Nanotecnologie anti-tumore

Chieti, al Cesi una nuova macchina per la diagnosi precoce

CHIETI. Analisi al nanomillimetro per curare il cancro nel migliore dei modi. E' attivo nel Centro di scienze dell'invecchiamento della fondazione"Università d'Annunzio", dipartimento di ricerca clinica, il Centro di medicina molecolare predittiva. Diretto da Antonio Marchetti è uno dei laboratori all'avanguardia in Italia.

Ieri è stato visitato dal presidente della Regione Gianni Chiodi, accompagnato dal rettore Franco Cuccurullo.

Al momento questo laboratorio lavora su studi scientifici, trials, focalizzati su cancro alla mammella, al colon-retto, prostata e vescica, che coinvolgono più centri della penisola.

I pazienti in lizza per queste analisi, dunque, sono quelli reclutati dagli studi ma il gruppo teatino sta cercando di allargare l'utilizzo di queste metodiche a quanti malati di cancro ne abbiano bisogno, in convenzione o meno con il servizio sanitario nazionale e regionale.

Il centro del professor Marchetti si è arricchito di recente di un'apparecchiatura, la Next Generation Sequencing, strumento di nanotecnologia, in grado di mappare per intero il genoma cellulare in poche ore, offrendo anche, in quella che gli esperti indicano come una deep sequencing, informazioni dettagliate su alterazioni infinitesimali del Dna di una cellula malata.

«Per la cura dei tumori», dice Antonio Marchetti, «esistono oggi farmaci biologici in grado di colpire direttamente il bersaglio, che il paziente può assumere in pillole, stando a casa e senza ricovero in day hospital, con bassi effetti collaterali.

Individuare i tumori che meglio rispondono ai singoli farmaci, significa indirizzare con precisione la cura, allungando la speranza di vita del paziente e razionalizzando la spesa farmaceutica».

Il professore racconta come oggi solo per il 25 per cento dei pazienti ammalati di cancro è possibile analizzare campioni di tessuto tumorale e questo avviene dopo un intervento.

In un altro 25 per cento l'anatomo patologo, lo studioso dei tessuti umani, avrà a disposizione frustoli bioptici, piccolissimi campioni tissutali. Sul restante 50 per cento dei pazienti circa, invece, è importante riuscire a fare diagnosi predittiva, ossia dire se il tumore c'è e di che tipo si tratta, partendo da campioni citologici o da singole cellule sparse per il sangue e nel plasma.

«Con le apparecchiature a disposizione del nostro laboratorio», continua Marchetti, «riusciamo a fare questo tipo di analisi. L'ultima macchina acquistata, poi, è in grado di analizzare 100 milioni di basi del genoma in poche ore e farne 100 mila sequenze».

Il Dna cellulare, setacciato al nanomillimetro e proiettato in sequenza sul monitor di un computer, dà informazioni agli esperti per valutare effetti e obiettivi di una terapia anticancro settata a dovere.

«Così possiamo avere indicazioni più immediate sull'efficacia di una terapia», aggiunge l'oncologo molecolare Stefano Iacobelli, «ma anche vantaggi in termini di tossicità della terapia per il paziente».

Soddisfatto il rettore Cuccurullo: «Questa è un'altra conferma di come il Cesi in soli 9 anni si sia accreditato tra le migliori strutture di ricerca a livello internazionale».

«Mi fa piacere vedere», conclude Gianni Chiodi, «come inedite prospettive di cura e nuove frontiere della medicina trovino spazio qui in Abruzzo».

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