Primo maggio, l'appello dei sindacati "All’Aquila l'emergenza è il lavoro"

Festa dei lavoratori a un anno dal sisma per ricordare le vittime e per testimoniare la volontà di ricostruzione degli aquilani e degli abruzzesi. I leader nazionali non ci sono più, ma è allarme lavoro: 5.600 disoccupati in più in 12 mesi, oltre 8mila persone in cassa integrazione e altri 8mila lavoratori a rischio continuo perché precari e non tutelati.

L'AQUILA. A un anno dal terremoto, L'Aquila celebra la festa dei lavoratori in tono minore ma resta la sede della manifestazione centrale della Festa del lavoro in Abruzzo. I leader nazionali, che organizzarono la celebrazione 2009 della festa nella caserma di Coppito, ora non ci sono più. Ma i problemi restano, così come le richieste degli aquilani e degli abruzzesi: «Non basta ricostruire le case, bisogna far ripartire anche l'economia e il lavoro». Per questo i sindacati, anche se solo con gli esponenti regionali, sono tornati in città per celebrare il Primo maggio, per ricordare le vittime del sisma e per testimoniare la volontà di ricostruzione di tutta la regione.

Trovata, nonostante le polemiche, una prima soluzione per l'emergenza abitativa, ora la questione principale è quella del lavoro. A dirlo sono i numeri: 5.600 disoccupati in più in 12 mesi, oltre 8mila persone in cassa integrazione e altri 8mila lavoratori a rischio continuo perché precari e non tutelati. Così centinaia di aquilani si sono riuniti in piazza Duomo per celebrare la festa dei lavoratori e chiedere lavoro per gli aquilani e l'Abruzzo. E a loro si sono unite migliaia di persone che, approfittando della bella giornata e del ponte del primo maggio, hanno scelto di visitare il centro dell'Aquila.

«Oggi in piazza per festeggiare il Primo maggio c'è un popolo di senza lavoro», esordisce Pietro Paolelli, segretario generale Uil L'Aquila. «La situazione è grave. A soffrire sono tutti gli aquilani e gli abruzzesi. Ma le vittime principali sono i giovani. Il rischio è che abbandonino la città. E lo spopolamento sarà la rovina dell'Aquila».

«È passato un anno dal terremoto e le cose sono cambiate in peggio», spiega Umberto Trasatti, segretario della Cgil aquilana. «Dopo il sisma, una riduzione del lavoro e degli occupati era prevedibile. Il problema è che non abbiamo nessuno strumento operativo per contrastare la crisi. Serve un impegno concreto da parte di Regione e governo».

«Il governo non ci deve abbandonare», è l'appello di Gianfranco Giorgi, segretario cittadino della Cisl. «Servono nuovi insediamenti e investimenti per far ripartire il lavoro e tutto il resto. Sembra una cosa banale, ma oggi la gente non spende perché non ha soldi».

Oltre alla manifestazione dei sindacati, torna all'Aquila, oggi e domani, anche la EuroMayday Parade: la "festa del non lavoro" una manifestazione a livello internazionale per denunciare le condizioni del precariato. In città stand e concerti sono previsti nel parco del Castello, alle porte della zona rossa. «In 10 anni», si legge in una nota degli organizzatori, «siamo diventati la maggioranza tra i lavoratori sotto i 40 anni. Nei prossimi 10, complice il liberismo, saremo la maggioranza di tutti i lavoratori. La crisi ha colpito duro e se possibile ha peggiorato le nostre condizioni di vita». Oltre al capolugoo d'Abruzzo la ricorrenza si festeggia a Dortmund, Ginevra, Amburgo, Hanau, Lisbona, Losanna, Malaga, Milano, Palermo, Tubingen, Zurigo, Tokio, Toronto e Tsukuba.

© RIPRODUZIONE RISERVATA