Qualità, produzione e valore: la crescita dell’olio d’Abruzzo

19 Ottobre 2025

Buoni numeri nel Chietino e nel Pescarese. E sul mercato tengono i prezzi. Il prodotto inizia a farsi conoscere all’estero, non avendo nulla da invidiare alle regioni più blasonate

PESCARA. Olio d’Abruzzo: qualità e valore crescono. Così i produttori guardano con fiducia alla nuova annata. Si registra un recupero della produzione dopo la precedente annata, con una raccolta iniziata in anticipo per salvaguardare la qualità. I prezzi tengono il mercato, anche grazie alle difficoltà di Paesi come Spagna e Tunisia, penalizzati dalla siccità. Avanza l’Igp olio d’Abruzzo, che darà nuova forza e riconoscimento alle produzioni regionali. L’olivicoltura abruzzese conferma il suo ruolo strategico nello scenario nazionale. In Abruzzo su 40.000 ettari di terreno insistono nove milioni di piante di ulivo e i frantoi sono più di 500. La campagna 2025 è segnata da una nuova normativa che impone la registrazione dei movimenti delle olive entro sei ore, garantendo così maggiore trasparenza e valorizzazione del prodotto italiano.

I NUMERI - La provincia di Chieti rimane il cuore della produzione regionale con 3,1 milioni di chili di olio, circa il 50% del totale, seguita da Pescara (25%), Teramo (23%) e L’Aquila (2%). Le due Dop regionali, Aprutino Pescarese e Colline Teatine, hanno raggiunto nel 2025 quotazioni record di 12 euro al chilo, tra le più alte d’Italia, confermando il valore e l’identità dei prodotti locali. Un passo decisivo per la valorizzazione del comparto è l’istituzione della nuova Indicazione geografica protetta “Olio d’Abruzzo”, fortemente voluta da Cia Agricoltori italiani Abruzzo e approvata con parere favorevole dalla Regione. L’Igp, ora in attesa del riconoscimento ministeriale, definisce standard di qualità elevati e promette ricadute positive sul reddito dei produttori locali.

LA VOCE DI CIA - «Guardando a questo raccolto» afferma Nicola Sichetti, Presidente di Cia Abruzzo «le previsioni sono molto positive: la sanità del prodotto è ottima e ci attendiamo una raccolta in linea con le annate di carica. Questa prospettiva ci dà fiducia e conferma il grande potenziale dell’olivicoltura abruzzese. Allo stesso tempo, l’avanzamento dell’Igp Olio d’Abruzzo rappresenta un’opportunità concreta per valorizzare le produzioni locali, aumentare il reddito dei nostri olivicoltori e generare benefici anche sul paesaggio e sul turismo». Per Cia Abruzzo, la crescita dei prezzi, il riconoscimento delle Dop e l’Igp indicano chiaramente la strada da seguire: puntare su qualità, distintività e sostenibilità per consolidare la presenza dell’Abruzzo sui mercati nazionali e internazionali. Domenico Bomba, presidente Cia Chieti-Pescara, afferma: «La produzione è in aumento rispetto all’annata precedente. I livelli sono riportati a un’annata normale tenendo conto che lo scorso anno c’è stato un calo del 25%, dovuto alla siccità, e quest’anno siamo in media a un aumento del 25%. I prezzi sembra che tengano in quanto nazioni dove le produzioni di olive è molto importante, quali la Spagna e la Tunisia, a causa delle avversità atmosferiche hanno un calo importante di produzioni».

LE ATTESE DI COLDIRETTI - Secondo le prime stime di Coldiretti Chieti, la produzione di olio extravergine d’oliva si preannuncia nella media degli ultimi anni con prezzi stabili, con un leggero rialzo sugli areali di minore produzione. Pier Carmine Tilli, presidente di Coldiretti Chieti e olivicoltore, commenta: «La stagione di raccolta si presenta con sfide importanti e anche con segnali di speranza sul futuro in quanto il prodotto olio abruzzese inizia a farsi conoscere sui mercati internazionali non avendo nulla da invidiare alle regioni più blasonate. La qualità dell’olio di quest’anno, con particolare riferimento alla Dop Colline Teatine e all’olivicoltura bio, risulta in molti casi addirittura superiore grazie al lavoro attento degli olivicoltori, sempre più competenti». Coldiretti Chieti invita gli agricoltori e i consumatori a sostenere l’Evo del territorio e la filiera olivicola in genere, che rappresenta un pilastro importante dell’economia locale e della cultura agricola della provincia di Chieti.

BENE ANCHE PESCARA - L’olio abruzzese è tra i più produttivi d’Italia. A confermarlo è anche il numero 1 dell’oleificio Mercurius, l’ingegnere Claudio Di Mercurio, pluripremiato a livello nazionale e internazionale. «È un’annata difficile, ciononostante dalle nostre parti – da Penne a Città Sant’Angelo – c’è abbondanza di produzione», dice Di Mercurio. «A fine luglio c’era molto ottimismo, purtroppo le piogge di agosto hanno favorito molteplici attacchi di mosca olearia e verso il mare tanti raccolti sono andati distrutti. Personalmente ho anticipato la raccolta a metà settembre salvando gran parte del prodotto. Da segnalare in particolare il prodotto della “dritta” che, con una carica abbondante di frutti, ha resistito di più alla mosca. Si ha così un olio di dritta particolarmente interessante in un contesto in cui comunque si hanno profumi e sapori più bassi rispetto alla scorsa annata», spiega Claudio Di Mercurio. «La produzione abruzzese», dice ancora il numero 1 dell’oleificio Mercurius, «dovrebbe essere superiore di un 20-30% rispetto allo scorso anno. In controtendenza con il resto d’Italia con produzione in calo. Il prezzo dell’olio si dovrebbe attestare tra i 13 e i 15 euro al litro».

L’AREA VESTINA - «Sono circa 270 le aziende dell’area vestina che producono olio d’oliva. Tante di queste non si occupano solo di olicoltura e hanno altre fonti reddituali provenienti da altri settori. A pagare dazio sono soprattutto le piccole realtà. Ciononostante la qualità dell’olio vestino resta riconosciuta a livello nazionale e internazionale», sottolinea Federico Domenicone, consigliere comunale con delega all’Agricoltura e presidente di Coldiretti Penne. «Le aziende agricole, come in tanti altri settori, fanno i conti anche con gli aumenti dei costi di molitura, dovuti a costi aumentati dell'energia rispetto al passato e raddoppiati per quanto riguarda gli imballaggi di confezionamento dell’olio. Resta però importante comprare olio a km 0, in modo da avere sempre la certezza di qualità», sottolinea Domenicone.

I DATI NEL PESCARESE - In base ai dati forniti dal Portale dell’olio di oliva del Sian (Sistema informativo agricolo nazionale), i dati parziali per la provincia di Pescara dicono di 13.724 tonnellate di olive molite, 516 tonnellate di olio, con una percentuale di resa del 13,86%. A livello nazionale, in queste settimane, di pari passo all’aumento della produzione di olive rispetto alla precedente campagna, si registra anche l’aumento delle rese in olio una volta portate in frantoio. In alcuni casi fino a 4-5 punti percentuali rispetto a quanto si otteneva dalla molitura effettuata nello stesso periodo dello scorso anno. Le olive molite al 15 ottobre sono 10mila tonnellate in più rispetto a quelle registrate il 15 ottobre 2024 (61 mila contro 51 mila), così come in crescita è l’estrazione in olio, quasi 2mila tonnellate in più (8.370 contro 6.406).

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