Abruzzo

La Regione Abruzzo boccia la proposta di legge sul fine vita. L’opposizione: “Occasione persa, atto irresponsabile”

19 Giugno 2025

Il centrodestra boccia la Pdl, il centrosinistra vota sì. Luciano D’Amico: «Inascoltata la richiesta di migliaia di cittadini»

L’AQUILA. Il Consiglio regionale dell'Abruzzo ha bocciato il progetto di legge sul fine vita. La legge è stata bocciata con i voti della maggioranza di centrodestra, che ritiene si tratti di un tema di competenza nazionale, mentre il centrosinistra ha votato sì. Il progetto di legge d'iniziativa popolare, per la prima volta utilizzato nell'assemblea abruzzese, è nato dalla campagna 'Liberi Subito' dell'associazione Luca Coscioni.

REAZIONI- LE OPPOSIZIONI

“Il Consiglio regionale d’Abruzzo oggi ha bocciato un provvedimento che avrebbe ampliato i diritti dei cittadini che vivono in condizione di estrema sofferenza, rifiutandosi di ascoltare le richieste di migliaia di persone che hanno sottoscritto, con ben 8.119 firme, la legge di iniziativa popolare sul fine vita, scritta dall’Associazione Luca Coscioni. Un’occasione persa che ha impedito all’Abruzzo di compiere quel passo avanti nella sfera dei diritti legati alla dignità della persona”, ad affermarlo è il consigliere regionale Luciano D’Amico che con i gruppi di PD, Abruzzo Insieme, M5S, AVS, Azione e Riformisti, compone la coalizione di opposizione del Patto per l’Abruzzo. “In Italia – continua D’Amico - ai sensi della legge 219/17, un malato può scegliere il rifiuto delle terapie o l'interruzione della sedazione profonda, oppure, ricorrendo le condizioni previste dalla sentenza 242/19, accedere all'aiuto alla morte volontaria. Noi abbiamo lavorato all’interno delle commissioni competenti affinché in Abruzzo, così come in Toscana, si legiferasse per stabilire un protocollo chiaro per la gestione delle richieste di fine vita come previsto dalla legge nazionale e dalla corte Costituzionale. Lo abbiamo fatto con convinzione perché questa legge, per la quale ringraziamo l’Associazione Luca Coscioni, è una di quelle norme che potremmo definire “tempo dipendenti” perché mentre noi discutiamo sulla competenza della Regione Abruzzo a legiferare sul tema, nonostante sia stata chiaramente definita dal Collegio delle garanzie statutarie, e mentre aspettiamo che il Senato avvii una discussione su un futuro disegno di legge, ci sono persone che soffrono: oggi è possibile interrompere la nutrizione artificiale e l’idratazione artificiale e morire per disidratazione o per progressiva compromissione delle condizioni fisiologiche avviandosi verso la morte con sofferenze inaudite, ma non fare ricorso al suicidio assistito. Così come è possibile rifiutare il supporto di ventilazione meccanica e affrontare la morte per progressivo soffocamento, ma non accedere al suicidio assistito: non si capisce il motivo, ma bisogna soffrire anche per morire. Non è questo che ci hanno chiesto oltre 8 mila cittadini abruzzesi che, al contrario, chiedono una concreta possibilità di esercizio di diritti costituzionalmente garantiti, di stabilire tempi certi e procedure chiare per esercitare una scelta consapevole, rispettando la dignità della persona", conclude D’Amico