Sospiri e D’Alfonso, quella “strana coppia” della Nuova Pescara

25 Ottobre 2025

Ospiti di Carmine Perantuono su Rete8, i due fanno il punto sul progetto. Schieramenti opposti, ma entrambi sono favorevoli alla fusione

PESCARA. «Sospiri sindaco della nuova Pescara? È un uomo molto motivato. E la motivazione per me conta più della competenza». Sorriso. Poi la replica: «D’Alfonso è già stato sindaco qui e noi non siamo riusciti a batterlo. Significa che è stato bravo. Potrebbe ripetersi». Alla vigilia ci si aspettava uno scontro duro, senza esclusione di colpi. Alla fine, il dibattito tra Luciano D’Alfonso e Lorenzo Sospiri, ospiti di Carmine Perantuono su I fatti e le opinioni, il programma in onda ogni venerdì sera alle 22.30 su Rete8, è quasi l’opposto. Il tema sul piatto: la fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore in programma per il 2027. Il deputato dem la chiama «Nuova Pescara», il presidente del consiglio preferisce parlare semplicemente di «Pescara». Piccole differenze e solo formali, perché entrambi concordano sul fatto che il progetto vada portato avanti fino in fondo. Sì, la vedono diversamente, a volte emergono dissapori. Di fronte al più grande ostacolo per il progetto, però, leggasi la resistenza delle classi dirigenti, i due fanno causa comune. Ognuno per la sua squadra, ovviamente.

Sospiri e D’Alfonso. Pescara è il vostro feudo ed entrambi siete favorevoli alla “Nuova” Pescara. Partiamo quindi da chi non la vuole, cioè due sindaci su tre.

D’Alfonso: «Quando fu presentato il piano di ingrandimento, nemmeno io ero tra gli entusiasti. Il voto popolare, però, mi ha convinto che il progetto debba essere portato a termine, ma va fatto in maniera politica, non burocratica. Le amministrazioni avevano la grande occasione del Pnrr per lavorare insieme, ma hanno ragionato ognuno col proprio egoismo: un’occasione sprecata».

Sospiri: «Mi pare comprensibile che ci sia resistenza da parte di chi è stato eletto per rappresentare la propria città e ora vede il suo comune venire meno. Ma non è questa l’aria che si respira all’interno dei partiti».

Sospiri, il sindaco di Montesilvano De Martinis è di centrodestra. Pensa davvero che la vostra classe dirigente voglia la nuova Pescara?

Sospiri: «È così. Chi ha una maggiore responsabilità all’interno dei partiti – quindi più capacità di convincimento – è d’accordo sulla costruzione della nuova città. La Regione in questo contesto ha un compito di stimolo e controllo. Il mio dovere – così come quello del mio avversario, che non lo è su questo tema – deve essere convincere chi ancora non ha intuito le opportunità del progetto».

D’Alfonso. Se voi siete tutti d’accordo, perché molti cittadini di Montesilvano e Spoltore non sono convinti? Temono di perdere la propria identità?

D’Alfonso: «Il fatto è uno solo: Spoltore e Montesilvano oggi hanno autonomia deliberativa, ma domani temono di diventare una specie di fellowship di prosecuzione. Di fronte a queste paure che garanzia dobbiamo dare? La produzione di convenienze».

Quali sono queste convenienze?

D’Alfonso: «Pensi solo al valore catastale di Montesilvano e Spoltore, che con la Nuova Pescara guadagnerebbero il 25%. Chiaramente i vantaggi vanno ben oltre a questo. Fare la Nuova Pescara significa fare una rivoluzione politica, inserire nello statuto formule di velocizzazione, di semplificazione. Poi ci sono tutte le risorse aggiuntive che potremmo chiedere per costruire gallerie intelligenti per la fibra, per la velocità delle idee, delle informazioni».

In questi anni abbiamo sentito spesso i vari vantaggi della città metropolitana.

D’Alfonso: «Dice? Io ho visto mutismo, alcolismo dei temi che nulla ha a che fare con la Nuova Pescara».

Sospiri, i temi legati alla convenienza sono sufficienti a convincere Montesilvano e Spoltore o pensa che ci siano altre perplessità legate alla perdita d’identità e del peso del proprio voto rispetto alle grandi scelte della nuova città?

Sospiri: «La nostra bravura deve essere quella di non far perdere quell’identità. La stessa Pescara è nata dalla fusione di Castellammare Adriatica e Pescara. Cent’anni dopo, possiamo dire sia stata una scelta positiva. Io comprendo i timori di chi ha paura di essere marginalizzato, ma posso assicurare che non sarà così».

Come intende garantirlo?

Sospiri: «Ogni territorio ha la sua unicità, e lo preserveremo. Il territorio, le capacità, il patrimonio infrastrutturale, il corredo di attività e di forza economica che ha Montesilvano; la storia, la dimensione culturale, il centro storico e la vivacità di alcune porzioni del comune di Spoltore: tutte frecce della stessa faretra».

