Mobili e tessile, la crisi frena l’Abruzzo

Mauro: «Imprese in difficoltà ma per alcune aree la ripresa è possibile».

PESCARA. La crisi non risparmia i distretti industriali abruzzesi. Male i mobili e il tessile nel Teramano. E se per i primi agganciare il treno della ripresa sembra possibile, la Val Vibrata rischia di restare travolta. Unica eccezione, il polo chietino dell’abbigliamento.
Ad analizzare la situazione dei distretti industriali italiani è il rapporto annuale realizzato da Banca Intesa che ha esaminato i dati di bilancio di oltre 56mila aziende italiane tra il 2006 e il 2008.

Per quanto riguarda la regione, lo studio prende in considerazione quattro distretti: il Mobilio abruzzese e l’Abbigliamento Nord Abruzzese, localizzati nel Teramano, la Pasta di Fara San Martino e l’Abbigliamento sud abruzzese, nel Chietino.
Secondo i ricercatori di Banca Intesa a soffrire di più tra il 2006 e il 2008, anno in cui si fermano i dati, sono il distretto del mobile e quello dell’abbigliamento a nord, mentre la pasta tiene e l’abbigliamento a sud registra addirittura una performance positiva.

«I dati» spiega Pino Mauro, ordinario di Politica economica all’Università di Chieti «evidenziano un deterioramento già nel 2008, mentre non tengono ancora conto del 2009, l’anno in cui la crisi ha colpito con tutta la sua violenza, una violenza da cui i distretti non sono usciti indenni. Già dai numeri 2008 salta però agli occhi la diversa reazione dei due distretti dell’abbigliamento.
Quello della Val Vibrata è in grande crisi per la sua stessa natura: le imprese lì lavorano in conto terzi e per questo sono aggredite dalla concorrenza dei paesi emergenti. Ecco perchè rischiano di non uscire dalla crisi. L’area del Chietino, invece, ha aziende con produzioni di alta qualità e più dinamiche, che quindi hanno resistito meglio e vedono il futuro più serenamente».

Il distretto del mobilio, secondo Mauro, peggiorerà ulteriormente le sue performance nel 2009. «Le stime dicono che i fatturati, che fino al 2008 erano calati del 2%, potrebbero avere una ulteriore caduta, fino al 25%. Ma non c’è da stupirsi: quello è uno dei settori più legati all’export, e quindi risente in modo più pesante della crisi. Quando finirà dovrebbe riuscire a rialzarsi».

Il nodo a questo punto è come accompagnare la ripresa di una tipologia industriale che è sempre stata una peculiarità della regione tanto che, spiega Mauro, «l’Istat nel 2005 ha individuato in Abruzzo ben 6 distretti su un totale di 26 in tutto il Mezzogiorno».
Per l’amministratore delegato di Banca Intesa, Corrado Passera la soluzione sta in una politica di sgravi fiscali che aiutino la crescita.

«Anche a livello locale, però» spiega Mauro «qualcosa si può fare. Penso a politiche sull’occupazione che non si fermino agli ammortizzatori sociali ma comprendano anche stimoli e incentivi sulle assunzioni o sul mantenimento dell’organico».