Patto per lo sviluppo, fissato l'incontro

Chiodi: a Palazzo Chigi entro 15 giorni. Il Fas Abruzzo? Non sarà tagliato

PESCARA. L'incontro tra governo e Patto per l'Abruzzo potrebbe essere convocato per la prossima settimana o al massimo per l'altra ancora, comunque prima della prossima riunione del Cipe che dovrà deliberare lo sblocco dei Fondi Fas dell'Abruzzo, come annunciato dal ministro Raffaele Fitto all'inizio dell'estate.

La decisione è stata presa ieri da Gianni Chiodi d'intesa con il sottosegretario Gianni Letta e il ministro Fitto nel corso di una serie di colloqui telefonici. Secondo Chiodi, infatti, la manovra del governo non toccherà il Fas Abruzzo «che è pronto e fatto bene».

Quanto alla manovra in sè e all'impatto sulle Regioni, Chiodi sostiene che la «situazione può essere rivista», considerando soprattutto il lavoro di quelle regioni «che hanno fatto la propria parte» nel percorso di risanamento («e noi l'abbiamo fatto»).

Si respirava meno ottimismo a Palazzo Madama dove nel pomeriggio sono arrivati in commissione gli emendamenti del governo. Rispetto ai quali, ha spiegato Tremonti, i tagli ai ministeri (tra cui, si presume, i tagli ai Fas) «resteranno invariati». «Per questo i nostri emendamenti sono più che mai attuali», ha commentato il senatore Idv Alfonso Mascitelli, «anche perché a una mia domanda, Tremonti ha risposto di non aver dato ai ministeri un atto di indirizzo sui tagli».

Gli emendamenti del governo sono arrivati in commissione mentre Cisl, Uil e Ugl manifestavano sotto le finestre di palazzo Madama (oggi i sindacati replicano con presidi sotto tutte le prefetture delle province).

Per Roberto Campo, segretario Uil Abruzzo, l'atteggiamento del governo «impone una vigilanza continua». E pur considerando positiva la marcia indietro sul riscatto della laurea, «noi non ci fidiamo». Sul resto Campo esprime «forte preoccupazione per la portata della manovra che sta diventando inferiore alle necessità. Il rischio è che chiusa questa manovra si apra un nuovo capitolo». Maurizio Spina, segretario Cisl chiede in particolare di «recuperare l'equità fiscale» e di introdurre una patrimoniale. Intanto l'opposizione ha strappato una piccola vittoria sulla soppressione dei tribunali, ottenendo dal governo una modifica dell'emendamento

. «Abbiamo ottenuto», dicono i senatori Pd Luigi Lusi e Giovanni Legnini «che nella legge delega fosse inserito, fra i criteri direttivi, anche la valutazione delle infrastrutture esistenti fra le attuali sedi giudiziarie al fine di valutare come modificare le circoscrizioni giudiziarie e decidere quali Tribunali mantenere e quali chiudere. Non si può non tener conto», aggiungono Lusi e Legnini «anche delle distanze chilometriche, del numero dei procedimenti pendenti, delle realtà del personale che lavora nel comparto giustizia - magistrati, avvocati, dipendenti - se si vuole razionalizzare con intelligenza e senza sprechi». Ma per i due senatori del Pd la delega «è ancora deludente e va migliorata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA