Spadaccini agli arresti domiciliari a Pescara

Evasione da 90 milioni, il re degli aerei era in carcere da 80 giorni

PESCARA. Giuseppe Spadaccini, l'imprenditore del settore degli aerei finito in carcere il 21 ottobre 2010 per una maxi evasione fiscale da 90 milioni di euro, lascia il San Donato e va ai domiciliari nella sua casa di Pescara. Dopo 80 giorni di carcere e quattro no alla scarcerazione - tre del gip di Pescara Guido Campli e uno dei giudici di secondo grado - il Tribunale del Riesame dell'Aquila ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato Antonio Valentini e concesso la misura cautelare meno restrittiva. Ma, intanto, nell'ultimo giorno di carcere, Spadaccini è stato uno dei 15 giurati del Festival della melodia, la manifestazione canora oraganizzata dalla Provincia nella casa circondariale.

Nato a Chieti, 53 anni, l'imprenditore è finito in carcere durante l'operazione condotta dalla Guardia di finanza che ha smascherato una fitta rete di società italiane e portoghesi che, tra il 1999 e il 2008, avrebbero emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti per 30 milioni di euro.

L'imprenditore, per l'accusa, è ritenuto il perno della maxi evasione e dalla metà di dicembre, dopo la rinuncia al mandato dell'avvocato Sabatino Ciprietti, è assistito da Valentini del foro dell'Aquila che, adesso, dovrà occuparsi anche di definire il legame con la Protezione civile che ha cancellato il rapporto con la Sorem, la società di cui è titolare Spadaccini ma di cui ha perso l'appalto per la gestione della flotta dei 19 canadair, gli aerei antincendio. E proprio ieri, nel giorno dei domiciliari concessi a Spadaccini, un gruppo di lavoratori della Sorem-San, ha iniziato un presidio nella sede della Protezione civile per tenere alta l'attenzione sulla situazione di 300 tra piloti, tecnici e personale amministrativo dell'azienda rimasti senza lavoro dopo l'arresto dell'amministratore delegato, Spadaccini. I lavoratori della Sorem-San non ricevono lo stipendio da oltre quattro mesi e, come spiegano i sindacati, in caso di emergenza, non ci sarebbero canadair da utilizzare.

E' l'imprenditore teatino, per il pm Mirvana Di Serio, il promotore di un'operazione illecita, consistente sostanzialmente nella creazione all'estero di false compagini societarie.

L'organizzazione, secondo gli inquirenti, era dedita all'evasione fiscale internazionale attraverso la cosiddetta "estero vestizione", ossia la fittizia localizzazione della residenza fiscale fuori dall'Italia, dove il soggetto effettivamente risiede, per sottrarsi agli obblighi fiscali del Paese di appartenenza e beneficiare del regime più favorevole. In particolare, sono state individuate società che, anche se formalmente con sede legale all'estero, avevano il "centro decisionale" in Italia e sarebbero state costituite per sottrarre materia imponibile allo Stato italiano.

Il gruppo, quindi, faceva emettere, dalle società formalmente costituite a Madeira, fatture per operazioni inesistenti a favore delle società italiane; riceveva a Madeira il denaro derivante dal pagamento delle fatture inesistenti, costituendo quindi fondi all'estero e reimpiegava il denaro illecitamente. (p.au.)

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