Luciano D'Amico e Marco Marsilio

ELEZIONI ABRUZZO

Marsilio in vantaggio su D'Amico: viaggia verso il bis

Le prime proiezioni danno il governatore uscente intorno al 54% e lo sfidante al 45%. Fratelli d'Italia primo partito. Le anticipazioni dagli exit poll di Noto per Rete8-il Centro

ROMA. In Abruzzo le prime proiezioni danno in vantaggio il governatore uscente Marco Marsilio, sostenuto dal centrodestra, su Luciano D'Amico, che corre per il campo largo. Nella prima schermata di Noto per Rete8-Il Centro su un campione del 5%, tra i due candidati presidenti c'è una forchetta di circa 9 punti a vantaggio del governatore uscente: Marco Marsilio al 54,5% e Luciano D'Amico al 45,4%. La seconda proiezione, su un campione al 15%, consolida questo dato con Marsilio al 54,7% e D'Amico al 45,3%.

Questa la terza proiezione, su un 25% del campione: D'Amico al 45,3%, Marsilio al 54,7%.

Arrivano i primi dati sui partiti delle due coalizioni:

- Forza Italia 14,3%, Fratelli d'Italia 24,1%, Lega 8,7%, Marsilio Presidente 5,1%, Noi Moderati 2,4%, UDC - DC 1,4%;

- Abruzzo Insieme 8%, Alleanza Verdi-Sinistra 3,4%, Lista Azione-D'Amico 4,5%, D'Amico-Riformisti 3%, 5 Stelle 7%, PD 18,1%.

La quarta proiezione conferma, nonostante il lievissimo calo di Marsilio al 54,3%, D'Amico al 45,7%.

I dati sui partiti:

- Forza Italia 14,1%, Fratelli d'Italia 23,9%, Lega 8,6%, Marsilio Presidente 5,3%, Noi Moderati 2,4%, UDC - DC 1,3%

- Abruzzo Insieme 7,9%, Alleanza Verdi-Sinistra 3,5%, Lista Azione-D'Amico 4,3%, D'Amico-Riformisti 3,1%, 5 Stelle 7%, PD 18,6%.

La proiezione delle ore 2: Marsilio 54,1% (coalizione 56%), D'Amico 45,9% (coalizione 44%).

I partiti:

- Forza Italia 13,4%, Fratelli d'Italia 24,9%, Lega 8,4%, Marsilio Presidente 5,4%, Noi Moderati 2,5%, UDC - DC 1,4%

- Abruzzo Insieme 7,9%, Alleanza Verdi-Sinistra 3,7%, Lista Azione-D'Amico 4,1%, D'Amico-Riformisti 2,8%, 5 Stelle 7,1%, PD 18,4% 

Con il passare dei minuti, la forbice fra i due candidati si allarga e la coalizione che ha governato fino ad ora la regione intravede il bis.

Secondo il primo exit poll, Marsilio veniva comunque dato in lieve vantaggio, con un dato che oscillava fra il 48,7% e il 52,7%, mentre il risultato di D'Amico era fra il 47,3% e il 51,3%. La coalizione di centrodestra viene data fra il 49,7% e il 53,7%, il campo largo fra il 46,3% e il 50,3%. Nella seconda schermata sulle intenzioni di voto la distanza è aumentata: Marsilio tra 50,5% e 54,5% e D'Amico tra 45,5% e 49,5%. Alla coalizione di centrodestra veniva invece attribuita una forchetta tra il 51,5% e il 55,5% (superiore ai dati del candidato); a quella del centrosinistra tra il 44,5% e il 48,5%.

A far concentrare le attenzioni della politica nazionale sull'Abruzzo è stata soprattutto la dinamica delle ultime elezioni, in particolare quelle in Sardegna, con la vittoria un pò a sorpresa della candidata del campo largo, Alessandra Todde, che fino a poco tempo prima del voto era data in netto svantaggio. Stesso film in Abruzzo, con i sondaggi che hanno registrato un graduale assottigliamento della distanza fra il favorito Marsilio e lo «sfidante» D'Amico. Anche per questo, gli sguardi sono stati puntati per tutta la giornata sui dati dell'affluenza. Perché specie il campo largo ha molto scommesso sulla possibilità di convincere gli indecisi, quelli che avevano in testa l'astensione: più alto sarà il numero dei votanti - era quindi il ragionamento - più alte saranno le possibilità di una vittoria per D'Amico.

Nel corso della giornata, però, i dati non hanno rassicurato troppo il campo largo: alle 12 l'affluenza era del 15,8%, in aumento rispetto alle regionali del 2019 ma solo del 2%. Alle 19 era del 43,93%, circa l'1% in più rispetto al 2019. Come successo in Sardegna, anche in Abruzzo per la campagna elettorale sono arrivati tutti i leader nazionali, compresa una discreta serie di ministri. Per il centrodestra si sono presentati insieme a Pescara la presidente del consiglio Giorgia Meloni, il segretario della Lega Matteo Salvini e quello di Forza Italia Antonio Tajani, oltre a Lorenzo Cesa (Udc) e Maurizio Lupi (Noi Moderati). Volenti o nolenti, anche i leader del campo largo hanno seguito lo stesso schema della Sardegna: tutti impegnati, ma ognun da sé, perché D'Amico, come Todde, ha voluto dare un'impronta regionale alla sfida. Così sia il presidente del M5s Giuseppe Conte sia la segretaria del Pd Elly Schlein sia il leader di Azione Carlo Calenda hanno fatto tour elettorali, ma con agende separate. Anche Todde è arrivata in Abruzzo a dare man forte a D'Amico. A differenza di quello sardo, in Abruzzo il voto è stato un tuffo nel bipolarismo più puro. Non solo perché i candidati erano solo due, senza altri incomodi: per dire, in Sardegna Renato Soru, sostenuto da Calenda e Matteo Renzi, è stato comunque una spina nel fianco di Pd e M5s, mentre in Abruzzo, D'Amico ha l'appoggio di Pd, M5s, Verdi-Sinistra e anche di Azione e Iv, con Più Europa e i socialisti. Ma soprattutto perché il sistema elettorale prevede un voto secco, senza quella possibilità di disgiunto che in Sardegna ha favorito il campo largo, con molti elettori che hanno messo la croce sui simboli di centrodestra e poi sul nome di Todde.

Con il raffinarsi dei dati dello spoglio in Abruzzo, i partiti potranno anche valutare pesi e rapporti di forza dentro le coalizioni: nel centrodestra la Lega spera di tenere la posizione, mentre Forza Italia punta a sorpassarla e FdI a consolidare sempre di più il primato. Nel campo largo la partita è sulla leadership della possibile alleanza: in Sardegna il Pd ha doppiato il M5s, ma in Abruzzo, alle ultime regionali e alle politiche del 2022, il M5s ha ottenuto risultati migliori del Pd. (a.mo.)