La delusione dei parenti delle vittime alla lettura della sentenza (foto G.Lattanzio)

PESCARA

Rigopiano, i magistrati abruzzesi: «Reazioni scomposte alla sentenza, solidarietà al giudice»

La giunta distrettuale dell'Associazione nazionale respinge "ogni forma di attacco" ed è vicina al gup Sarandrea

ABRUZZO. All'indomani della sentenza di primo grado nel processo sulla tragedia di Rigopiano dalla Giunta distrettuale dell'Associazione magistrati (Anm) Abruzzo arriva la piena solidarietà al giudice Gianluca Sarandrea.

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In una nota l'Anm afferma : «Pur esprimendo vicinanza ai familiari della tragedia di Rigopiano, che ha per sempre segnato il nostro territorio, e al dolore che gli stessi hanno manifestato, l'Anm respinge fermamente ogni forma di attacco espresso senza che siano conosciute le motivazioni della sentenza, soprattutto se questo proviene da organi istituzionali, chiamati innanzitutto a garantire lo Stato di diritto di cui fanno parte».

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La giunta distrettuale dell'Anm aggiunge che «In uno Stato di diritto, la critica alle pronunce giurisdizionali deve avvenire nei modi di rito e il costituzionale e inviolabile diritto di critica non può essere esercitato, specie se proviene dagli organi istituzionali, prima di aver letto le motivazioni della sentenza, risolvendosi altrimenti in una critica arbitraria, che si estende alla magistratura tutta, chiamata a giudicare secondo diritto, principio di legalità e indipendenza e a rivalutare, nei successivi gradi, ove necessario, le proprie decisioni; giammai ad assolvere o a condannare secondo quanto voluto dall'opinione comune».

L'Anm nella nota conclude che «le reazioni scomposte alla sentenza di ieri, diffuse sulla stampa, sui social, nei programmi televisivi, nei quali, peraltro, sono state divulgate notizie inesatte sia sulle condanne che sulle pene della sentenza pronunciata, continua a minare il principio di indipendenza ed imparzialità del giudice, che costituisce il baluardo di uno Stato democratico e che dovrebbe essere difeso dagli organi istituzionali, non dagli stessi indebolito e compromesso».