Regione: lo sviluppo dall'innovazione

20 Novembre 2011

Pronta la legge di programmazione, si punta su reti d'impresa e ricerca

PESCARA. Si chiama «Legge regionale per la promozione e lo sviluppo del sistema economico regionale», è composta di 31 articoli ed è lunga poco più di 12 pagine. Per ora è solo una bozza ed è stata inviata, venerdì scorso, dall'assessore regionale allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, al Tavolo del Patto per lo sviluppo dell'Abruzzo, una sorta di osservatorio di cui fanno parte rappresentati dei partiti e delle forze sociali (sindacati, associazioni imprenditoriali, eccetera) che, nell'aprile scorso, hanno sottoscritto l'accordo che aspira a porre le basi per la ripresa della crescita economica della regione. Il Tavolo del Patto, ora, ha 10 giorni a disposizione per esprimere il suo parere consultivo. Poi la bozza seguirà la procedura consueta: esame in commissione, parere di congruità finanziaria e approvazione in consiglio regionale. La bozza (con le eventuali modifiche) dovrebbe diventare legge entro la fine dell'anno.

Ma che cosa dice la bozza? Le finalità che si propone la Regione sono 5.

«La Regione Abruzzo, anche attraverso le proprie Agenzie ed i propri Enti Strumentali e le società controllate, promuove e sostiene: a. nuove forme di aggregazione del sistema produttivo tramite lo sviluppo delle reti d'impresa e dei poli d'innovazione, nei settori innovativi e tradizionali, promuovendo la convergenza delle azioni e degli investimenti pubblici e privati, creando un collegamento stabile tra le imprese e il sistema regionale della conoscenza, l'università, i centri di ricerca e i parchi scientifici e tecnologici; b. la sostenibilità dello sviluppo sia a livello ambientale attraverso la qualificazione del tessuto produttivo incentivando l'ecoinnovazione, la riduzione dei consumi energetici e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, sia a livello sociale attraverso la riduzione delle disparità territoriali, il sostegno dell occupazione, la tutela delle pari opportunità, lo sviluppo della responsabilità e della funzione sociale delle imprese nella qualificazione del territorio; c. lo sviluppo della ricerca e dell'innovazione, attraverso la cooperazione e l'interazione tra i diversi attori operanti nel territorio regionale, creando un collegamento stabile tra mondo della ricerca, mondo della produzione di beni e di servizi, mondo del credito e il territorio, attraverso l'integrazione delle politiche regionali di settore e le risorse umane, strumentali e finanziarie, sia pubbliche che private; d. la competitività del sistema produttivo regionale, sostenendo interventi in materia di ricerca e valorizzandone i relativi risultati, incentivando la diffusione dell'innovazione, l'incontro tra la domanda e l'offerta di ricerca e innovazione, nonché la nascita e lo sviluppo di imprese innovative; e. la tutela, la valorizzazione, lo sviluppo e la diffusione della ricerca di base ed applicata al sistema produttivo, mettendo in rete le università degli studi abruzzesi, le istituzioni di ricerca, l'impresa e gli altri soggetti operanti sul territorio regionale».

Il documento, poi, individua gli «strumenti per la crescita del sistema economico»: Sono 4: la società Abruzzo sviluppo, i poli d'innovazione, le reti d'impresa e la Piattaforma regionale di raccordo con i poli, che ha fra i suoi comiti quelli di «coordinamento e informazione sul territorio» e di sostegno alle attività di progettazione. Uno dei titoli della bozza di legge recita così: «La programmazione negoziata». Chi dovrebbe attuare questa specie di concertazione? Gli strumenti individuati sono 4: l'Intesa quadro istituzionale, l'Accordo di programma regionale, il Contratto di sviluppo locale e il Contratto di riqualificazione produttiva.

Il documento si occupa poi (al titolo terzo) di «sostegno dei processi di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese in forma aggregata». La Regione, si legge nel documento, «favorisce la partecipazione in forma aggregata delle pmi rappresentative dei principali comparti e settori regionali a iniziative comuni di internazionalizzazione che prevedano attività promozionali, fieristiche, di cooperazione commerciale e industriale, di sostegno alla qualità dell'export regionale, di penetrazione commerciale e ampliamento e rafforzamento dei mercati esteri, con particolare riferimento all'area del Mediterraneo». I beneficiari del sostegno sono «le agregazioni di pmi industriali e artigianali, costituite in associazioni temporanee di imprese, di almeno 4 persone»; consorzi export; e reti d'impresa.

C'è poi un titolo (il quarto) dedicato a «ricerca scentifica e innovazione tecnologica», che individiua 7 gruppi di soggetti attivi: Regione, comuni, Province e società parteciopate; università e centri di ricerca; camere di commercio; poli di innovazioe; reti d'impresa; e parchi scientifici e «incubatori d'impresa». Su ricerca e innovazione dovrebbe vegliare un Osservatorio regionale. La bozza di legge, infine, prevede l'istituzione di un «Fondo rotativo per le pmi» che ha l'obiettivo di «supportare il complesso degli interventi regionali in materia di sostegno alle pmi attuvati con risorse regionali, nazionali e comunitarie».

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