Villa Pini, ancora 10 giorni per la decisione sui nuovi tetti di spesa

La Regione deve controdedurre ai rilievi della curatela Sos per i SanStefar: 691 addetti restano senza stipendi

CHIETI. Pausa di riflessione per gli accreditamenti 2010 a Villa Pini. La Regione si è presa una decina di giorni per definire la questione del budget, circa 20 milioni di euro, che la subcommissaria alla sanità Giovanna Baraldi ha proposto ai consulenti della curatela fallimentare della casa di cura teatina. «Ci rivedremo a breve», assicura l’assessore Lanfranco Venturoni, «Ci siamo presi alcuni giorni per controdedurre ai rilievi della curatela, credo però che ci siano tutti i margini per una intesa favorevole sul tetto di spesa 2010. Noi abbiamo semplicemente riaffermato il principio che le regole valgono per tutti e che vanno applicate sempre».

I tempi per le controdeduzioni su Villa Pini dovrebbero coincidere con quelli che il tribunale di Chieti si è dato per il prinunciamento sulle istanze di fallimento di altre cinque società della famiglia Angelini (Sanatrix, Maristella, SanStefar, La Cicala di Atessa e Santa Maria di Avezzano). Prima di una sentenza, la camera di consiglio (Spiniello, Ceccarini e Valletta) dovrà esprimersi sulla richiesta di concordato preventivo presentata dallo stesso Vincenzo Angelini, il giorno del suo arresto, per le società Maristella e SanStefar. Richiesta già bocciata dai sindacati e dal pm Pietro Mennini, titolare dell’inchiesta per bancarotta fraudolenta del gruppo sanitario privato.

Insomma, una vertenza che sembra lontana dall’aver dipanato tutti i nodi che la rendono tuttora indecifrabile e incerta. Sono invece chiarissime le conseguenze in capo ai lavoratori che, ben oltre un anno dopo l’esplosione della crisi, non sanno ancora come e se si potrà tornare alla normalità. Due stipendi (febbraio e marzo) sono stati pagati dal curatore fallimentare, Giuseppina Ivone, ai dipendenti che, a rotazione, lavorano nella clinica. Ma resta senza soluzione il problema di altri 691 addetti dei centri di riabilitazione SanStefar.

«Il conto dei giorni senza stipendio per noi non si è interrotto» rimarca Concetta Lombardi, delegata Cisl del SanStefar di Lanciano. «Nessuna retribuzione e niente cassa integrazione da oltre un anno per noi che, a Lanciano, assistiamo 150 pazienti al giorno su 500 complessivi in cura». Il SanStyefar di Lanciano rischia di seguire la stessa sorte di altri centri abruzzesi. «Entro fine maggio dovremo traslocare per sfratto», riprende Lombardi, «mi chiedo cosa ne sarà dei nostri pazienti».

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