ABRUZZO

Maturità 2022, studenti in piazza: "No alle prove scritte, impensabile tornare alla normalità"

L'appello dei rappresentanti delle consulte provinciali di Chieti, L'Aquila e Pescara

CHIETI. I rappresentanti degli studenti delle consulte provinciali di Chieti, L'Aquila e Pescara protestano, in contemporanea con i coetanei di circa 40 città italiane, per esprimere il loro dissenso al ritorno alla modalità classica dell’esame di maturità.

Nei gironi scorsi il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi ha definito le modalità di organizzazione delle prove per i ragazzi che completano il ciclo di istruzione superiore, reinserendo le prove scritte dopo due anni di sospensione causati dall'emergeza sanitaria. Gli studenti, invece, chiedono che si ritorni alla modalità adottata durante la pandemia "per venire incontro alla situazione reale che è totalmente diversa dalla cosiddetta normalità". L'appello arriva dai rappresentanti degli studenti dell'istituto Luigi di Savoia di Chieti, Giulio Ingannato e Luca Di Profio, dell'istituto Umberto Pomilio di Chieti, Alyssa Passadore, e dai presidenti delle consulte provinciali di
Chieti, L'Aquila e Pescara, rispettivamente Riccardo Bascelli,
Benedetta Mastrovecchio e Simone Verna, che si sono fatti
portavoce del pensiero della maggioranza degli studenti
abruzzesi.

"Teniamo a dire - spiegano in una lunga nota - che quest'esame rappresenta solo una forma di autorità e caparbietà, un dispetto a molti ragazzi volenterosi di apprendere, di apprendere in sicurezza e in maniera rigorosa. Purtroppo come ben sappiamo tutto questo è venuto meno a causa della pandemia e noi ragazzi che quest'anno ci troviamo a sostenere l'esame di Stato siamo coloro che ne hanno risentito più di tutti, visto e considerato che la situazione va avanti da ben due anni ormai". "Il problema principale però è che dal Ministero si dice che va tutto bene - proseguono nella nota - si finge che si stia tornando alla normalità e che quest'esame ne sarà la conferma, ma siamo sicuri che ciò non viene detto solo per orgoglio? La realtà è che nulla è normale, dopo tutto questo tempo, dopo due anni di incertezze e promesse mai mantenute. La normalità non è questa situazione precaria, dove classi finiscono in Dad o in quarantena ogni giorno, perché studenti risultano positivi, la normalità non è fare ore di supplenza ogni due per tre perché manca il personale, visto che anche i professori si ammalano". "A nostro parere quest'esame così impostato, non va altro che a incrinare la posizione di ciascuno di noi, prendendo in esame la seconda prova scritta, essa porterà a gravi disparità, considerando che ciascuna commissione assegnerà prove diverse e rispettivamente valutazioni differenti".