Qual è la priorità allora?

Sospiri: «Dobbiamo sforzarci in una grande azione di convincimento culturale per far comprendere che faremo tutti un salto di qualità, con più occasioni di nuova occupazione, di competizione, di capacità di affermarsi dall’estero e verso l’estero, di creare condizioni di grandezza. Con la Nuova Pescara possiamo diventare la vera capitale del Medio Adriatico».

Passiamo al concreto: il quando e il come. Manca poco più di un anno alla Nuova Pescara. I tre Comuni hanno già raggiunto accordi importanti su molti tavoli, ma sull’urbanistica è calato il silenzio. Non doveva essere il tema iniziale, anziché quello finale?

D’Alfonso: «Per la classe dirigente dei Comuni l’urbanistica è il tesoro nascosto, il lingotto da proteggere nel caveau. Il tema su cui puntare, ripeto, è quello delle convenienze. È la carta da giocare per convincere scettici e indecisi. Voglio lanciare una proposta».

È il momento giusto per farlo.

D’Alfonso: «Vorrei scrivere un documento con Sospiri, con Masci, se non è contrario, con il sindaco di Spoltore e con il sindaco di Montesilvano, così da dimostrare alla mano quali sono le opportunità che si possono cogliere lavorando».

Sospiri, si siederebbe a questo tavolo per affrontare il tema dell’urbanistica?

Sospiri: «Non siamo partiti dall’urbanistica perché c’erano grandi resistenze da parte di Spoltore e Montesilvano. E pur di partire, perché altrimenti la Regione avrebbe dovuto commissariare quei settori, abbiamo accettato di rimandare. Ma ci arriveremo, anche perché è un tema su cui ragionare insieme se vogliamo evitare uno sviluppo disordinato della città».

È in grado di stimare quando verrà affrontato il tema?

Sospiri: «Spero tra la fine del 2025 e il primo semestre 2026. Abbiamo una norma che fissa scadenze e controlli molto dettagliati su tutte le materie e relative funzioni. Ma dobbiamo pensare a mettere un po’ di cuore in questo lavoro, perché altrimenti il processo diventa eccessivamente burocratico».

Chi deve trasmettere questo “cuore” di cui parla?

Sospiri: «È la mia missione politica. Ravvivare quel fuoco significa tratteggiare un’idea di futuro, costruire possibilità per crescere, per migliorare, per stare meglio, per avere più lavoro, più servizi. Questo deve essere l’obiettivo della politica».

Quel fuoco è spento adesso?

Sospiri: «Sì, oggi manca. Significa che chi ne ha di più ha il dovere di metterlo in campo e scaldare i cuori di tutti. Dobbiamo capire che con la fusione passiamo alla storia».

D’Alfonso, insistiamo sull’urbanistica. Come si convince un cittadino di Spoltore che la sua città non verrà cementificata? È l’unica su cui sono possibili nuovi volumi edificatori.

D’Alfonso: «Tra poco scriverò una lettera a ogni cittadino di Spoltore e Montesilvano per far sapere che il valore di vendibilità delle loro abitazioni crescerà magicamente del 25%. Già questa sarebbe una motivazione coincidente con gli interessi che mette le ruote a ogni resistenza. Ma spiegheremo anche che l’urbanistica è un’opportunità. Il problema è che nelle “falegnamerie” dei dibattiti politici degli eletti ho sentito dire che questo era un tema che non si poteva affrontare, perché prima c’erano delle altre priorità».

Si spieghi meglio.

D’Alfonso: «Sembrava che prima dovessimo risolvere il tema del santo patrono o addirittura quello di avere due o tre vie che si chiamassero via Roma, considerate come contraddizione diciturale ed espressiva. Negli ultimi anni si sono fatte le rotatorie per fare le rotatorie, quando negli anni ’60 si facevano le infrastrutture. Con la nuova città deve cambiare il paradigma: basta pigrizie e indolenze, cominciamo a fare sul serio».

Sospiri, rimaniamo sull’urbanistica. Sappiamo che non sono state fatte scelte specifiche, ma può darci almeno qualche indizio sulle indicazioni che saranno seguite?

Sospiri: «La domanda presuppone due fatti che non accadranno. Il primo è che Spoltore sarà annessa senza rappresentanza locale. Personalmente, ne dubito. Anzi, vedrà che alla fine ci saranno quasi più eletti che provengono dalle due realtà, Spoltore e Montesilvano, che da Pescara, dove ci sarà molta più competizione».

E il secondo punto?

Sospiri: «Negli attuali amministratori di Pescara e Montesilvano non vedo dei folli cementificatori. Anzi, su Pescara c’è un grande dibattito su come ridurre e contenere alcune libertà di concessione edilizia. Montesilvano, addirittura, sta lavorando per aumentare il verde, le strade, le piazze, la pubblica illuminazione».

