Precari, ricorsi per 5 milioni

Cresce il contenzioso con la Regione. Si cerca una via d'uscita

L'AQUILA. E' ufficiale il contenzioso tra la Giunta regionale e buona parte dei circa 200 precari dell'ente. Nei prossimi giorni sarà formalizzata una maxirichiesta di risarcimento danni per circa cinque milioni di euro per le mansioni da dipendente svolte nello status di collaboratori. Per ora sono un centinaio i co.co.co. che hanno attivato il ricorso al giudice del lavoro: è possibile però che nei prossimi giorni altri si aggiungano alla lista.

Ma non finisce qui l'offensiva dei precari (alcuni scelti a chiamata diretta, altri con selezioni ed altri ancora con alle spalle concorsi per il tempo determinato): un centinaio ha impugnato i tre bandi per le assunzioni a tempo determinato promosso dalla Regione, in forte contrapposizione con le modalità e la scelta politica della Giunta «che non porterà alla stabilizzazione perché sono graduatorie alle quali l'ente potrebbe attingere» accusa un gruppo di precari.

L'altro maxi ricorso al giudice amministrativo è stato ufficializzato in una recente riunione. L'azione legale segue le indicazioni date dal professore Vincenzo Cerulli Irelli, autore di un parere sulla stabilizzazione, anche se sul campo è gestita dal pool di giovani avvocati Barbara Gucciardi, Caterina Mosca e Luigi Guerrieri. «Vogliamo semplicemente che venga riconosciuto la nostra professionalità, i titoli di studio e il nostro lavoro negli anni», spiega ancora un gruppo di co.co.co. «E' vero che tra di noi ci sono persone chiamate direttamente ma è altrettanto vero che c'è un 40% che ha già i requisiti, i titoli e la professionalità per essere stabilizzato».

Uno spiraglio per un accordo che, come ha spiegato il consigliere del Pd Claudio Ruffini, farebbe risparmiare soldi all'ente e darebbe una prospettiva ai precari, potrebbe essere rappresentato dall'attuazione del parere del professor Cerulli Irelli, inviato al suo concittadino e presidente della Giunta, Gianni Chiodi, che a sua volta lo ha sottoposto all'attenzione del ministero della Funzione Pubblica.

Cerulli Irelli, in sostanza, fa tornare d'attualità la delibera 38 del 2008, approvata dalla precedente giunta di centrosinistra ed ancora vigente, con la quale si norma la stabilizzazione dei co.co.co., sottolineando poi che in materia di reclutamento del proprio personale dipendente la Regione può fare leggi che vanno in deroga alle leggi statali, in questo caso la riforma Brunetta. D'altra parte, la Giunta, in particolare l'assessore regionale al Personale Federica Carpineta, stratega della riforma della macchina amministrativa, rischiano di soccombere. I legali dei precari appaiono sicuri: «Il ricorso al giudice del Lavoro spiegano è fondato perché dai profili dei lavoratori emerge chiaramente che hanno svolto funzioni di natura addirittura dirigenziale non solo quindi impiegatizia».

I co.co.co., come confermato dagli stessi dirigenti regionali, sono determinanti nel mandare avanti Bura, Informatica, Ambiente e Cultura. In riferimento al ricorso al Tar, i legali sottolineano che i bandi «sono viziati per eccesso di potere perché perseguono non tanto la finalità di sostituire personale dipendenti quanto piuttosto quella di sopperire a carenze di organico strutturali che si vengono ad aggravare con la scadenza dei contratti di co.co.co.».

© RIPRODUZIONE RISERVATA