovere” a dirigenti tre figure già negli staff della Regione Abruzzo. Con un aumento degli stipendi. «Adeguato» sottolinea con altrettanta fermezza, rispondendo a quanti questa manovra la criticano. Ovvero quelle opposizioni in consiglio regionale alle quali la replica è indirizzata, ma anche qualche rappresentante della stessa maggioranza. Però mentre i primi l’hanno denunciato con chiarezza, questi ultimi esternano il loro mancato gradimento alla manovra – che riguarda due marsicani e una aquilana – in qualche chat di Whatsapp e nei corridoi di Palazzo Silone.

«INGIUSTO DANNO, FINORA» «Il personale assunto negli uffici di diretta collaborazione del presidente non gode e non godrà di alcun ingiusto privilegio» afferma il governatore della Regione Abruzzo, al suo secondo mandato, «semmai, fino a oggi ha subìto l’ingiusto danno di lavorare anche 14 ore al giorno, seguendomi in ogni dove – spesso a loro spese – garantendo h24 disponibilità e reperibilità anche nei giorni festivi, con mansioni di alta amministrazione e responsabilità importanti da gestire per garantire il funzionamento della complessa macchina amministrativa e politica del Gabinetto di presidenza, percependo per questo carico di lavoro una retribuzione da semplici funzionari». 

COS’E’ ACCADUTO. Le “promozioni” a dirigenti comporteranno, a detta del Pd, una variazione al bilancio della Regione, per coprire gli scatti di stipendio. La prima nomina riguarda Pierpaolo D’Andrea, attuale capo segreteria dell’assessore al Bilancio e allo Sport, Mario Quaglieri, che andrebbe ad assumere l’incarico di responsabile dell’attuazione del programma nel gabinetto del presidente. D’Andrea, già consigliere comunale a Lecce nei Mari, resterebbe in orbita Quaglieri, in quanto uomo di fiducia. L’altra scelta ricade su Benedetta Fasciani, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, già componente della segreteria del presidente Marsilio. Arriva da Tagliacozzo e da tempo segue il presidente come un’ombra in quasi tutti i suoi spostamenti. Infine c’è il nome di Simona Matergia, originaria di Barisciano, paese nell’Aquilano, attuale funzionaria regionale e con una lunga esperienza nella segreteria della presidenza, dopo un altrettanto importante passato nella Asl. Matergia, è stato evidenziato negli ambienti politici lontani da Marsilio, è anche moglie di Pier Giorgio Casalena, attuale dirigente coordinatore della struttura tecnica del presidente.

L’OBIETTIVO? RIORGANIZZARE Il presidente Marsilio giustifica in questo modo il piano per i tre nominati. «La riorganizzazione del gabinetto e degli uffici di diretta collaborazione, risalente alla fine della scorsa legislatura, sta entrando finalmente in funzione, adeguando ruoli, responsabilità e relative retribuzioni a parità del budget complessivo disponibile allo scopo», evidenzia il governatore di Fratelli d’Italia, «ritengo grave che, pur di trovare argomenti per attaccare il presidente, si scada nella volgarità di attacchi personali rivolti contro lavoratrici e lavoratori che sgobbano duramente da mattina a sera», evidenzia ancora Marsilio. 

OPPOSIZIONE «MASCHILISTA» Non mancano le stoccate ai consiglieri regionali d’opposizione che hanno criticato la manovra, sottolineando come sia «gravissimo» il fatto «che la destra in Abruzzo continui a usare l’Ente regionale a suo uso e consumo elettorale, senza alcun rispetto per i lavoratori e le lavoratrici abruzzesi». E parlando di «ennesimo schiaffo in faccia a tutti quegli abruzzesi a cui Marsilio e la sua maggioranza stanno imponendo un aumento delle tasse, tagli di oltre 50 milioni a compartimenti strategici e il mancato adeguamento stipendiale per il personale sanitario, al fine di coprire l’enorme voragine dei conti della sanità dopo la loro pessima gestione». Dura la replica del governatore della Regione Abruzzo. «Incredibile che l’opposizione arrivi a far notare che una delle mie collaboratrici (Matergia, ndr) è anche la moglie di un altro mio prezioso collaboratore, come se questo non fosse un fatto noto, di pubblico dominio e di nessun rilievo», aggiunge Marsilio, «qualificarla come “moglie di” è tipico di quel maschilismo e di quella cultura del “patriarcato” che i campioni dell’opposizione dicono di combattere, ma che riproducono non appena devono squalificare qualcuna che non è tra le loro fila. Si tratta di una validissima e qualificatissima persona, che presta la sua preziosa e insostituibile collaborazione al mio fianco da sei anni, meritandosi la retribuzione adeguata alle sue competenze e capacità. Con chi sia sposata, non è argomento che debba interessare nessuno, tranne qualche soggetto che utilizzando questi argomenti manifesta solo la sua miserabile condizione umana. Altrettanto speciosa e miserabile è l’accusa rivolta agli altri due collaboratori (Fasciani e D’Andrea, ndr), rei di essere anche militanti del mio stesso partito. E dove sarebbe il problema? Si tratta di persone scelte per dare attuazione al programma di governo e coordinare le relazioni istituzionali e politiche a sostegno dell’azione del presidente. Dove avrei dovuto scegliere personale di fiducia dotato di sensibilità politica affine alla mia, nelle sezioni del Pd? Coltivo sempre la speranza che, prima o poi, le opposizioni di sinistra faranno lo sforzo di elevare il livello del pubblico dibattito, senza scadere in insinuazioni e attacchi volgari, che quando mirano a colpire le persone a me vicine somigliano tanto alla logica mafiosa delle vendette trasversali».

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