Parte il Consiglio, manovre per l’ufficio di presidenza

25 Giugno 2014

Centrodestra e maggioranza cercano l’accordo per i vice e i segretari Marcozzi (M5S): siamo la prima forza d’opposizione, ci spetta un incarico

L'AQUILA. Scocca lunedì 30 giugno alle ore 11 l’avvio della decima legislatura regionale. Ieri il consigliere anziano di Abruzzo Civico Mario Olivieri ha firmato la convocazione dell’assemblea a palazzo dell'Emiciclo. All'ordine del giorno della seduta di insediamento la costituzione dell'Ufficio di Presidenza provvisorio, l'elezione del presidente del Consiglio regionale, dei due vice presidenti e dei due consiglieri segretari; la presentazione della nuova Giunta regionale da parte del presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, che illustrerà anche il programma di governo.

L'elezione del presidente del Consiglio avviene a scrutinio segreto, a maggioranza dei due terzi dei componenti dell'Assemblea. Se il quorum non viene raggiunto nei primi tre scrutini, a partire dal quarto è sufficiente per l'elezione la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea. Il candidato più accreditato è il consigliere del Partito democratico Giuseppe Di Pangrazio che, al momento verrebbe eletto solo con i voti della maggioranza. Perché non sembra ancora esserci accordo tra maggioranza e opposizione sulle cariche dell’ufficio di presidenza. Ieri il capogruppo di Forza Italia Mauro Febbo negava contatti con il Pd, ma non ne escludeva nelle prossime ore.

Successivamente, secondo il regolamento dell’assemblea, verranno eletti - con votazioni separate e sempre a scrutinio segreto - i due vice presidenti e i due consiglieri segretari. In genere per garantire la rappresentanza delle opposizioni, la seduta viene sospesa per consentire ai Gruppi di minoranza di raggiungere un accordo, che viene poi comunicato da un portavoce al presidente. Sono eletti coloro che al primo scrutinio ottengono il maggior numero di voti. In caso di parità viene eletto il più anziano d'età. A quel punto è costituito formalmente il nuovo Ufficio di Presidenza, che sostituisce quello provvisorio. La parola passa al presidente della Regione, che presenta la Giunta e illustra il suo programma, di cui il Consiglio regionale prende atto.

Anche in questo caso non ci sono accordi tra maggioranza e opposizione. Gioca defilato in questa partita il Movimento 5 Stelle che costituisce di fatto la rappresentanza più folta della minoranza (sei consiglieri).

«Non abbiamo nè promosso contatti, ne ricevuto contatti, abbiamo chiesto un gesto di responsabilità alla maggioranza»; dice Sara Marcozzi, eletta lunedì capogruppo dei 5 Stelle, «siamo il primo movimento politico di opposizione e contiamo di avere una vicepresidenza e/o la presidenza della commissione di vigilanza, che è fondamentale per garantire i diritti dell’opposizione e un controllo più stringente sull’operato della giunta».

Per statuto la Vigilanza va all’opposizione e infatti il presidente viene votato solo dalle opposizioni. Ma è difficile che il centrodestra lasci il passo ai grillini: «Noi siamo sette, loro sei», chiarisce Febbo.

Per la capogruppo Marcozzi la vigilanza ai 5 Stelle costituirebbe invece una garanzia in più per i cittadini: «Il controllo della vigilanza va rinnovato e affidato a degli “esterni”, cioè a persone nuove come noi, senza interessi da difendere».

Intanto ieri pomeriggio si è svolta (durante la partita Italia-Uruguay) la prima lunga riunione della giunta regionale presieduta da Luciano D’Alfonso. Il governatore ieri ha anche firmato il decreto per il conferimento delle deleghe agli assessori. Per sè D’Alfonso si è tenuto un pacchetto significativo di deleghe: “Infrastrutture e Trasporti; Piano regolatore del sottosuolo; Turismo; Cultura; Energia; supporto di competenza per il coordinamento delle Università e della Ricerca; Coordinamento realizzativo della Programmazione Comunitaria e delle Risorse strategiche dello Stato centrale; Polizia locale”. ©RIPRODUZIONE RISERVATA