Abruzzo

Segretari, collaboratori e portaborse: ecco quanto spendono i partiti. La politica non conosce tagli

28 Luglio 2025

Nell’Abruzzo dei tagli obbligati per coprire il buco scavato dalla sanità, ci sono capitoli di spesa intoccabili: neanche un centesimo in meno. Le spese dei gruppi consiliari. Il costo totale? Tre milioni e mezzo di euro all’anno

PESCARA. Nell’Abruzzo dei tagli obbligati per coprire il buco scavato dalla sanità (113 milioni di euro soltanto per il 2024 e una previsione altrettanto profonda per il 2025), ci sono capitoli di spesa intoccabili: neanche un centesimo in meno. Accade per le spese della politica, un esempio di resistenza di fronte all’avanzata di un esercito di tagliatori di teste senza pietà. La bozza di bilancio che, dalle ore 15 di domani, arriva in consiglio regionale contiene una riduzione di contributi per la sanità, l’agricoltura, cultura, sport, ambiente, sociale, promozione turistica e università secondo un elenco che fa della democrazia la sua regola aurea: tagli fino all’85% e niente sconti per nessuno. La politica è esente dai tagli: niente ritocchi al ribasso.

FIDARSI È BENE In un anno, in Abruzzo, i costi (di una parte) della politica sfiorano i tre milioni e mezzo di euro, senza contare gli stipendi dei 30 consiglieri regionali (circa 11mila euro lordi al mese), del presidente della Regione Marco Marsilio di Fratelli d’Italia (13mila euro lordi al mese), dei sei assessori (12mila euro lordi al mese) più il sottosegretario Daniele D’Amario di Forza Italia. Segretari, collaboratori, portaborse: un generico “personale” di solito assunto in Regione aggirando la strada tortuosa di un concorso pubblico ma con la formula dell’intuitu personae, cioè una chiamata diretta sulla base della fiducia. Sommando le voci, si arriva a 3.410.962,85 euro. È la stessa cifra, più o meno, del 2024 che è stata dichiarata «regolare» dalla sezione regionale di controllo per l’Abruzzo della Corte dei Conti. Del resto, i costi del personale politico dei partiti non sono discrezionali ma sono figli di un’operazione matematica che nessuno può contestare: c’è un coefficiente magico, chiamato “D6”, che si moltiplica per il numero degli eletti di un gruppo politico ed ecco che si ottiene il budget da liquidare, soldi che nessun partito rimanda mai indietro. Tutto liquidato e tutto speso: non c’è resa che possa rimpinguare i capitoli che, nel frattempo, sono finiti in rosso.

CONSIGLIERI FRATELLI Il gruppo che incassa di più, sulla base del numero dei consiglieri eletti (9), è Fratelli d’Italia con 517.500 euro, poi ci sono il Pd con sei consiglieri e 345mila euro e Forza Italia (4) a quota 230mila. I gruppi da un consigliere – Noi Moderati, Azione D’Amico, Alleanza Verdi e Sinistra, misto di minoranza – percepiscono 57.500 euro. Il totale di questa voce è 1.782.500 euro.

LA DOTE EXTRA Ma i fondi a disposizione dei gruppi consiliari non terminano alla voce “trasferimenti personale”: c’è anche il capitolo “funzionamento” che porta in dote un extra di 6.500 euro per consigliere. Sviluppando i calcoli con il coefficiente “D6”, FdI ottiene altri 58.500 euro, il Pd 39mila in più e Forza Italia 26mila: il totale per questa voce bis, contando tutti gli 11 gruppi, è di 201.500 euro. Sommando le voci “personale” e “funzionamento” siamo già a quasi due milioni di euro.

PIU’ SEGRETERIE Per arrivare al totale, però, ci sono altri capitoli da mettere in colonna, uno sotto l’altro: la presidenza del consiglio regionale di Lorenzo Sospiri (Forza Italia) ha diritto ad altri 292.763,08 euro; per i due vice presidenti, Marianna Scoccia di Noi Moderati e Antonio Blasioli del Pd, sono previsti altri 173mila euro a testa; i due consiglieri segretari componenti dell’ufficio di presidenza, Luca De Renzis di FdI ed Erika Alessandrini del M5S, incassano altri 91.556,12 euro a testa per il personale dedicato e necessario a gestire la mole di adempimenti dell’Ufficio di presidenza del consiglio regionale.

TUTTI PRESIDENTI Non è ancora tutto: ci sono anche i presidenti delle 10 commissioni regionali, Vincenzo D’Incecco (Lega), Emiliano Di Matteo (Forza Italia), Nicola Campitelli (FdI), Leonardo D’Addazio (FdI), Paolo Gatti (FdI), Sandro Mariani (Pd), De Renzis e Carla Mannetti (Lega), più quella speciale sull’acqua: altri 50.970,23 euro a testa per il personale aggiuntivo che cura la documentazione, redige gli atti e tiene l’agenda delle riunioni. Da aggiungere, all’elenco degli organi politici, anche lo staff del difensore civico Umberto Di Primio che vale altri 43.162,03 euro.