Premier aggredito e ferito "Ho subito indicato chi è stato"

Studente lancianese e un amico testimoni del lancio della statuetta. Quell’uomo con la giacca cercava di scappare e mi è venuto contro Gli sono saltati addosso

LANCIANO. «Ero lì quando Berlusconi è stato colpito e ho indicato agli agenti l’uomo con la giacca grigia che gli aveva lanciato quell’oggetto». Pierluigi Peri, studente lancianese a Milano, racconta la sua testimonianza insieme all’amico Giampiero Iannone.

Pierluigi, 22 anni, studente di Scienze politiche, aveva invitato Giampiero, 28, impiegato all’università d’Annunzio a Chieti, a trascorrere il week-end a Milano per vedere la partita del Milan contro il Palermo. All’uscita dello stadio, «dopo che siamo riusciti a salutare anche l’amministratore delegato rossonero Adriano Galliani» sottolineano, è stato Giampiero ha proporre a Pierluigi di andare in piazza Duomo per assistera al comizio conclusivo del tesseramento del Pdl. «Siamo entrambi grandi tifosi rossoneri», spiegano il giorno dopo, «e ammiriamo Berlusconi come uomo e come politico, ma non siamo iscritti ad alcun partito».

Da tifosi del Milan a inconsapevoli testimoni dell’aggressione del premier. La tranquilla domenica dei due giovani lancianesi è stata un crescendo. Sono loro che decidono di dirigersi sul retro del palco alla fine del comizio per poter stringere la mano a Berlusconi. «Siamo riusciti a farci largo tra la folla ed eravamo proprio attaccati alle transenne che ci dividevano dall’auto del Presidente», racconta Giampiero, «davanti a noi c’era solo un anziano che stava consegnando un ricordo al premier, mentre io scattavo foto con il telefonino. All’improvviso ho visto Berlusconi franare a terra».

Il racconto di Giampiero è immortalato nei video che girano su Internet: «Ci sono io che faccio le foto con il cellulare bianco e alla mia sinistra quell’uomo con la giacca grigia che prima prende la mira e poi tira qualcosa verso il premier», continua Iannone, quasi incredulo di essere stato così vicino all’aggressore, «ha urlato anche qualcosa contro Berlusconi che ora, sinceramente, non ricordo. Mi spiace perché se non fossi stato distratto dalle foto, avrei potuto fermarlo».

Pierluigi era più indietro dell’amico. «Non ho visto il lancio dell’oggetto, ma solo quest’uomo con la giacca grigia che si gira e scappa», riprende lo studente, «erano tutti presi da Berlusconi, nessuno si è accorto di niente, neanche le guardie del corpo. Quell’uomo, invece, è venuto contro di me e ha sbattuto contro un anziano piuttosto robusto, cercava di divincolarsi anche perché era quasi impossibile scappare, c’erano le transenne e il muro». «E’ stata una frazione di secondi», continua lo studente lancianese, «sono arrivati gli agenti in borghese, ma non sapevano chi fosse stato a lanciare l’oggetto. Hanno preso anche me, ma subito, con altri, ho indicato quell’unico uomo in giacca che stava correndo. E lo hanno preso buttandosi sopra».

Il racconto di Giampiero e Pierluigi finisce qui. Si lasciano andare solo ad una riflessione sulle misure di sicurezza: «Se quell’uomo avesse avuto un’arma avrebbe potuto benissimo usarla».

(ha collaborato Stefania Sorge)