Sospesi i ticket sulla riabilitazione

Il commissario Redigolo: riapriremo la discussione sul provvedimento.

PESCARA. Alla fine ha vinto il buonsenso. Il Commissario della sanità abruzzese Gino Redigolo, dopo la denuncia del Centro e la presa di posizione contraria del Consiglio regionale, dei partiti e dei sindacati, ha sospeso la delibera a sua firma che imponeva agli abruzzesi ticket molto onerosi sulla riabilitazione a partire dal primo dicembre: una stangata da diverse decine di euro a prestazione.

Ieri Redigolo ha comunicato la decisione alla presidente della Commissione sanità Nicolettà Verì che aveva fatto votare due giorni prima all’unanimità un ordine del giorno in cui si chiedeva al commissario un ripensamento sul provvedimento. Redigolo ha spiegato alla Verì che riavvierà l’istruttoria sulla riabilitazione approfondendo la questione con gli enti erogatori delle prestazioni.
«Sono molto soddisfatta», commenta la presidente della commissione regionale, «io ho sempre sostenuto che questo provvedimento andava rivisto, riducendo in primo luogo i ticket, ma soprattutto trovando alternative per evitare che ci sia una partecipazione del disabile al costo della prestazione, ma anche che non siano i nostri disastrati enti locali a pagare. La commissione continuerà comunque il suo lavoro, sentirà ancora Redigolo e verificherà in questi giorni l’applicazione della legge nelle altre regioni».

La delibera scaturisce infatti da una legge nazionale del 2007 che impone alle famiglie o ai Comuni (in caso di cittadini indigenti) ticket del 30 per cento su prestazioni che vanno dai 100 ai 300 euro. Di conseguenza il disabile che ha bisogno di cure riabilitative in regime di ricovero prolungato o di ricovero giornaliero deve pagare una tariffa che varia dai 26 ai 97 euro al giorno. Il ticket è stato imposto a Redigolo dai tecnici dei ministeri della Salute e dell’Economia che controllano i conti della spesa sanitaria dell’Abruzzo. «Il ministero ci ha richiamato all’applicazione dei ticket ma è una cosa che possiamo riorganizzare», aveva spiegato Redigolo. In altre Regioni si è cercato di alleggerire il peso sui pazienti unendo la contribuzione del servizio sanitario nazionale, quella dei Comuni e quella regionale per le politiche socio-sanitarie.

Per la Commissione sanità il problema è di carattere tecnico: «Le prestazioni riabilitative erogate sia in regime residenziale (ricovero) sia in regime di day-hospital, che in regime domiciliare sono a tutti gli effetti prestazioni sanitarie comunque rientranti nei Lea, non assoggettabili a compartecipazioni economiche da parte dell’assistito, o, in caso di indigenza, del Comune». In base a questo ragionamento che la commissione ha spiegato in un documento approvato all’unanimità e inviato al Commissario di governo, l’Abruzzo potrebbe evitare l’introduzione dei ticket. «A nostro giudizio», ha spiegato la Verì, «la norma può essere interpretata in modo diverso, ad esempio, la Regione Veneto ha preso in esame il provvedimento ma non ha applicato il ticket».

Il Pd aveva denunciato nei giorni scorsi la trasformazione della sanità pubblica in una sorta di «sanità pubblica a pagamento». I consiglieri regionali Camillo D’Alessandro e Claudio Ruffini hanno segnalato la delibera pubblicata sul Bura, il bollettino ufficiale della Regione, che ha stabilito per l’intervento alla cataratta un ticket di 108,45 euro, mentre per un intervento di liberazione dal tunnel carpale sono necessari 95,97 euro.