Spazio: dall’Abruzzo parte la sfida ai satelliti di Elon Musk

Leonardo, Airbus e Thales Alenia in una joint-venture da oltre 10 miliardi di euro con l’obiettivo di costruire un gigante europeo che sia in grado di competere con la Starlink, azienda multimiliardaria americana
L’AQUILA. Leonardo, Airbus e Thales Alenia lanciano la sfida ad Elon Musk e alla sua Starlink. Una joint-venture da oltre 10 miliardi di euro per costruire un gigante europeo dei satelliti, in grado di competere con l'America. L’accordo sul progetto Bromo – dal nome di un vulcano indonesiano – è stato chiuso e promette di innovare il settore dei satelliti per costruire un polo industriale innovativo nel campo dello spazio. Con l'Abruzzo, in prima fila grazie alla presenza degli stabilenti Leonardo e Thale Alenia e al centro di controllo satellitare di Telespazio. Il nuovo gruppo avrà una doppia anima, civile e militare. Produrrà satelliti per telecomunicazioni e osservazione terrestre, con l’ambizione di rendere l’Europa più autonoma e meno dipendente dalle tecnologie straniere. Per anni il Vecchio Continente ha sofferto la frammentazione dei suoi programmi spaziali. Ora, con Bromo, arriva la prima vera occasione per fare squadra. La nuova alleanza promette bene: il progetto prevede che Airbus detenga il 35% della nuova entità, mentre il restante 65% sarà diviso equamente tra Leonardo e Thales. La governance dovrebbe essere a rotazione, mentre il Memorandum of Understanding definirà nel dettaglio ruoli e competenze dei partner. Le approvazioni dei consigli di amministrazione di Airbus e Thales sono già arrivate; quello di Leonardo, guidato da Roberto Cingolani, è atteso nelle prossime ore. Se tutto andrà come previsto, entro 18 mesi la nuova società sarà operativa. D’altro canto sul fronte italiano, Leonardo è pronta a giocare da protagonista. A Roma ha appena inaugurato una fabbrica automatizzata capace di produrre 100 satelliti all’anno, una delle più moderne d’Europa. Un investimento che consolida la posizione italiana nell’alleanza, insieme alla partecipazione del 33% in Thales Alenia Space Italia e al 67% in Telespazio, che ha il suo cuore nel Fucino.
Non è un caso che la notizia dell’accordo abbia fatto balzare il titolo Leonardo in Borsa di oltre il 4%.
L’operazione Bromo arriva nel momento giusto: la Commissione Europea ha appena messo sul tavolo 800 miliardi di euro per sostenere la difesa e lo sviluppo spaziale nel prossimo decennio. E l’alleanza Leonardo–Airbus–Thales è un tassello perfetto di questo mosaico. Il mercato globale dei satelliti vale oggi 570 miliardi di euro, secondo le stime di Novaspace, e nel prossimo decennio potrebbe superare i 43 mila satelliti.
Numeri che spiegano bene perché l’Europa non possa più restare indietro. Le trattative tra Leonardo, Airbus e Thales sono iniziate oltre un anno fa, ma durante l’estate avevano subito un’interruzione per divergenze interne tra le parti sul valore economico da attribuire ai rispettivi asset da conferire nella nuova società. Criticità a cui si sono aggiunte difficoltà politiche e industriali legate alla suddivisione delle competenze tecnologiche e degli impatti occupazionali tra Francia e Italia. La scelta di unirsi in una joint- venture per lanciare la sfida e Elon Mask risponde anche al mutamento del comparto satellitare: da un modello dominato da grandi satelliti in orbita geostazionaria, si passa a costellazioni più snelle in orbita bassa (Leo) e media (Meo), con elevata pressione sui costi e sulla rapidità di produzione imposta da operatori come SpaceX con Starlink. L'intesa dovrà ora superare il vaglio dell'Ue.
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