Torri eoliche vicine ai vigneti

AMBIENTE E SVILUPPO

Torri eoliche, l'Abruzzo dà una "stretta" alle autorizzazioni

Il consiglio regionale adotta misure più rigide: non è più automatico il via libera agli impianti più piccoli da cui sono nati interi parchi eolici. Il provvedimento va a tutela del progetto di archeo-enologia di Tollo, per il quale prende posizione anche il Consorzio vini

PESCARA. Stop al proliferare delle torri eoliche in Abruzzo, gli impianti che producono energia elettrica sfruttando la forza del vento, e che spesso arrivano a costituire veri e propri parchi eolici dietro a una singola autorizzazione. Il consiglio regionale ha riteuto opportuno intervenire per riscrivere le regole nel rilascio delle procedure. D'accordo all'energia pulita, ma tutto deve  rientrare in un ambito legislativo in cui vengono messi dei "paletti" affinché non vi sia più quella che viene definita la "giungla delle pali eoliche".

IL PROGETTO A TOLLO. Il provvedimento vuole in particolare tutelare le aree interne sulle quali incombono nuovi progetti. E offre una "spalla" in particolare a coloro che si sono schierati contro la torre eolica _ 99 metri d’altezza e capacità produttiva di 975 KW/ora _ che una società di Milano con partecipazione olandese intende ergere a ridosso dei vigneti di Tollo, tra le più verdi e attive Città del Vino abruzzesi, simbolo del Tullum Docg e Comune impegnato da anni sui temi della sostenibilità. La torre verrebbe realizzata a 300 metri di un terreno dove è previsto un grosso investimento della cantina Feudo antico. Qui inizialmente era prevista la coltivazione a Pecorino, ma durante i lavori di preparazione per i primi reimpianti sono stati scoperti i resti di una villa romana e il progetto è stato rimodulato. Tanto che ora si parla di archeo-enologia, un progetto volto a coniugare la tutela dei resti antichi con la loro valorizzazione, in un ambiente che testimonia la continuità della destinazione agricola del sito.

CHE COSA CAMBIA. Attualmente la norma prevede un iter abbastanza semplice per l’autorizzazione di una pala sotto 1 megawatt che salta il parere degli stessi Comuni dove è prevista. Un'autorizzazione che però è stata spesso utilizzata come escamotage per arrivare a realizzare interi parchi eolici. Ora si corre ai ripari. E la domanda di nuove torri dovrà passare attraverso una strettoia molto più rigida.

Lorenzo Sospiri presidente del consiglio regionale

A spiegarlo è il presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri che è uno dei due firmatari degli emendamenti correttivi (l'altro è Fabrizio Montepara) presentati dalla maggioranza. Un altro emendamento che va nella direzione di tutelare le eccellenze prodotte dai terreni agricoli abruzzesi messe a rischio dalla realizzazione degli impianti eolici è stato presentato da Silvio Paolucci (Pd) ed è passato con il voto bipartisan.

"Innanzitutto", spiega Sospiri in una nota, "nelle more dell’individuazione in via amministrativa delle aree e dei siti inidonei all’installazione di specifici impianti da fonti rinnovabili, sono sospese le installazioni non ancora autorizzate degli impianti di produzione dell’energia eolica di ogni tipo, delle grandi installazioni di fotovoltaico posizionato a terra e di impianti per il trattamento dei rifiuti, nelle zone agricole caratterizzate da produzioni agroalimentari di qualità, e pensiamo alle produzioni biologiche certificate dop, doc o Igp, oltre che ad aree di particolare pregio paesaggistico-culturale. E la giunta regionale dovrà portare in consiglio regionale lo strumento di pianificazione entro il 31 dicembre 2021. Con il secondo emendamento è stato stabilito il divieto di ‘spacchettamento’ dei progetti inerenti le pale eoliche e l’obbligo di verificare il rispetto delle distanze rispetto a impianti precedenti o in itinere, distanza che dev’essere di almeno 1 chilometro, elevato a 2 chilometri in aree contigue ad aree naturali protette".

L'Abruzzo ha tratto la normativa da quella della Regione Basilicata che, viene spiegato, avrebbe già superato lo scoglio della Corte costituzionale. "Il parco eolico è una risorsa e come tale va consentita, ma anche rigorosamente disciplinata.  Come sta accadendo nella provincia di Pescara, colline che sono invece un patrimonio da tutelare", sottolinea Sospiri. 

IL CONSORZIO DI TUTELA. Il provvedimento arriva tra l'altro nel giorno della presa di posizione da parte del Consorzio tutela vini d'Abruzzo in difesa delle vigne di Tollo. Già l'associazione Città del Vino abruzzese si era rivolta al governo per chiedere maggior tutela delle aree vitivinicole di pregio, mettendole al riparo da progetti che possono avere un impatto negativo, anche se legati a fonti rinnovabili. 

Valentino Di Campli, presidente del Consorzio di tutela vini d'Abruzzo

"Non è difficile immaginare quelli che possono essere gli effetti negativi su un paesaggio da sempre caratterizzato dalla presenza preponderante dei vigneti", si legge su una nota del consorzio a firma del presidente Valentino Di Campli, che premette non è una battaglia contro le fonti di energia alternative, che sono senz’altro da sviluppare, "ma va preservata un’area che ha nella viticoltura e nell’enoturismo uno dei settori di riferimento della propria economia”. "Il Consorzio di Tutela”, rimarca Di Campli, “ha un ruolo attivo di sentinella delle aree di produzione a denominazione controllata, anche per questo abbiamo deciso di dare il nostro contributo in questa battaglia”. “Come Consorzio”, conclude la nota, “non possiamo non essere al fianco di chi è impegnato in prima linea nella tutela e nella salvaguardia del nostro territorio e lo saremo sempre in tutte le occasioni e in tutte le aree vitivinicole della nostra regione”.

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