Mattarella: «Marcinelle è un monito per il lavoro». La visita a 69 anni dalla tragedia

Nell’inferno di Bois du Cazier morirono 262 minatori, sessanta erano abruzzesi. Il Presidente della Repubblica ha visitato la miniera belga accompagnato dal re e dalla regina: incontro con un sopravvissuto e con i familiari delle vittime
MARCINELLE (Belgio). Ha sorriso ai sopravvissuti, si è commosso nel museo con la lunga fila di foto e di nomi in ricordo delle vittime. A 69 anni dalla tragedia di Marcinelle, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha visitato la miniera belga che nel 1956 arse vivi, soffocò e inghiottì 262 lavoratori, 136 dei quali italiani, 60 abruzzesi, perlopiù arrivati da Manoppello, Lettomanoppello e Turrivalignani, i paesi che hanno pagato l’altissimo tributo di questa sciagura nel cuore dell’Europa.
«VI SONO VICINO» Mattarella, in vista di Stato su invito del Re Filippo I, ha salutato i familiari delle vittime: «Vi sono riconoscente per questo pellegrinaggio insieme, il ricordo della tragedia è perenne. Ma è anche un monito per la storia del nostro lavoro».
L’ANZIANO MINATORE Il capo dello Stato, accompagnato dal re Filippo e dalla regina Mathilde, si è fermato a parlare con un ex minatore anziano, in tuta azzurra, fazzoletto rosso al collo e medaglie al valore sul petto. È l’unico italiano sopravvissuto alla strage. Si chiama Urbano Ciacci, è nato a Fano 91 anni anni fa e si salvò perché quell’8 agosto non era in miniera: erano i giorni del suo matrimonio. Il presidente Mattarella, accompagnato come di consueto dalla figlia Laura, ha preso dalle mani dell’ex minatore l’antica lampada di rame e l’ha sollevata in segno di rispetto, di memoria collettiva e di sprone a non dimenticare mai il tema della sicurezza sul lavoro: «Uno strumento indispensabile... Grazie, grazie davvero», le sue commosse parole nel corso della cerimonia. Lavoro sicuro Per il presidente della Repubblica, la sicurezza sui luogo di lavoro rappresenta un tormento e un assillo; negli ultimi giorni ne ha parlato quattro volte, chiedendo alle istituzioni, ai sindacati, agli imprenditori di tenere alta l’attenzione, moltiplicando i controlli, per fermare la strage.
LA VISITA AL MUSEO Mattarella ha visitato il museo del Bois du Cazier dove sono esposti macchinari, carrelli, caschetti, divise. Si è soffermato davanti alle foto d’epoca dei minatori con le loro famiglie, ha letto le storie di lavoratori ragazzini – morti anche a soli 15 anni – poi ha annotato emozioni e pensieri sul registro dei visitatori illustri: «È con commozione che visito questo luogo, simbolo del sacrificio e della dignità dei lavoratori». L’8 agosto, ha ricordato il presidente esprimendo «rispetto e sincera gratitudine», dal 2001 è la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Una data fortemente simbolica, che onora «la memoria di tutti gli italiani caduti sul lavoro all'estero» e «rafforza il nostro impegno comune per una società più giusta e attenta ai valori fondamentali che uniscono i popoli europei».
L’ALTRO MESSAGGIO In mattinata il capo dello Stato aveva inviato un messaggio a Chiara Gribaudo, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, per la seconda edizione degli Stati generali sulla salute e sicurezza sul lavoro e di nuovo ha rilanciato il suo mantra. «La tutela dei lavoratori costituisce la prima forma di giustizia nel lavoro, parte integrante del diritto di ogni donna e uomo a svolgere un’attività dignitosa e protetta. Un lavoro non è vero se non è anche sicuro». Il testo del messaggio. «La garanzia della attuazione di questo principio richiede l’impegno congiunto di istituzioni, imprese, lavoratori e parti sociali: un’alleanza capace di superare le differenze per perseguire obiettivi condivisi. Serve un’alleanza per la sicurezza sui luoghi di lavoro».
LA MINISTRA La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha sottolineato che «la sicurezza è una questione nazionale è una priorità del governo, del ministero del Lavoro. Gli Stati generali mettono la sicurezza al centro di un impegno civile, prima che normativo, la sicurezza non si cambia solo per decreto ma con una strategia. La nostra è una Costitizone fondata sul lavoro, non può esserci prevenzione se non si forma una coscienza collettiva». Per la ministra del Lavoro «la sicurezza nelle leggi è fondamentale ma farne una cultura diffusa nel paese è altrettanto decisivo. Ci sono temi che dividono, temi che devono unire come quello della sicurezza nei luoghi di lavoro che deve essere una causa nazionale, un tema che deve unire, non è una posizione ideologica o che riguarda solo una parte del paese, è un dovere di tutti, lo considero uno dei doveri principale del ministro del Lavoro».