Novafin, la cassaforte di Angelini

La Spa controlla cliniche e aziende e deve 145 milioni a Villa Pini e San Stefar.

PESCARA. In cima al castello di società c’è la Novafin spa, con sede legale a Chieti in via contrada San Salvatore. Arroccati nella torre più alta come «soci titolari e diritti su azioni e quote», c’è la famiglia Angelini: Vincenzo Maria Angelini e la moglie Anna Maria Sollecito. Il capitale sociale è di 780 mila euro, diviso in parti uguali. Dall’alto della loro Novafin spa gli Angelini possono osservare un scenario di società che si dispiegano a perdita d’occhio. La famiglia teatina infatti è a capo di 23 società e tra queste molte nel settore della sanità, come Villa Pini, San Stefar, Maristella, Santa Maria. Per citare le più importanti, ma il piccolo impero della Novafin si staglia in diversi settori: sulla cura della persone e benessere con una quota del 45% delle quote per le Terme di Popoli; sul tecnologico con la Logicon; sull’economia con Gestioni Manageriali; nell’ambito del mattone con l’Edilizia Industriale, nella farmaceutica con la MaxFarma.

La Novafin gode di buona salute con un utile al 31 dicembre del 2007 di sei milioni e mezzo. Utili malgrado la morsa di debiti in cui le sue aziende nel settore sanità si dibattono, strette tra vertenze infinite, proteste dei fornitori che minacciano e attuano blocchi dei servizi, e il braccio di ferro con 1400 lavoratori che non prendono da sette mesi lo stipendio, e come dicono i diretti lavoratori di «essere alla fame». La Novafin infatti ha drenato milioni di euro dalle sue stesse società, in particolare da quelle che operano nella sanità, dalle quali ha preso circa 145 milioni di euro. E’ lo stesso amministratore delegato della Novafin, Maria Vincenzo Angelini in un passaggio della sua relazione sul Bilancio 2007, che lo rivela: «Relativamente ai rapporti con le società Mariestella, Santa Maria, San Stefar e Villa Pini, vi sono finanziamenti in corso a favore della nostra società per complessivi euro 144 milioni, 924 mila 557 euro».

Nel dettaglio c’è Villa Pini, controllata al 100% dagli Angelini, a cui la Novafin deve circa 95 milioni di euro; così come verso la San Stefar controllata sempre al 100% che deve riavere dalla Novafin 30 milioni; e ancora Maristella, circa 15 milioni e la casa di cura Santa Maria per circa 15. Insomma soldi che se fossero restituiti dalla Novafin alla sue controllate alleggerirebbe di molto la situazione delle cliniche, degli istituti di riabilitazione e soprattutto dei dipendenti del Gruppo Villa Pini che da una settimana occupano la sede dell’assessorato regionale alla sanità chiedendo interventi a loro favore, sia dell’azienda sia delle istituzioni.

A indicare il giro di società e chiamare in causa la famiglia Angelini sollecitando le molte «cose ancora da chiarire», sono con puntiglio Gabriele Pasqualone della Fials, che propone di riprendere i soldi dalla Novafin per pagare gli stipendi ai dipendenti; la Cisl e il Partito democratico, con il segretario regionale Silvio Paolucci e il senatore Giovanni Legnini. «Tutta la vicenda presenta, purtroppo, molti oscuri interrogativi ai quali si stenta a dare risposte», scrive la Cisl, «anche per questo il sindacato ha ritenuto doveroso nuovamente interessare la commissione d’inchiesta parlamentare della sanità per accendere i riflettori su una vicenda che forse qualcuno, nell’ambito regionale, vorrebbe oscurare».

«Come mai la famiglia Angelini», si chiedono il dirigenti della Cisl, il coordinatore sanità privata, Davide Farina, il segretario con delega sanità, Ferdinando De Lellis e il segretario generale Vincenzo Traniello, «in questo momento di estrema difficoltà di liquidità finanziaria rispetto ai molteplici fronti debitori aperti, prima tra tutti il pagamento degli stipendi dei propri dipendenti, non avverte la necessità in nome del tanto sbandierato attaccamento alle sue attività e dipendenti espresso a più riprese, di restituire parte di quei circa 145 milioni di euro che la sua azienda capofila Novafin Spa detiene?» La Cisl chiede anche «qual è oggi il reale stato della situazione economico e finanziaria del gruppo aziendale della famiglia Angelini». Il sindacato osserva infine che i soldi che la Novafin deve alle sue controllate, unitamente «agli eventuali crediti vantati dal gruppo verso la Regione, tutti da accertare, una volta saldati, rendano regolari le attività delle varie aziende»