Patto sviluppo, progetti da 6 miliardi

Le priorità indicate nei piani Fas, Masterplan e Intesa infrastrutture
PESCARA. Una scelta di opere e di interventi da sottoporre al governo per l'immediato finanziamento. Di questo discutono oggi pomeriggio in Regione i firmatari del Patto per lo sviluppo, siglato in aprile da giunta, Pd, Udc, sindacati, associazioni di imprese.
La scelta è tra le opere già previste in larga parte nei programmi Fas, Master Plan e Intesa quadro per le infrastrutture, tre documenti che portano in dote all'Abruzzo un finanziamento virtuale di quasi 6 miliardi di euro: 720 milioni dai Fas, 1 miliardo 873 milioni dal Masterplan e oltre 3 miliardi dall'intesa quadro. Di questi soldi, finora nulla o quasi è arrivato in cassa. I Fas sono bloccati, il Masterplan è su un binario morto, l'intesa è incagliata al Cipe. La Vertenza Abruzzo dovrebbe sbloccare qualcosa. Ma cosa?
Di questo discuterà oggi il tavolo del Patto. I Fas sono stati recentemente rimodulati dalla giunta (tra le polemiche dell'opposizione e di qualche sigla datoriale) e lì non sembra ci sia molto da scegliere. Tra i progetti immediatamente cantierabili c'è il Campus automotive nella Val di Sangro, che in origine era anche nel Masterplan. Una collocazione che preoccupa Confindustria, perché i Fas sono fondi sui quali il governo ha pescato volentieri nel passato per le necessità di cassa, e non è detto che smetta proprio ora davanti alla manovra antideficit.
Il Masterplan nasce all'indomani del terremoto del 2009 con lo scopo di superare l'emergenza sisma e rafforzare più in generale il sistema regionale delle imprese. La dotazione finanziaria è robusta, i settori principali sui quali interviene sono la ricerca e innovazione, col finanziamento di nuovi prodotti e di start-up; il sostegno all'autoimprenditorialità; la reindustrializzazione di alcune aree come quella di Bussi; il finanziamento a contratti di programma con Micron e Sevel, programmi di sviluppo per Val Vibrata e Valle Peligna.
La fetta più grossa dei finanziamenti è dell'intesa quadro infrastrutture (3 miliardi) con il potenziamento di strade, ferrovie, il completamento del porto di Ortona e dell'aeroporto d'Abruzzo. Il ministro Altero Matteoli, al momento della firma disse che si trattava di «uno sforzo notevole che darà un contributo decisivo al miglioramento infrastrutturale della regione e quindi alla qualità della vita degli abruzzesi». Ma al momento resta tutto sulla carta.
La scelta è tra le opere già previste in larga parte nei programmi Fas, Master Plan e Intesa quadro per le infrastrutture, tre documenti che portano in dote all'Abruzzo un finanziamento virtuale di quasi 6 miliardi di euro: 720 milioni dai Fas, 1 miliardo 873 milioni dal Masterplan e oltre 3 miliardi dall'intesa quadro. Di questi soldi, finora nulla o quasi è arrivato in cassa. I Fas sono bloccati, il Masterplan è su un binario morto, l'intesa è incagliata al Cipe. La Vertenza Abruzzo dovrebbe sbloccare qualcosa. Ma cosa?
Di questo discuterà oggi il tavolo del Patto. I Fas sono stati recentemente rimodulati dalla giunta (tra le polemiche dell'opposizione e di qualche sigla datoriale) e lì non sembra ci sia molto da scegliere. Tra i progetti immediatamente cantierabili c'è il Campus automotive nella Val di Sangro, che in origine era anche nel Masterplan. Una collocazione che preoccupa Confindustria, perché i Fas sono fondi sui quali il governo ha pescato volentieri nel passato per le necessità di cassa, e non è detto che smetta proprio ora davanti alla manovra antideficit.
Il Masterplan nasce all'indomani del terremoto del 2009 con lo scopo di superare l'emergenza sisma e rafforzare più in generale il sistema regionale delle imprese. La dotazione finanziaria è robusta, i settori principali sui quali interviene sono la ricerca e innovazione, col finanziamento di nuovi prodotti e di start-up; il sostegno all'autoimprenditorialità; la reindustrializzazione di alcune aree come quella di Bussi; il finanziamento a contratti di programma con Micron e Sevel, programmi di sviluppo per Val Vibrata e Valle Peligna.
La fetta più grossa dei finanziamenti è dell'intesa quadro infrastrutture (3 miliardi) con il potenziamento di strade, ferrovie, il completamento del porto di Ortona e dell'aeroporto d'Abruzzo. Il ministro Altero Matteoli, al momento della firma disse che si trattava di «uno sforzo notevole che darà un contributo decisivo al miglioramento infrastrutturale della regione e quindi alla qualità della vita degli abruzzesi». Ma al momento resta tutto sulla carta.
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