Regione: no alla tassa sulle disgrazie

Sul decreto Milleproroghe la giunta porta il governo davanti alla Corte costituzionale

L'AQUILA. La Regione Abruzzo contro il governo sul delicato tema della copertura dei danni causati dalle calamità naturali, la cosiddetta tassa sulle disgrazie, che riguarda l'Abruzzo per l'alluvione nel Teramano dell'inverno scorso. La Regione, nei prossimi giorni, impugnerà davanti alla Corte costituzionale una norma del decreto Milleproroghe.

La disposizione che sarà impugnata è quella che, nell'ambito della compartecipazione alla copertura dei danni in seguito alla dichiarazione di stato di emergenza, condiziona l'intervento all'avvenuto aumento al massimo delle aliquote delle tasse regionali, in particolare Irpef, Irap e accise sui carburanti.

La giunta regionale, nella seduta di domani, affiderà l'incarico della redazione del ricorso a un professionista esterno perché, come si apprende da fonti interne alla Regione, non ci sarebbero nel settore dell'avvocatura regionale, dipendenti che possono firmare atti di questa natura.

In sostanza, l'Abruzzo non si oppone alla compartecipazione, però ritiene non costituzionale l'imposizione da parte del governo dell'aumento dei tributi fino al tetto massimo. Perché? La Regione sostiene che, obbligando gli enti in questione, si viola la potestà tributaria di imporre tasse regionali, sancita dall'articolo 119 della costituzione.

Ma i dubbi più importanti riguardano il venire meno del concetto di solidarietà, cioè la partecipazione della comunità nazionale alle calamità naturali che assumono una natura tale da giustificare un intervento di solidarietà di tutta la nazione.

La battaglia legale della giunta regionale abruzzese prende spunto dall'alluvione nella provincia di Teramo. Non a caso, dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, l'ordinanza è ferma perché la Protezione civile nazionale, in una circolare inviata alla Regione, ha chiesto all'ente l'aumento della tassazione - in Abruzzo già al massimo per il debito sanitario - come condizione determinante per attivare l'intervento sui danni. Uno dei promotori dell'azione è il presidente della giunta regionale, Gianni Chiodi.

«Crediamo che il senso di responsabilità nella compartecipazione della Regione sia giusto», spiega il governatore abruzzese, «ma non è pensabile che la Protezione civile nazionale o lo Stato possano intervenire solo quando la Regione ha proceduto all'aumento delle tasse al massimo livello».

«Ora», conclude Chiodi, «attendiamo che anche le altre Regioni scendano in campo con noi».

Nei giorni scorsi, era stato l'assessore regionale alla Protezione civile, Gianfranco Giuliante, ad attaccare il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, per la tassa sulle disgrazie e per la circolare inviata in Regione dalla Protezione civile nazionale.

Anche Giuliante, da parte sua, aveva contestato la costituzionalità della norma, lanciando l'allarme sul pericolo dell'aumento della tassazione per coprire 100 milioni di euro per l'alluvione e per il dragaggio del porto di Pescara.

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