Abruzzo

«Noi, ostaggio dei cantieri A14»: l’Abruzzo non ne può più, la rivolta di camionisti e sindaci

15 Ottobre 2025

L’autostrada paralizzata. Anni di disagi, riesplode la polemica: «Effetti su traffico, sicurezza e competitività economica»

Si infiamma la protesta in Abruzzo per le chiusure o i restringimenti sull’A14. Tornano a insorgere gli autotrasportatori. E diversi sindaci fanno fronte comune e sostengono la proposta del Patto per l’Abruzzo: chiedere al governo la sospensione dei pedaggi nei tratti interessati dai lavori. A far sentire la voce della categoria dei camionisti è la Cna-Fita, attraverso la denuncia del direttore regionale Silvio Calice: «Chi lavora sulla strada rischia di restare fermo per ore, e questo genera costi, stress e gravi disagi anche per la sicurezza». Calice racconta di aver vissuto personalmente la situazione: «Qualche giorno fa, andando a Teramo, sono rimasto bloccato per lungo tempo. Un’ambulanza è rimasta ferma per un quarto d’ora, senza riuscire a trovare un varco per passare, a causa delle doppie file di veicoli immobili».

LAVORATORI ESASPERATI L’associazione di categoria denuncia «una riduzione della competitività delle imprese», con tempi di percorrenza che si traducono in maggiori costi, un crescente stress lavoro-correlato e un aumento dei rischi per la sicurezza stradale. «Le interruzioni sono troppo lunghe e non sempre giustificate» aggiunge Calice «bisognerebbe ridurre l’impatto dei cantieri, proporzionandoli allo stato di avanzamento dei lavori e non cantierare tutto, come accade oggi sulla A14». Secondo la Cna, i lavori andrebbero concentrati nelle ore notturne e nei giorni festivi, migliorando anche la geolocalizzazione dei percorsi alternativi e la segnaletica, spesso obsoleta: «In alcuni tratti» osserva Calice «i cartelli indicano ancora la fine dei lavori al 31 dicembre 2022. Servono aggiornamenti e spazi adeguati anche per le soste fisiologiche dei conducenti». La Cna ha avviato un sondaggio interno tra gli operatori del settore. Tutti hanno ricevuto un questionario sui tratti più critici, i tempi di attesa, le tipologie di trasporto e i principali rischi percepiti. «Dai primi risultati» conclude Calice «emerge un dato preoccupante: lo stress è l’elemento più allarmante per la nostra categoria. È un segnale che le istituzioni non possono più ignorare. Non si può essere prigionieri dell’A14».

IL FRONTE DEI SINDACI Parallelamente, si mobilita il fronte degli amministratori abruzzesi, uniti nel chiedere interventi immediati. Il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, parla di «una questione annosa che si protrae da anni» e chiede al governo di affrontarla come una vera emergenza nazionale. In passato, lo stesso D’Alberto, nel ruolo di presidente di Anci Abruzzo, ha più volte chiesto alle istituzioni sovraordinate una diversa organizzazione dei lavori, coinvolgendo anche l’Anci nazionale al fine di sensibilizzare tutti «su una situazione che continua a tenere in ostaggio più comuni e più province», con tutte le conseguenze «economiche e sociali» che i territori si trovano loro malgrado ad affrontare. «Nel 2021» precisa D’Alberto «ho anche scritto all’allora ministro alle Infrastrutture e Trasporti Giovannini e ai prefetti del territorio, evidenziando la gravissima situazione che, proprio per i cantieri, si viveva su tutto il tratto adriatico, da Pedaso fino a Pescara. Ma a distanza di anni nulla sembra essere cambiato». Il sindaco di Teramo evidenzia inoltre come le numerose interruzioni provocate dai cantieri aperti siano causa di enormi disagi per coloro che transitano sulla dorsale medio-adriatica, dai lavoratori agli studenti ai turisti, in una Regione dove i collegamenti autostradali «hanno dimostrato negli anni tutta la propria fragilità e l’assoluta inadeguatezza rispetto alle odierne esigenze della mobilità».

UN CASO NAZIONALE Per D’Alberto «il collegamento autostradale e statale adriatico è una infrastruttura nazionale, pertanto il disservizio che si sta producendo e l’enorme effetto sulla circolazione e sulla popolazione dei comuni che più di altri ne subiscono le conseguenze, con i centri urbani invasi da auto e mezzi pesanti, deve essere affrontato ormai come una vera e propria emergenza. Per questo è necessario che si muovano tutte le istituzioni interessate, a partire dalla Regione e dal Governo, con l'obiettivo di prevede una diversa gestione dei lavori ed eventualmente anche ristori per i centri più colpiti, dove l'aumento di traffico sulle proprie strade, legato ai cantieri sull'autostrada, genera maggiori problemi di sicurezza stradale oltre che un più rapido ammaloramento di importanti arterie. E non posso che condividere la richiesta avanzata dai consiglieri regionali di opposizione di sospendere almeno i pedaggi». Tra gli amministratori a intervenire è anche il sindaco di Pineto, Alberto Dell’Orletta, che sottolinea come i disagi della A14 si ripercuotano direttamente sulla viabilità locale e sui bilanci dei Comuni: «La situazione sulla A14 è ormai insostenibile e ricade pesantemente anche sui nostri territori. Quando il traffico si riversa sulle strade comunali a causa dei cantieri o dei rallentamenti, i mezzi pesanti congestionano la viabilità e danneggiano il manto stradale, con costi di riparazione che finiscono per gravare sui comuni stessi, sottraendo risorse ad altri servizi. È inaccettabile. I lavori vanno accelerati e organizzati soprattutto nelle ore notturne, per ridurre l’impatto su cittadini e imprese. Chiediamo con forza che, almeno nel tratto tra Pineto e Città Sant’Angelo, i pedaggi vengano sospesi fino al termine dei cantieri. Non è giusto far pagare ai cittadini questi enormi disservizi»».

CANTIERI INFINITI E DISAGI Il l sindaco di Fossacesia e vicepresidente del Consiglio nazionale Anci, Enrico Di Giuseppantonio, è furibondo: «I lavori pubblici devono avere un inizio e una fine, come previsto dai contratti». Il primo cittadino chiede «un’azione decisa e coordinata da parte di tutti i soggetti coinvolti – Autostrade per l’Italia, Anas e istituzioni – per rispettare i tempi di conclusione dei lavori e tutelare il diritto alla mobilità». I ritardi, sottolinea, «hanno effetti pesanti su traffico, sicurezza e competitività economica». Di Giuseppantonio richiama inoltre l’importanza dell’attività di controllo dell’Anac, che nel 2025 monitorerà a livello nazionale le opere pubbliche incompiute, ma ribadisce che serve anche «responsabilità amministrativa» e meno burocrazia. Tra le priorità indicate, «il completamento della terza corsia dell’A14 anche nel tratto abruzzese, dove in alcune zone mancano perfino le corsie di emergenza». L’aumento del traffico pesante sulla Statale 16, conseguenza diretta dei cantieri autostradali, rappresenta un ulteriore segnale della necessità di interventi urgenti. «Questa battaglia» ricorda il sindaco «la porto avanti da decenni, da amministratore locale e provinciale. Oggi è più urgente che mai: i volumi di traffico sono altissimi e l’Abruzzo non può continuare a pagare il prezzo di scelte rinviate».

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