Dunque non dobbiamo aspettarci nuovi edifici a Spoltore?

Sospiri: «L’amministrazione che verrà dovrà fare il piano regolatore. Credo, sinceramente, che più che nuova edilizia vedremo una rigenerazione urbana. Aggiungo che a Spoltore oggi non vedo il tema dello sviluppo impetuoso a cui porre un argine. Anzi – e lo dico con tutto il rispetto – dal punto di vista della spinta vedo Spoltore abbastanza rattrappita: con la nuova città potrebbe riguadagnare smalto».

Abbiamo parlato del come, ora parliamo del quando. D’Alfonso, crede che il 1° gennaio 2027 sarà tutto pronto per la Nuova Pescara?

D’Alfonso: «Questa fusione, lo ripeto ancora, deve avere due anime: quella fredda e burocratica che riguarda, per esempio, l’unione dei servizi comunali e quella, ben più calda, del grande dibattito pubblico. La datazione della Regione spinta da Sospiri e da chi lo ha accompagnato nelle sue tappe ha un valore educativo, è un paracetamolo importante, un aiuto. Ma a illuminare il percorso deve essere un pensiero politico metropolitano che parta non con gli inganni – come quando si diceva “soldi per tutti” – ma con le idee».

Faccia un esempio.

D’Alfonso: «Ne posso fare tanti. Le carceri di Pescara, che riusciremo a trasferire solo con la grande città; il porto di Pescara, che adesso è una cannizzata di bambù ma può diventare un hub di rilievo macroregionale; l’unificazione dell’aeroporto civile con quello militare per fare in modo che diventi un aeroporto vero, in grado di attrarre anche i grandi trasporti della web economy. E le dirò di più: per mettere in piedi tutte queste idee non ci vogliono anni. Bastano sei mesi di intensa politica, quella vera».

Sospiri, la scadenza del 2027 sarà rispettata?

Sospiri: «Il primo gennaio verranno sciolti gli attuali Comuni e si andrà a votare nella prima sessione utile. A oggi non c’è stata nessuna proroga, ma io sono un uomo sincero e quindi non ho problemi a dire che non sarei stupito a vedere qualche mese di ritardo. Ma finché ci sarò io nessuno strapperà questo progetto. Anzi, voglio fare una promessa: entro questo mandato nascerà la Nuova Pescara».

Voi due siete i leader dei principali schieramenti politici e avete nella provincia di Pescara il vostro bacino di riferimento: siete in grado di esercitare la vostra leadership politica per superare le resistenze della classe dirigente locale?

D’Alfonso: «Indurrò la classe dirigente che si fa in un qualche modo orientare affinché applauda questa opportunità che è tutta da scrivere, con una lavagna che aspetta tutti».

Siete pronti a lavorare insieme per la nuova Pescara. Sospiri, riuscirà a far passare la sua linea?

Sospiri: «Se ci riuscirò non lo so dire, sicuramente questo è il mio impegno quotidiano. Anzi, voglio sottolineare ancora che con la nuova città le occasioni di rappresentare tutto il territorio ci saranno. Non ci sarà alcuna sproporzione tra i consiglieri di Montesilvano e Spoltore e quelli di Pescara. A dire il vero, potrebbe accadere il contrario».

D’Alfonso: «È vero, Sospiri ha ragione. Basta vedere il caso di Roma. I primi candidati non sono mai della Capitale ma delle realtà periferiche».

Siamo quasi alla fine. Sospiri, si candiderà al consiglio comunale della Nuova Pescara?

Sospiri: «Sì. Voglio fare la mia parte per aiutare questo progetto giorno dopo giorno, così da superare tutte le difficoltà. Non ci sarebbe alcuna incompatibilità con la mia carica attuale».

E lei, D’Alfonso, intende candidarsi?

D’Alfonso: «Continuerò ad aiutare il cantiere del mio partito e della mia coalizione davanti alle sfide che ci saranno, ma spero che mi crediate quando dico che, se potessi scegliere adesso, vorrei concentrarmi sullo studio».

Lasciamoci dando spazio all’immaginazione. D’Alfonso, come vedrebbe Sospiri sindaco?

D’Alfonso: «La sua esperienza sarebbe segnata da motivazione e da passione. E per me la motivazione conta più della competenza».

E lei Sospiri, come vedrebbe D’Alfonso?

Sospiri: «Lui, al contrario mio, ha già fatto il sindaco. Ed evidentemente è stato bravo, perché non siamo riusciti a batterlo. Potrebbe replicare. E poi è un astuto...».

Che intende?

Sospiri: «Oggi dice che non si candiderà, ma fidatevi di me: lo farà (ride, ndr)!».

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